UE/DIFESA: RIUNIONE DI VIENNA OSSIA PERCHE FARE SEMPLICE QUANDO SI PUO' FAR COMPLICATO
Dichiarazione di Olivier Dupuis, segretario del Partito Radicale e deputato europeo
Roma, 5 novembre 1998. "In un momento in cui tanto la classe politica che l'opinione pubblica europee continuano a sottovalutare le tragiche conseguenze della politica criminale messa in atto dal Presidente Milosevic in Kosovo e si rifiutano di vedere che questa politica verrà, in un modo o in un altro, proseguita, i 15 ministri della Difesa dell'Unione hanno dissertato a Vienna sulla complessità di un'integrazione delle politiche di sicurezza e di difesa ...
Se il "quitz" che vogliono risolvere è quello di concepire una nuova articolazione di NATO, UEO, UE, dei paesi neutrali e, perché no, dell'OSCE, dell'ONU, senza dubbio assisteremo nei mesi e negli anni a venire ad un'ultériore inflazione di esercizi di stile.
Diversamente, i nostri ministri potrebbero decidere per una volta di far astrazione dai vari "aggeggi" esistenti e centrare la loro riflessione sulla questione semplice - e certo non esaustiva - degli strumenti e delle procedure di cui l'Unione avrebbe bisogno per poter affrontare situazioni quali quelle della Bosnia o del Rwanda ieri o del Kosovo oggi.
Potrebbero, per esempio, come chiesto da oltre 100 deputati europei e da oltre 10.000 cittadini del'Unione, elaborare un progetto sulla creazione di un corpo europeo comune per le operazioni di mantenimento e per il ristabilimento della pace: 50.000 soldati, neutri quanto alla nazionalità, posti sotto l'autorità di un vice-presidente della Commissione e incaricati di realizzare le missioni proposte dalla Commissione e decise congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento. In attesa di meglio, ovviamente".
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