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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 23 dicembre 1998
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Stralci dall'intervista che la rivista di geopolitica Limes ha fatto alla signora Mira MARKOVIC, professoressa di sociologia all'Università di Belgrado, leader del Movimento della sinistra jugoslava (Jul) nonchè moglie di Slobodan Milosevic:

"...Non capisco, veramente, perchè mi chiede che responsabilità hanno avuto i serbi per questa guerra. La guerra fu combattuta tra tre popoli - serbi, musulmani e croati. Tutti i tre popoli sono ugualmente responsabili per l'inizio della guerra, per la sua durata e per le vittime che la guerra ha provocato...Questa è l'unica verità. Non ne dovete dubitare. Se no, rischiate di offendere le vittime innocenti di questa guerra inutile, terribile ed insensata... Nel 1991 io sono stata una dei pochi, solitari opponenti della politica nazionalista condotta in Bosnia ed Erzegovina dai serbi, dai musulmani o dai croati. Già nel 1992 scrissi che condannavo la politica nazionalista sviluppata da Karadzic come leader dei serbi... Oggi che è stata avviata una vera e propria caccia contro Karadzic, per di più da parte di coloro che lo avevano sostenuto e adorato - gli stessi che nel 1992 mi condannavano per aver espresso la mia posizione - non intendo partecipare a questa caccia... Non so, veramente, quale possa essere i

l ruolo di un tribunale internazionale in tutto questo. Se esistono i criminali di guerra in Bosnia, devono essere giudicati dai loro popoli. Quando il Tribunale internazionale per i crimini di guerra dell'Aja avrà condannato tutti i criminali di guerra attivi in tutto il mondo dal momento della costituzione di questo Tribunale, allora vengano pure a prendersi anche questi criminali di Bosnia... I serbi, in modo ingenuo, troppo ingenuo, erano convinti che la verità sarebbe venuta fuori da sola, che la giustizia avrebbe prevalso. Sono un popolo irrazionale. Ma di popoli ce ne sono anche così. Un po' utopistici, abbastanza romantici, irrazionali in modo quasi infantile.....

La Serbia, come sapete, è allo stremo. Per anni è stata soggetta alle sanzioni. Inoltre, ha accolto un enorme numero di profughi. Ha aiutato il proprio popolo durante la guerra in Bosnia, ma anche dopo, in tempi di pace. ORA STA RACCOGLIENDO AIUTI PER GLI ALBANESI CHE, DALLE FORESTE DOVE SI ERANO RIFUGIATI FUGGENDO DAVANTI AI TERRORISTI ALBANESI, STANNO RIENTRANDO NELLE PROPRIE CASE SACCHEGGIATE DA QUESTI STESSI TERRORISTI. NATURALMENTE, SI RACCOLGONO AIUTI ANCHE PER I SERBI LE CUI CASE SONO STATE BRUCIATE DAI TERRORISTI E I LORO BENI PORTATI VIA... (le maiuscole sono opera di chi scrive, non di Limes)

Dove li prende un popolo come questo i fondi per pagare i giornalisti a New York e a Londra affinchè scrivano che i serbi si comportano veramente così come ho scritto io, che non sono stati loro a provocare la guerra in Bosnia, come in realtà non sono stati, che non stuprano le donne albanesi , come veramente non fanno, e che non perseguitano nessuna minoranza, come in realtà non la perseguitano... Io questo lo capisco perfettamente. E' COME SE LEI DOVESSE PAGARE QUALCUNO PER SCRIVERE CHE LEI E' UN ITALIANO, UN GIORNALISTA E UN UOMO...

... I serbi e gli albanesi convivono nel Kosovo da molti anni. Periodi di tolleranza seguivano periodi di intolleranza. Così avviene in tutte le comunità plurinazionali. E in ciascuna di esse vi è motivo per credere che il prossimo secolo possa portare alla limitazione dell'intolleranza e all'estensione della zona di tolleranza, di buona volontà, di comprensione. Sarà così, credo, nel secolo venturo... LA CRISI SI RISOLVEREBBE IN TEMPI RELATIVAMENTE BREVI E ASSAI FACILMENTE SE DALL'AREA COLPITA DALLA CRISI SE NE ANDASSERO VIA COLORO CHE L'HANNO PROVOCATA, PER I QUALI QUI NON C'E' POSTO. TUTTI GLI ESTRANEI, SOPRATTUTTO QUELLI MALINTENZIONATI, INTRIGANTI E FACCENDIERI TRA POLITICI, DIPLOMATICI, APPARENTI OPERATORI UMANITARI, INNUMEREVOLI NEGOZIATORI ED OSSERVATORI, TUTTA QUESTA GENTE VANA CHE INVECE DI OCCUPARSI DEI PROBLEMI DEL PROPRIO PAESE E DELLA PROPRIA FAMIGLIA SI OCCUPA DI QUELLI DI UN PAESE E DELLE FAMIGLIE ALTRUI...

(LIMES) Se lei fosse un'albanese e vivesse nel Kosovo, cosa farebbe?

Ecco cosa farei. Se io, albanese, sentissi il Kosovo come la mia terra, la terra ove trascorrere la mia vita, farei tutto il possibile per trovare un linguaggio comune con i serbi del Kosovo, e con loro e con tutti gli altri mi adopererei a costruire un posto comune sotto il sole. SE INVECE I MIEI SENTIMENTI FOSSERO DI ODIO E DI INTOLLERANZA NEI CONFRONTI DEI SERBI, SE LA SERBIA E LA JUGOSLAVIA MI FOSSERO ESTRANEE, ALLORA MI TRASFERIREI IN ALBANIA, NEL PEGGIORE DEI CASI, O MEGLIO A LUGANO. LI' CI SONO MOLTI ALBANESI. PERO', IN SVIZZERA, NON SONO EQUIPARATI NEI DIRITTI CON GLI SVIZZERI COME LO SONO CON I SERBI NEL KOSOVO. QUESTA MANCATA PARITA' DI DIRITTI RISPETTO AGLI SVIZZERI, TUTTAVIA, NON SUSCITA NESSUNA TENSIONE, PERCHE' NON S'ILLUDONO CHE, MALGRADO LA LORO NUMEROSA PRESENZA, LUGANO POSSA MAI DIVENTARE UNA REPUBBLICA ALBANESE, NONOSTANTE CHE PURE LI' POSSANO PRESTO DIVENTARE UNA POPOLAZIONE MAGGIORITARIA...

(LIMES) Come giudica la posizione americana nella crisi balcanica? E quella dei paesi europei, in particolare Germania, Francia e Italia?

Alla grave crisi dei paesi balcanici hanno contribuito molto anche gli Stati Uniti d'America e alcuni influenti paesi dell'Europa occidentale... Alcuni di loro sono più responsabili per il dramma balcanico, altri meno. Penso che il contributo dell'Italia a questa triste vicenda sia stato modesto. Questo non lo dico per cortesia, per il fatto d'avere lei come interlocutore.....".

 
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