("Sole 24ore" del 5/11/98)"Pechino - Le riforme in Cina procedono a piccoli passi. Ieri il Governo ha approvato la nuova legge sulla <>. Sette capitoli e 40 articoli specificano in modo sistematico quello che le organizzazioni non governative devono fare per avere una vita legale. Attraverso questa legge si apre una finestra teorica per la vita anche di organizzazioni politiche che siano o ambiscano a diventare partiti.La finestra rimane certo teorica perchè il capitolo terzo della nuova legge specifica che: <>. Le attività dell'organizzazione sono poi limitate dalle forze dell'ordine, che le possono impedire per questioni di ordine pubblico. La nuova legge, in sostanza, rende legale il tentativo di fare attività sociale, e quindi anche politica, al di fuori del partito comunista. Ma non è detto che questo tentativo vada a buon fine. La legge allora può essere considerata uno specchietto per le allodole, da mostrare ai taiwanesi che chiedono come condizione per la riunificazione un processo di democratizzazione in Cina. Oppure forse è un onesto tentativo per preparare le prime condizioni giuridiche entro cui incanalare la crescente pressione sociale.Il nuovo fermento politico emerso in Cina dalla primavera corrisponde a un momento molto delicato della vita politica ed economica del Paese. Il piano di licenziare ben 4 milioni di funzionari statali ha creato enormi sacche di risentimento e opposizione al primo ministro Khu Rongji. Le richieste di creazione di nuovi partiti politici, le nuove attività di gruppi sociali rischiano di essere la miccia di una lotta politica ad alti livelli che altre volte si è scatenata proprio sulla base di pressioni sociali.
Mentre allora nella società si fanno largo questi nuovi fermenti, molti quadri medi e alti, che spesso magari erano stati anche attivi nel movimento di Tienanmen nel 1989, chiedono invece più decisionismo. Vogliono una sorta di nuovo autoritarismo con nuovi più larghi poteri ai dirigenti per portare avanti con più determinazione le riforme economiche necessarie al Paese. Costoro rappresentano la nuova leva di dirigenti promossa oggi dal presidente Jiang Zemin. Contro di loro si schierano invece i quadri del partito più anziani, che oggi hanno timore di un accentramento di poteri nelle mani di questi "giovani turchi", tutti tecnocrati con un master o un dottorato e magari anche con un'esperienza di studio all'estero. I vecchi, molto meno tecnici, vogliono più prudenza, più riunioni consensuali, più "democrazia" e temono che un'accelerazione delle riforme economiche tolga loro le ultime sacche di potere personale. In questo contesto più ampio,i cui ruoli e le posizioni si incrociano e si confondono, arriva la
nuova legge. (Francesco Sisci)".
Domando: vi è la possibilità per il PR, agendo in sinergia con i dissidenti all'estero e in Cina, di saggiare la consistenza della nuova legge sulla "registrazione delle organizzazioni sociali"?