Strasburgo, mercoledi 10 febbraio 1999.
Dupuis (ARE). Signor Presidente, una domanda preliminare: non ho ben capito se Rambouillet sia un'iniziativa dell'Unione europea oppure un'iniziativa franco-britannica. Spero di ottenere una risposta a questa domanda. Ciò detto, m'inserisco su quanto ha detto il collega Carnero. Penso che i serbi, il popolo serbo, siano i grandi esclusi di Rambouillet. Ancora una volta l'Europa, in particolare il Consiglio, punta su Milosevic. Si crede che Milosevic sia una parte della soluzione mentre è chiaramente il problema e non ho i dubbi amletici della Signora Aelvoet che si chiede se l'UCK rispetterà le sue promesse. Abbiamo di fronte a noi un signore, Milosevic, che ci ha dimostrato di essere un campione in materia. Credo che si tratti di questioni fondamentali. Ed è altrettanto fondamentale sapere se il Consiglio, quando ci dice che farà pressione perché si arrestino e siano giudicati i colpevoli, analizzerà le dichiarazioni apparse sulla stampa, che sono le comunicazioni tra le unità operative del Kosovo e la lead
ership di Belgrado, per mostrare che la catena di comando non si ferma alla periferia del Kosovo, ma risale direttamente a Belgrado. Spero che si risalirà fino a Milosevic e che l'Europa adotterà una politica chiara su questo punto perché è chiaro che i criminali, coloro che hanno commesso gli atti, hanno ricevuto degli ordini molto precisi da parte di Belgrado. Il procuratore generale aggiunto del Tribunale de L'Aia non dice nulla di diverso quando dice che sarebbe ora che i paesi membri, tra cui alcuni membri dell'Unione europea, trasmettessero le prove in loro possesso e che dimostrano che la catena di comando parte dai villaggi del Kosovo fino a Belgrado, fino al cuore del potere di Belgrado, fino a Milosevic. Sarebbe ora che così fosse e invito il Consiglio a rispondera a questa domanda.