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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Gianfranco - 3 febbraio 1999
Dopo aver letto con estrema attenzione l'intervento di Giorgio Inzani sul proibizionismo come crimine contro l'umanità e addirittura come crimine di genocidio , ribadisco per quanto mi riguarda il mio totale, profondo dissenso da questa impostazione che non esito a definire dogmatica, integralista e in definitiva pericolosa.
Mi pare un ragionare settario, cioè proprio di una setta ideologica, non di un movimento politico, che oltretutto a mio avviso discredita per l'appunto la nostra credibilità sul fronte del tribinale permanente.

Di questo passo, costituisce un crimine contro l'umanità consentire la circolazione automobilistica, responsabile di migliaia di morti l'anno, mentre per altri versi Giorgio mi deve spiegare perché altri non potrebbero legittimamente chiedere di definire - al contrario -criminale il consentire la diffusione legale delle droghe, come del resto dell'alcol, visto che è certa la nocività di talune sostanze proibite. In un certo senso, i profeti del proibizionismo di inizio secolo muovevano da una speculare demonizzazione dell'alcol.

Infine, con tutto il rispetto per Giorgio, anche il paragone del Congresso del 1935 col Congresso del Cora mi convince ben poco. Tutto qui. Gianfranco

 
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