Giovedì 11 marzo 1999
Dibattito sulla situazione in Kossovo - Intervento di Olivier Dupuis
Dupuis (ARE). - Signor Presidente, Signor Presidente in esercizio, non posso impedirmi di sentire puzza di Monaco in tutto l'approccio europeo della questione del Kossovo. Ci si ostina a non parlare di aggressori e di aggrediti, a considerare gli Albanesi del Kossovo ed il regime di Milosevic sullo stesso piano, a considerare che devono trovare dei compromessi, mentre si sa molto bene che il blocco essenziale viene da Belgrado, quando si sa e ci si deve ricordare che ci sono stati in Kossovo migliaia di morti, centinaia di migliaia di rifugiati e che questa tragedia non è certo stata provocata dai cosi detti estremisti kossovari, ma è stata pianificata da Milosevic, come è stato dimostrato, sia politicamente che giuridicamente, da alcuni rapporti. Possiamo sperare che riuscirete a trovare un accordo e che sarete in grado di applicarlo. Si possono anche nutrire grossi dubbi quando si sa che fin tanto che quel signore sarà a Belgrado, non ci sarà pace per i Kossovari, ma non ci sarà nemmeno democrazia per i Se
rbi e che si troveremo sempre confrontati a minacce di destabilizzazione, come si è visto ancora la settimana scorsa in Bosnia, e che dunque l'edificio che state costruendo con molta arte, molta pazienza e fantasia è un edificio che non si basa su alcun principio reale di democrazia e de Stato di diritto, e che non fa altro che confortare, in definitiva, questo tiranno che, da Belgrado ha massacrato in Bosnia, da Belgrado ha massacrato in Kossovo e che continuerà a farlo perché il suo potere si fonda sul massacro, sulla negazione della democrazia, sulla negazione dello stato di diritto. Non mi faccio alcuna illusione, ma bisognerebbe che finalmente il Consiglio, con una politica europea comune, affrontasse il problema della democrazia a Belgrado e poi evidentemente anche in Kossovo.