("Il Sole 24 ore" di oggi)"Roma - Non si pone, in questa fase, una questione politica con i comunisti italiani e i Verdi sull'utilizzo delle basi Nato presenti nel nostro Paese. L'Italia deciderà <>. Cosi' Umberto Ranieri, sottosegretario agli Esteri, sdrammatizza il problema delle "basi" per una missione in Kosovo, al rientro da un viaggio a Belgrado e Pristina, dove ha incontrato il presidente della Federazione jugoslava, Milan Milutinovic, il ministro degli Esteri Zivadin Jovanovic, il presidente del Montenegro, Milo Djukanovic e il presidente della dirigenza kosovara, Ibrahim Rugova.D) Onorevole Ranieri, un intervento della Nato riaprirebbe il problema sull'uso delle basi italiane. Per un Ds come Achille Occhetto che propone di mettere a disposizione anche aerei italiani, il leader dei comunisti italiani, Armando Cossutta, ribadisce il suo "no". Cosa fara' il Governo?
R) L'Italia prenderà le sue determinazioni in armonia con le istituzioni multilaterali di appartenenza e in coerenza con i propri interessi nazionali. C'e' una soglia oltre la quale, per evitare una tragedia umanitaria, può essere indispensabile il ricorso alla forza da parte della comunità internazionale. Se a questo si giungerà nella vicenda del Kosovo, l'Italia saprà assumersi le proprie responsabilita'.In questa fase, tuttavia, il nostro impegno e' volto a favorire tutte le soluzioni che, fino all'ultimo, possano sanare la frattura tra Belgrado e la comunità internazionale.
D) Dagli incontri avuti con Milutinovic e con Rugova e' emerso qualche spiraglio per un'iniziativa diplomatica?
R) La situazione si e' venuta aggravando sempre di più negli ultimi giorni. Dopo il massacro di Racak, il Governo di Belgrado ha preso due decisioni che hanno un significato di sfida aperta alla comunità internazionale. Si tratta del rifiuto di concedere il visto di ingresso sul territorio della federazione jugoslava al procuratore generale del Tribunale internazionale dell'Aja sui crimini nell'ex Jugoslavia, Louise Arbour, dimostrando la totale indisponibilità a collaborare con la giustizia internazionale per colpire i responsabili del massacro. il secondo atto è la richiesta di espulsione per il capo dei verificatori della missione OSCE, William Walker, definito <>. si tratta di due posizioni inaccettabili da parte della comunità internazionale che, se venissero mantenute, costringerebbero ad una rottura insanabile , condannerebbero Belgrado ad un terribile isolamento e renderebbero più difficile la soluzione della crisi. La nostra speranza è che la pressione della comunità internazionale e della Nato, in queste ore costringa Milosevic ad un ripensamento. Le autorità di Belgrado devono ritornare sui loro passi liberandosi da una posizione irragionevole.
D) Ma per aiutare la ripresa del dialogo occorre che anche gli albanesi e l'UCK abbandonino l'opzione militare.
R) Abbiamo fatto presente a Rugova, così come aveva fatto il ministro Dini qualche giorno fa con il premier albanese, Pandeli Maijko, che le provocazioni non portano da nessuna parte e rischiano di rendere ancora più difficile il dialogo. Abbiamo sottolineato tutti i rischi connessi ad una scelta effettuata dall'UCK per cui solo una lotta armata potrebbe portare ad una soluzione. Ma la verità è che questa posizione renderebbe ancora più difficile la soluzione della crisi ".
Commento all'intervista:
a prima vista le parole di Ranieri sono ineccepibili; ma... e' dato per scontato che l' "armonia con le istituzioni internazionali" vada a braccetto con la "coerenza con i propri interessi nazionali"; le due cose potrebbero essere invece in contraddizione.... le dichiarazioni a sostegno del Tribunale internazionale stridono un po' con il comportamento tenuto da Ranieri a Belgrado (vedi inserimento di ieri).... mi pare grave l'errore in cui Ranieri mi sembra sia caduto, di considerare Rugova in grado di influire sulla politica dell'UcK; Ranieri avrebbe dovuto cercare di incontrare Adem Demaci, rappresentante del braccio politico dell'UcK (avrebbe significato legittimare l'UcK? L'ha già fatto l'Osce, trattando direttamente con l'UcK il rilascio dei prigionieri serbi! L'hanno già fatto i dieci partiti albanesi, che hanno dichiarato di appoggiare la lotta, anche "armata", dell'UcK per la "Repubblica del Kosovo"!).
Peccato infine che il giornalista non abbia chiesto a Ranieri il contenuto degli incontri con le autorità del Montenegro, dove vi sono novità interessanti, come ci informa sempre il "Sole 24 ore" di oggi:
"...quella odierna potrebbe essere una giornata cruciale anche su un altro fronte: quello interno dalla federazione jugoslava serbo-montenegrina. Il governo di Podgorica, da tempo in rotta di collisione con i Milosevic, non sembra disposto a essere trascinato assieme a Belgrado nello scontro frontale con la comunità internazionale. Ieri le autorità montenegrine hanno fatto sapere che non accetteranno lo stato di emergenza, che il regime serbo starebbe per decretare. Ma soprattutto oggi potrebbero riaprire con una decisione unilaterale il confine con la Croazia nei pressi delle Bocche di Cattaro a Debelj Brieg, chiuso dalla federazione jugoslava sin dal 1991: significherebbe la presa di controllo della frontiera internazionale, secondo passo della marcia verso la secessione da Belgrado. Il primo, passato sotto silenzio in queste ore concitate è stata la disponibilità ad accogliere in Montenegro William Walker, che il governo federale jugoslavo ha dichiarato due giorni fa <>: atto di politica internazionale dunque. Podgorica sembra pronta ad affrontare l'inevitabile scontro aperto con l'esercito federale, pur di sottrarsi ai bombardamenti della nato. I principali centri di telecomunicazione, primo obiettivo degli eventuali raids alleati, si trovano infatti lungo la costa adriatica in territorio montenegrino ...".