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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 29 ottobre 1998
"La Stampa" di oggi ospita un'intervista allo scrittore albanese Ismail Kadarè:
<<....Considera inadeguato il ruolo svolto da Roma e Bruxelles nel Kosovo?

Mi ha rattristato legger che l'Italia avrebbe esistato a lungo, prima di mettere le sue basi a disposizione dei bombardieri Nato, a causa anche dei legami economici con Belgrado. Dovreste ricordarvi che gran parte dei clandestini che sbarcano sulle vostre coste arrivano dal Kosovo, e che laggiù sono stati uguagliati etalora superati gli orrori di Bosnia. Proprio oggi ho letto su "Le Monde" di atrocità medievali, teste mozzate, occhi cavati, bambini massacrati. Non so se oltre Atlantico abbiate apprezzato appieno le dimensioni della tragedia.

Sta dicendo che l'Europa è stata troppo comprensiva con Milosevic?

Non tutti, temo, sono consapevoli che è scoppiata una peste balcanica. Un male contagioso, un mèlange tra fascismo, stalinismo, fondamentalismo religioso ortodosso e crudeltà da secoli bui. E gli untori stanno a Belgrado. Un'ubriacatura alimentata dalla propaganda e da un esercito criminale, che la prudenza dell'Occidente pare inadeguata a contrastare. Ora i negoziati ele minacce hano ottenuto l'avvio del ritiro serbo, ma non vorrei che questo servisse solo a tranquillizzare la vostra coscienza. I successi diplomatici non bastano. Non ci sarà pacificazione senza punizione per Milosevic. Come possiamo dialogare con un criminale, per di più bugiardo? I serbi hanno sempre mentito, e si vantano della menzogna, che per loro è sinonimo di intelligenza...>>.

 
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