Come mai i partigiani italiani, francesi, russi che nell'Europa occupata dai nazisti uccisero e/o presero in ostaggio soldati tedeschi - sottoponendo così la popolazione civile a rappresaglie, rastrellamenti, sfollamenti - sono considerati degli eroi che compirono azioni encomiabili mentre i partigiani kosovari che uccidono e/o prendono in ostaggio soldati serbi sono considerati dei "ribelli irresponsabili"?
Come mai il criterio della "decimazione" - per cui, ad esempio, per i 33 soldati altoatesini uccisi a Roma in Via Rasella nel 1944 furono sterminati dai nazi-fascisti 335 civili - è considerato <> se lo attuano i nazisti mentre se viene attuato dai serbi - la sproporzione fra offesa ricevuta e rappresaglia è incontestabile - è <>?Prima risposta: perchè abbiamo talmente "mitizzato" le atrocità naziste da non accorgerci del loro riprodursi: l'Europa del 1995 era un fiorire di iniziative per ricordare il cinquantennio della scoperta di Auschwitz, mentre poco più a Est accadeva Sebrenica....
Seconda risposta: perchè indignarsi per gli stermini passati fa fine e non impegna....
Dal "Sole 24 ore" del 29/12/98:
"... Milosevic, secondo alcuni, starebbe solo alzando il tono della tensione per avere mano libera all'inizio di gennaio quando nella Federazione jugoslava si giocherà un'altra importante partita: quella del Montenegro. Per il 14 gennaio sono state annunciate proteste di piazza del partito del premier jugoslavo Momir Bulatovic contro il regime del presidente montenegrino Milo Djukanovic, avversario di Milosevic. L'anno scorso il vojvoda di Belgrado cerco' inutilmente di impedirne l'insediamento grazie alla proclamazione dello stato di emergenza. Ma l'allora capo delle Forze armate jugoslave, Momcilo Perisic, si oppose. Perisic ora è stato destituito e le Forze armate sono guidate da fedelissimi del Presidente jugoslavo e la proclamazione dello stato di emergenza potrebbe essere dunque la chiave per "normalizzare" in un sol colpo Kosovo e Montenegro. Contando sul fatto che la Comunita' internazionale si limiterà a sterili inviti al dialogo pur di evitare nuove fratture all'interno della UE, dove esiste ancora
una forte lobby filo-serba (Italia compresa) e di scongiurare nuovi attriti tra Nato e Russia.
Di Milosevic negli ultimi anni si è detto che è solo un "buon tattico", non uno stratega. Per ora, i fatti hanno dato ragione alla tattica.". (Elena Ragusin).
<> di Alberto Negri("Sole 24 ore" del 30/12/98)
"... Di certo, a un tiro di cruise da casa nostra, nel '99 si continuerà a combattere la terza guerra balcanica del secolo, cominicata otto anni fa con la disgregazione dell'ex Jugoslavia, proseguita con la Bosnia e precipitata l'anno scorso in Kosovo. L'obiettivo degli Stati Uniti, della Nato e dell'Europa è quello di limitare i danni di un effetto domino rallentato ma devastante. Anche con un intervento aramto come avvenne nel '95 per la Bosnia. Ma senza farsi troppe illusioni perchè nei Balcani il processo iniziato con la fine della Jugoslavia è fuori dalla portata di ogni previsione e anche gli assetti appena stabiliti possono rivelarsi inesistenti, fondati come sono sulle fragili fondamenta degli accordi di Dayton, che forse è più appropriato definire una tregua piuttosto di una pace.
La situazione interna di Paesi come l'Albania, la Bosnia, la Macedonia e la Serbia non lascia spazio all'ottimismo e i Balcani sono una regione dove la gente non dimentica. I torti vengono tramandati da una generazione all'altra. L'arresto del generale serbo Radislav Krstic- compiuto, è bene sottolinearlo, dalle forze americane - ha riportato d'attualità gli orrori di Srebrenica dove nell'estate del '95 il Corpo della Drina, al comando del generale, fece trucidare settemila uomini e ragazzi inermi, un massacro tra i più atroci nella storia moderna del genocidio. L'arresto di Krstic dovrebbe dare una risposta, almeno in parte, alle accuse secondo cui le forze della Nato non si sarebbero mosse tempestivamente per catturare i criminali di guerra e trascinarli davanti al tribunale internazionale dell'Aja. A piede libero ci sono pesci più grossi di Krstic, dal leader politico dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic al primo dei generali di Belgrado, Ratko Mladic, e alcuni alti ufficiali croati e bosniaci.
La punizione dei criminali di guerra, che risalendo la catena di comando dei serbi porterebbe all'uomo che ha acceso la miccia, cioè Milosevic, è di fondamentale importanza per il futuro dei Balcani e dell'Europa.
Mentre Bruxelles si preparava con l'Unione monetaria ad arredare la casa comune con un superbo sistema di aria condizionata, rappresentato da Maastricht e dalla moneta unica, Sarajevo bruciava e <>, notava qualche mese fa con una punta di sarcasmo lo storico Timothy Gaton Ash in un brillante saggio su <>. L'esportazione dell'euro nei Balcani sarà meno importante della capacità che saprà dimostrare l'Europa di vendere a Est la sua materia prima più inestimabile: l'ordine liberale, lo slancio verso la democrazia, gli ideali di giustizia e libertà che sono stati i pilastri del "suo" dopoguerra...".