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Comunicato stampa
Lettere ad amici e compagni - n.1 - dicembre 1998
Perché il nuovo
PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA
Non cominceremo con le memorie, con Carlo Rosselli, Gaetano Salvemini, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Riccardo Lombardi, Piero Calamandrei, Adolfo Omodeo, Guido Calogero, Carlo Ludovico Ragghianti, Tristano Codignola, Guido Dorso, Emilio Lussu e cento altri. Neppure ci rifaremo a personaggi tuttora luminosi come Leo Valiani e Norberto Bobbio. Il PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA, rifondato il 12 dicembre scorso, è certamente radicato in memorie gloriose, ma punta e scommette sul presente e sul futuro.
Iniziamo dunque da un documento obiettivo: il rapporto Censis sullo stato sociale del paese per il 1998. Leggiamone assieme alcuni paragrafi e, di fronte alle lacune del panorama italico, domandiamoci: chi può colmarle? C'è qualcun antro o è necessario rilanciare il PARTITO D'AZIONE "Giustizia e Libertà" o LIBERALSOCIALISTA?
<<< 1. Si va chiudendo un anno turgido e irrisolto, segnato da processi forti, ma fra loro in intima contraddizione, cosicché non si riesce a decifrarne la direzione di marcia. >>>
Precisa apertura del discorso. Siamo in Europa, la sinistra finalmente partecipa al governo. L'Ulivo e il governo Prodi hanno raggiunto traguardi che sembravano utopici, anche per l'intervento di alcuni "azionisti" come Ciampi e Maccanico. Il giudizio sul governo è sostanzialmente positivo, ma "non si riesce a decifrarne la direzione di marcia". Mancano ispirazione, progettualità, aggressività tecnologica, gestione efficiente e creativa del quotidiano, smalto sulle attività. Se questo è vero, dobbiamo rifondare il PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA.
<<< 2. Sul decennio, più che sull'anno, vale la constatazione che "pensavamo di andare da un'altra parte, ed invece siamo qui". >>>
<<< 3. Può sembrare paradossale, ma è probabile che il cimitero di eventi politici rappresentato dall'ultimo decennio debba la sua origine proprio al vuoto politico che l'ha contraddistinto. >>>
Infatti, "invece" siamo qui. La situazione italiana può precipitare da un momento all'altro, a livello politico ed economico, soprattutto perché non è sostenuta da un consenso convinto di tecnici, intellettuali, artisti, artigiani, giovani, in breve della gente. Si denuncia un "vuoto politico" che risale al 1947, alla fine del PARTITO D'AZIONE. Ecco perché in dieci, in venti, in cento, in mille quanti siamo, vogliamo riempire il "vuoto", tagliando i ponti dietro di noi e rischiando.
<<< 4. Per molti anni la società italiana si è cullata nell'idea che il vuoto della politica non fosse poi una tragedia...>>>
<<< 5. Ce n'è abbastanza per convocare un generale sentimento di collettiva inquietudine, derivante dalla spiacevole sensazione che hanno soggetti singoli, quelli che vivono da "piccolo popolo", di avere come solo destino di navigare isolatamente, senza mediazioni sociali e politiche, nel mare dei fenomeni e dei processi macro di globalizzazione. >>>
<<< 6. Il 1998 rivela una relativa complessiva inerzia del corpo sociale. Una potenzialità di vigore probabilmente c'è ancora, ma essa non riesce ad essere pompata verso l'alto, incalanata in forme sociopolitiche capaci di avere peso e potere. >>>
Quale potere? Da subito quello delle idee, dell'intelligenza progettuale, delle pressioni culturali sulla politica. Saremo protagonisti anzitutto per originalità degli approcci critici, per le proposte innovatrici, per la vocazione di attuarle direttamente o mediatamente. Poi si vedrà. E' certo che vogliamo sconfiggere la rassegfnazione che porta ad intraprendere il vuoto politico in chiave positiva; che non vogliamo navigare isolatamente; che vogliamo trovare non un compromesso, ma un equilibrio, o meglio un disquilibrio persuasivo, fra macroprocessi globalizzanti e ispirata gestione del quotidiano. Vogliamo pompare verso l'alto ogni potenzialità di vigore.
<<< 10. Il sistema, dopo anni incerti e irrisolti, corre il pericolo di orientarsi ad un destino di dominanza delle oligarchie e delle istituzioni, a tutto scapito dei soggetti sociali, individuali o collettivi che siano. Una conclusione che produce inquitudine seria. >>>
Ci fermiamo qui, anche se il rapporto Censis 1998 contiene molti altri paragrafi stimolanti. Per noi, dieci o mille, l'"inquietudine seria" è indispensabile, ma non basta. Vogliamo perseguire l'ideale liberalsocialista di Carlo Rosselli radicandolo nel mondo dei computer. Rischiando, cioè essendo felici.
Vuoi venire con noi ad inventare testardamente e lietamente il futuro? Lo desideriamo: Sei tra i primi trenta amici e compagni cui ci rivolgiamo.
Lettera scritta da Bruno Zevi e firmata da Aldo Garosci, Giorgio Parri, Aldo Rosselli, Nicola Terracciano.
PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA
Piazza Viminale 5
00184 ROMA