REPORTER ITALIANO RIMASTO DA SOLO IN »TERRA NEMICA
di M. A. A.
Corriere della Sera, martedì 30 marzo 1999
Unico giornalista italiano rimasto a Pristina, Antonio Russo, inviato di Radio Radicale, teme per la sua incolumità: »Sono tollerato. Le autorità sanno che sono qui e non ho obbedito all'ordine di espulsione, ma finora non mi han fatto nulla. Più che per me, però, sono preoccupato per i miei amici kosovari con i quali lavoravo giornalisti, fotografi, scrittori. Non so dove siano finiti e temo il peggio. Dovevamo sentirei tutti i giorni, invece ho perso ogni contatto . A Pristina è difficile, oltre che pericoloso, muoversi: »In giro ci sono solo ronde di uomini armati pronti a sparare: soldati, poliziotti, miliziani o civili. Gli abitanti della capitale kosovara, quelli che non sono riusciti a scappare nei giorni precedenti ai bombardamenti, sono barricati in casa. Per loro la fuga è impossibile: la città, infatti, è circondata dai serbi che non lasciano passare nessuno senza pretendere una lauta mancia: impossibile per questa gente pagare . Il centro principale del Kosovo è ridotto a una città fantasma: per
strada non c'è nessuno, i negozi sono chiusi e vuoti, l'elettricità c'è solo di giorno e di notte viete tagliata. I telefoni funzionano a singhiozzo e i cellulari, comunque, sono stati disattivati. »Non c'è nulla da mangiare - rivela Russo -. La famiglia dove abito (di cui non posso dire nulla di più preciso per motivi di sicurezza) ha fatto un po' di provviste ma potranno durare 10, 12 giorni al massimo. Altri hanno fatto lo stesso. Il rischio di una catastrofe umanitaria è concreto . Altro nemico in agguato è il freddo. »Di giorno non è intenso commenta il giornalista di Radio Radicale ma di notte è pungente e qualche giorno fa era insopportabile. Ieri ho consegnato due coperte ad altrettanti profughi che mi si sono presentati in condizioni pietose. Penso agli sfollati sulle colline. Loro devono essere stremati . La sensazione è che i ribelli dell'Uck non siano comunque lontanissimi da Pristina: »Ieri mattina - racconta Russo c'è stata una battaglia nel quartiere periferico di Germinja. E' durata una venti
na di minuti. Non mi sono potuto avvicinare al luogo degli scontri ma ho sentito chiaramente il rombo dei cannoni e le esplosioni degli obici . Russo può muoversi solo a piedi. In città non ci sono taxi o auto in circolazione. »Raccolgo informazioni - spiega onestamente - ma non posso verificarle. Credo però che la Nato sappia tutto delle violenze perpetrate in città. Sto cercando di procurarmi la lista di 40 intellettuali e personaggi politici arrestati nei giorni scorsi. Non so se ci riuscirò .