Sempre LIMES (n. 3/98, speciale "Kosovo, il triangolo dei Balcani) intervista Zoran DJINDJIC, presidente del Partito democratico serbo, già leader dell'opposizione:"... Il problema non è nel Kosovo, è a Belgrado. O cambia qualcosa qui, o non cambierà nulla laggiù... Se gli albanesi avessero partecipato alle elezioni serbe, oggi governerebbero loro in Kosovo, invece di prendere le armi. Non possono lamentarsi di non avere avuto un'opzione politica....
(LIMES) Lei dunque prevede la secessione del Montenegro?
Tutto dipenderà da Milosevic. La politica della Jugoslavia e della Serbia è un suo affare privato. In questi anni, tutte le altre repubbliche se ne sono andate dalla Jugoslavia. Succederà anche con il Montenegro...
(LIMES) Che cos'è la Serbia oggi?
E' una copia della Jugoslavia di Tito. E' uno Stato multinazionale senza un'idea di nazione. Tutti i gruppi etnici stanno cercando di rafforzarsi preservando la loro integrità. Per superare il problema etnico, Tito aveva creato delle repubbliche federate, mentre oggi Milosevic potrà concedere delle province autonome, ma temo che la fine sarà la stessa... Temo che la Serbia finisca come la Bosnia. Finiremo per avere una federazione con musulmani e ungheresi in Serbia e il Kosovo sarà un'entità separata. E sarà proibito al Kosovo di unirsi all'Albania, così come è vietato alla Republika Sprska di unirsi alla Serbia...
(LIMES) Che cosa resta dell'opposizione a Milosevic oggi?
IRONICAMENTE , SI PUO' DIRE CHE OGGI MILOSEVIC SIA ANCHE IL CAPO DELL'OPPOSIZIONE. NEL 1988, LANCIANDOSI ALLA CONQUISTA DEL POTERE, SI E' PRESENTATO COME COLUI CHE AVREBBE PORTATO DEI CAMBIAMENTI. TUTTI I LEADER DEMOCRATICI SERBI L'HANNO SOSTENUTO. MILOSEVIC APPARIVA COME LA SPERANZA PER LA SERBIA E PER LA JUGOSLAVIA. MA ERA UN INGANNO FIN DALL'INIZIO. Bisognerebbe chiedersi perchè l'elite democratica lo abbia sostenuto. La ragione sta nella nostra storia, nel nostro nazionalismo romantico. Milosevic conosce questo sentimento e si è preso gioco dell'elite democratica. Un'elite che è in crisi dall'inizio del secolo. Non c'è una base di persone qualificate nel campo democratico fra cui gli elettori possano scegliere un loro rappresentante ogni quattro anni.
(LIMES) Eppure qualche tempo fa voi della coalizione "Insieme" - lei, Vuk Draskovic, Vesna Pesic- sembravate uniti.
Che cosa ci univa? La voglia di rimpiazzare Milosevic. Ma eravamo divisi sull'uso del potere. Quando siamo giunti a posizioni di guida, abbiamo capito quanto siamo diversi... Dicono che in Serbia la politica sia sempre una lotta fra due dinastie... Il punto è che una dinastia rimpiazza l'altra e tutto resta come prima. Gli sconfitti vengono imprigionati o uccisi. Il nuovo gruppo sale al potere, vi resta per quaranta, cinquant'anni, poi si ricomincia. Gli altri partiti pensano che la storia si ripeterà. Noi no. Questa linea non ci interessa. Quando sono stato eletto sindaco di Belgrado esercitavo il governo sulla città come Milosevic sulla Serbia: controllo da parte del nostro partito dei media, del denaro pubblico e dei posti di lavoro. QUESTA E' LA RAGIONE DEL COMPLETO COLLASSO DEL NOSTRO STATO.
(LIMES) Lei crede dunque che tutto sta nelle mani di Milosevic, anche per quanto riguarda il Kosovo?
La Serbia è in mano a Milosevic. Fino a che punto il Kosovo sia ancora un affare della Serbia, questo non lo so...
N.B. L'intervista di cui sopra (come quella alla moglie di Milosevic) risalgono al settembre 1998.