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Partito Radicale Roma - 20 ottobre 1998
"KOSOVO, PIANO ANTI-SERBI"

MIRA MARKOVIC PRESENTA A "LIMES" LA SUA ANALISI DELLA CRISI BALCANICA

LA MOGLIE DI MILOSEVIC:" GLI ALBANESI MANOVRATI DALL'ESTERO"

Dal Corriere della Sera, ( pag.13), martedì 20 ottobre 1998

Perché si è disintegrata la Jugoslavia di Tito? Chi ne è stato maggiormente responsabile?

"Quella Jugoslavia, che lei chiama 'la Jugoslavia di Tito' ed io così come effettivamente si chiamava: Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, si è disintegrata perché questa disintegrazione faceva parte del progetto di liquidazione del socialismo nei Paesi d'Europa orientale. Suppongo che gli ideologi di questo progetto si trovino in Occidente. Il ruolo decisivo fu purtroppo svolto da fattori interni. Questi fattori interni erano, infatti, le debolezze intrinseche alla precedente Jugoslavia. Tra queste, la principale debolezza fu il nazionalismo. Quando però entrò in azione il piano contro i Paesi socialisti, in primo luogo contro quelli dell'Est europeo, fu proprio nel nazionalismo che debolmente ardeva Jugoslavia che gli ideologi e gli attuatori di questo piano trovarono un alleato serio e leale. Il nazionalismo dormiente all'improvviso si trasformò in fiamma. Cominciò a manifestarsi in maniera aggressiva, come separatismo, come sciovinismo, come il male che infine distrusse la Jugoslavia".

Pensa che la guerra in Bosnia sia stata inevitabile? Se non lo è stata, che responsabilità hanno avuto i serbi di Bosnia e quelli di Serbia?

"La guerra in Bosnia non era inevitabile. La separazione tra i tre popoli poteva avvenire anche in un altro modo, meno sanguinoso e meno tragico. Non capisco, veramente, perché mi chiede che responsabilità hanno avuto i serbi per questa guerra. La guerra fu combattuto fra tre popoli: serbi, musulmani e croati. Tutti i tre popoli sono ugualmente responsabili per l'inizio della guerra, per la sua durata e per le vittime che la guerra ha provocato".

C'è stato in Bosnia un genocidio? In caso affermativo, perché il Tribunale dell'Aja non ha dato nessun risultato?

" In Bosnia c'era la guerra. Tre popoli hanno combattuto gli un i contro gli altri. La guerra, come tutto il mondo sa, e soprattutto come sa la popolazione della Bosnia, è stata atroce. Non so, veramente, quale possa essere il ruolo di un tribunale internazionale in tutto questo. Se esistono i criminali di guerra in Bosnia, devono essere giudicati dai loro popoli. Quando il Tribunale internazionale per i criminali di guerra attivi in tutto il mondo dal momento della costituzione di questo Tribunale, allora vengano pure a prendersi anche questi criminali di Bosnia. In realtà questo Tribunale già da tempo non è affatto internazionale".

Perché la crisi nel Kosovo, annunciata da anni, è esplosa senza che nessuno cercasse di prevenirla? Qual è la possibile soluzione per questa crisi?

"La crisi nel Kosovo è iniziata nel momento in cui nella cosiddetta comunità internazionale fu deciso che iniziasse. Gli albanesi hanno ricevuto il segnale di avviare la guerra santa per la secessione della Serbia. I serbi e gli albanesi convivono nel Kosovo da molti anni. Periodi di tolleranza seguivano periodi di intolleranza. Così avvenne in tutte le comunità plurinazionali. E in ciascuna di esse vi è motivo per credere che il prossimo secolo possa portare alla limitazione dell'intolleranza e all'estensione della zona di tolleranza, di buona volontà, di comprensione. Sarà così, credo, nel secolo venturo. L'espansione dell'odio, dell'intolleranza e della violenza un anno e mezzo prima dell'inizio di questo nuovo secolo non può essere altro che il risultato di spinte particolarmente perfide, di un male programmato, motivato da un forte, molto egoistico e crudele interesse - nazionale, sociale, politico, e il più delle volte, un interesse di gruppo. La crisi si risolverebbe in tempi relativamente brevi e ass

ai facilmente se dall'area colpita dalla crisi se ne andassero via coloro che l'hanno provocata, per i quali qui non c'è posto. Tutti gli estranei, soprattutto quelli malintenzionati, intrigati e faccendieri tra politici, diplomatici, apparenti operatori umanitari, innumerevoli negoziatori ed osservatori, tutta questa gente vana che invece di occuparsi dei problemi del proprio Paese e della propria famiglia si occupa di quelli di un Paese e delle famiglie altrui".

 
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