Roma, 12 gennaio 1999
RUTELLI IN CINA: LETTERA APERTA DI PAOLO PIETROSANTI AL SINDACO DI ROMA. "NON HAI RICEVUTO WEI A ROMA, E ORA SEMBRA CHE NEMMENO UNA PAROLA TU ABBIA SPESO SUI LAGER CINESI, SUI SINDACALISTI IN GALERA, SUI GENOCIDI. A MENO CHE NON CI RACCONTI, RIFERISCA ALTRO, AL TUO RITORNO"
Paolo Pietrosanti, Consigliere Generale del Partito Radicale, ha oggi rivolto la seguente lettera aperta al Sindaco Rutelli:
"Caro Sindaco Francesco,
tornerai domani dalla tua visita nel piu' vasto paese retto da una dittatura spesso tutt'ora sanguinaria. Anche in questi giorni, anche nelle ore che stai trascorrendo li', in Cina chi intende organizzarsi liberamente viene arrestato, chi esprime il proprio pensiero va a finire in galera, dopo processi farsa; chi intende difendere i diritti dei lavoratori conculcati dal ceto dominante della aristocrazia comunista va a finire in galera.
Questo e molto altro e' assolutamente noto, a te, come a tutti coloro che ti stanno accompagnando nel tuo viaggio. Assai meno noto e' a tanti e tanti altri, a cittadini comuni che ad oggi non hanno avuto modo di ascoltare una sola parola da te a proposito dei campi di concentramento e sterminio, i laogai, che esistono numerosi in Cina, o su altro.
Non intendo in alcun modo fare un processo alle tue intenzioni, nonostante molto; nonostante per esempio il fatto che quando mesi fa venne a Roma su invito di noi radicali il grande dissidente cinese Wei Jingshen tu non lo ricevesti.
Ma senza processo alle intenzioni, ti chiedo una cosa:
magari non hai ritenuto di esternare alcunche' pubblicamente, per ora, avendo invece e molto operato nei colloqui con gli esponenti cinesi. Ma al tuo ritorno occorre che tu alcune risposte le dia: hai sollevato il problema della democrazia in Cina? hai sollevato il problema del Tibet, del Turkestan orientale, della Mongolia meridionale? hai sollevato il problema dei genocidi in atto? hai deposto fiori in Piazza Tienanmen, e se non lo hai fatto, perche'? Cosa hai ottenuto sul piano dei diritti della persona e su quello della democrazia?
Credo che non occuparsi di questo magari soltanto perche' in Cina la gente ha la faccia gialla e non bianca non sia propriamente cosa buona e giusta, e sono certo ne converrai.
Ma allora, al tuo ritorno, occorre che tu racconti. Senza proclami, che semmai i proclami vanno fatti in Cina. Raccontaci cosa hai detto e fatto nel tuo viaggio in Cina.
Chissa': potresti avere a suo tempo deciso di non ricevere il dissidente Wei in previsione del tuo viaggio in Cina, onde potere essere piu' efficace in loco; puo' darsi che tu abbia scelto questo. Puo' darsi.
Ma ora raccontaci cosa hai detto, o se magari sono stati i giornalisti al seguito che hanno censurato tuoi atti e tue parole.
Insomma, facci sapere.
Voglio pure dirti, Francesco, anche se lo sai bene, che non credo affatto che i diritti della persona e la democrazia costituiscano un limite alla attivita' economica e commerciale; ma semmai l'unica potenzialita' e possibilita' di sviluppo stabile. Forse sarebbe ora che i leader di oggi o potenziali si facciano su questo sentire e capire."