LA POLEMICA / INTERNET, ANTIPEDOFILIA E LIBERTA'. I RADICALI CONTRO LA NUOVA LEGGE
(Corriere della Sera, 28 ottobre '98, pag. 15)
Roma - »Esiste ormai in Italia un professionismo dell'antipedofilia . Questa singolare accusa è stata lanciata da Cinzia Caporale, bioeticista all'Università di Roma, nel corso del convegno »Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate che si è tenuto ieri a Roma, promosso dal Partito radicale. I radicali sono stati tra i primi in Italia a fornire, con il loro provider Agorà, l'accesso alla rete telematica. Anche per questo cercano di contrastare la confusione (con i conseguenti pericoli di censura) tra navigazione in rete e adescamento pedofilo: »Imbavagliare Internet sarebbe come demolire i cavalcavia per combattere i lanciatori di sassi , dice l'avvocato Iuri Maria Prado, uno dei relatori.
Ad aumentare la confusione sarebbe, secondo molti interventi al convegno, la legge 269 del 3 agosto '98 »contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale in danno di minori . Contestati soprattutto l'articolo 4 (reclusione fino a 3 anni per chi dispone di materiale pornografico prodotto mediante lo sfruttamento dei minori di 18) e l'articolo 3 (fino a 5 anni per chi distribuisce o pubblicizza questo materiale con qualsiasi mezzo, anche per via telematica). »Non si possono colpire i diritti nel nome della tutela dei minori - sostiene Adelmo Manna, docente di Diritto penale all'Università di Bari -. Con questa legge bacchettona si fruga nelle case, si viola la privacy .
Alla fine, in favore della legge, è intervenuto il segretario del Partito radicale Olivier Dupuis: »In Belgio continuano a sparire i bambini - ha ricordato -. Ci sono reti che organizzano lo stupro e l'assassinio dei minori di 12 anni, con la connivenza di schegge di polizia, magistratura, forze politiche. Per non parlare di quello che avviene nel Terzo mondo .