Roma 26.03.1999 - Ore 19,15 - Radio Radicale intervista "Isa", portavoce del quartiere generale del Uçk."Le forze terroriste serbe, con tutto il loro potenziale bellico che continua ad arrivare dalla Serbia, continuano ad attaccare un numero sempre più grande di villaggi in Kosovo. Sono state attaccate i villaggi dell'area di Shala, di Llap, di Drenica, di Pashtrik e di Dukagjin. In questi attacchi il nemico ha distrutto e bruciato tutto quello che ha trovato davanti. A Suhareka, sono state massacrate 30 persone e loro case sono state bruciate. Confermo il massacro contro 20 insegnanti nel villaggio di Goden vicino alla frontiera con l'Albania. Nel villaggio di Sallaterk sono stati massacrati altri 20 civili albanesi. Il nemico sta sistematicamente distruggendo e bruciando qualsiasi cosa che è albanese, case, civili e le loro proprietà. Ancora non si sa niente per la sorte di 20,000 civili albanesi, resi prigionieri nella zona di Qirez, che sono stati spinti con la forza e sotto la minaccia dei carri ar
mati nella direzione di Skenderaj (Srbica), presso la fabbrica di munizioni di questa cittadina. L'offensiva del nemico ha preso di mira i villaggi della Comune di Klina, di Skenderaj, e della Comune di Gllogovc. Tutta la regione di Drenica oggi è in fiamme. Ovunque passano i barbari serbi appiccicano il fuoco sistematicamente in tutti i villaggi albanesi senza eccezione nessuna. "Anche nelle città la situazione è altrettanto pesante. Abbiamo informazioni di esecuzioni sommarie, ma non possiamo ancora precisare il numero delle vittime. Hanno bruciato il quartiere vecchio della città di Gjakova, incolpando per questo i bombardamenti della Nato."
Radio Radicale: L'Uçk resiste ancora?
"Isa": "La resistenza continua ed il morale del Uçk è molto alto. Con la nostra resistenza cerchiamo di proteggere la popolazione civile dal massacro. Temiamo molto per la popolazione che non è sotto la nostra protezione, nelle aeree controllate dal Uçk."
Radio Radicale: I bombardamenti della Nato hanno indebolito la forza militare serba nel Kosovo?"
Isa": "I bombardamenti della Nato hanno sollevato il nostro morale, ma fino adesso non si verifica nessuno indebolimento della forza militare del nemico. L'esercito e la polizia speciale, hanno mimetizzato e distribuito le loro forze armate, l'armamento pesante compreso sul territorio, le caserme sono vuote. Attaccano con molta forza, determinazione e crudeltà. Non c'è indebolimento, ma notiamo nervosismo e azioni di folle vendetta contro i civili inermi. La Nato adesso deve colpire i obbiettivi mobili, carri armati, l'artiglieria pesante. Solo cosi' si puo' mettere a salvo la popolazione civile.
27.03.1999 - 17,30 - Radio Radicale intervista nel quartiere generale del Uçk, "Isa", il portavoce di KosovaPress.
"Le ultime novità sono veramente agghiaccianti sul fronte dei massacri commessi in queste contro la popolazione civile albanese. Ieri dalle ore 21. fino alle prime ore dell'alba di oggi, nel posto che si chiama Ura e Lumit Bellaje, ponte ferroviario nel segmento della ferrovia che collega la città di Glina e Prizren, e che si trova presso i villaggi di Rugova e Hasit ed il villaggio Vellacerk di Rahovec, sono stati trovati 35 civili albanesi massacrate. La metà dei massacrati galleggiava nelle secche del fiume, l'altra metà è stata trovata sulla riva del fiume. 500 metri distante da questo luogo, in direzione di Vellacerk, sono state trovate due famiglie di albanesi massacrati. Una delle famiglie era originaria dal villaggio di Vellacerk, l'altra famiglia era ospite nel villaggio di Vellacerk, rifugiata dai bombardamenti del villaggio di Perush. Erano in tutto 13 persone, 8 di loro bambini, 3 donne, e due maschi. I corpi non sono ancora stati seppelliti. Nel villaggio di Vellacerk, sono stati bruciati vivi
dentro le proprie case, due persone anziane che non hanno potuto scappare. "Secondo un testimone, sulla riva del fiume Bellaje, si trovano un numero imprecisato di persone massacrate. Secondo un secondo testimone, nel posto chiamato Via e Llagjecit, vicinissimo al villaggio di Vellacerk, si trova un grande numero di persone fucilate. "Una situazione molto grave si vive in queste ore nella città di Peja, dove è stato appiccicato il fuoco in due grandi quartieri. "In questi momenti i combattimenti continuano su tutto il campo, Kosova è in fiamme. L'esercito serbo, ha abbandonato le caserme, disperdendosi sul terreno bruciando tutto quello che puo'. Due, sono gli obbiettivi dell'alto Comando del Esercito serbo: fare terra bruciata sul terreno, evitare nello stesso tempi i bombardamenti della Nato, che colpisce le caserme. Io stesso, sono stato testimone dei potentissimi bombardamenti dei aerei Mig serbi, contro le nostre postazioni. Su di noi e sugli villaggi, sono buttate centinaia di bombe, ed io sono vi
vo per miracolo, pero' non si contano le case distrutte. Dopo questo ultimo bombardamento abbiamo raccolto 5 civili feriti ed un ragazzo di 13 anni, morto sul colpo, il suo nome è Elbasan Jakup Berisha.""L'Uçk, resiste convinta che non c'è altra strada per arrivare alla libertà cosi' tanto sognata, che stiamo pagando a cosi' caro prezzo. Contrastiamo con successo l'occupatore ed il nemico serbo, anche se il nemico ha messo in azione tutto l'armamento della sua machina bellica e proteggiamo quando possiamo la popolazione civile, che è un bersaglio facile e preferito dal esercito, la polizia, ed i paramilitari." "Dalle città ci arrivano notizie terribili. La città di Gjakova, parlano di altri massacri, specialmente nel quartiere chiamato Geci. Testimoni raccontano che sono in molti i civili fucilati per le strade. Molte sono le case bruciate, il nemico sta mettendo in atto la tecnica della separazione delle donne dai uomini, e poi spara in distanza ravvicinata agli uomini. Questo è veramente agghiacciante.
"Il nemico dispone di un arsenale bellico molto grande e potente, gli attacchi della Nato, non hanno indebolito la sua forza sul terreno. L'unico danno che costatiamo sono le sue riserve di munizione, che in parte sono state centrate dagli aerei della Nato."