DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA
A scanso di equivoci
"L'eventuale Governo D'Alema non costituisce di per sé "pericolo di regime" più d'un eventuale Governo Ciampi, o Dini o del defunto Governo Prodi. Il regime non è più, da tempo, un pericolo, ma una realtà pluridecennale, e ha incluso e include tutti i poteri forti, o i loro vertici, senza contraddizioni. E gran parte delle "opposizioni". Che l' ex-PCI, ora PDS, si assuma una piena e ufficiale leadership della partitocrazia segna forse l'apogeo del regime, ma anche l'inizio della sua caduta. O può rappresentarlo, a condizione che una opposizione politica liberale sappia e voglia congiungersi con l'estraneità sociale delle grandi masse di cittadini, armarla di obiettivi alternativi, e risollevare le grandi bandiere di Riforma, prime fra tutte quella presidenzialista (e non, con rispetto parlando: semi-presidenzialista), bipartitica e non bipolare, quella anticorporativista e antipartitocratica dello Stato di Diritto, quella antistatalista, quella laica anticlericale, antifondamentalista. Il finanziamento pubb
lico dei partiti, dei sindacati, di miriadi di "enti", delle massime imprese industriali (con la complicità attiva del sindacato di stato e di parastato), unisce in un unico sistema Rauti e Bertinotti, non solamente Ulivo, Lega e Polo. Non c'è alternativa di regime che non passi dalla lotta sempre più dura a questa realtà.
E ci preme denunciare il fatto che i veti e i ricatti di parte vaticana e clericale contro D'Alema ci appaiono manifestazioni di regime ancor più - se possibile - dell'incarico al leader dell'ex-PCI , in netta continuità con l'Italia del 1929 o contiguità con la cultura dei regimi fondamentalisti dei muezzin, con maggiori affinità con il Medio Oriente piuttosto che con l'Europa.
Se D'Alema non può e non vuole dire a vaticano e vescovi di rientrare nella legalità costituzionale e repubblicana, lo facciamo noi; anche perché qualsiasi pretesa di magistero politico da parte della Chiesa è moralmente improponibile e scandalosa".