A Bruxelles oggi si è parlato molto di Kosovo, e probabilmente se ne parlerà per tutta la notte, dato che è prevista fra questa notte e domani una visita di Primkov, per relazionare dell'incontro di oggi con Milosevic.Innanzitutto la Commissione europea,
che ha annunciato durante il suo briefing quotidiano lo stanziamento di nuovi aiuti per far fronte alla drammatica situazione dei rifugiati Kosovari.
Dopo i 2 milioni di euro stanziati la settimana scorsa, la Commissione ha deciso oggi di fornire 10 milioni di euro, 20 miliardi di lire circa, che fanno parte del budget 99.
Altri 15 milioni di euro sono stati stanziati quali aiuti economici urgenti per i paesi che in questo momento stanno accogliendo i rifugiati kosovari, e cioè Albania, Macedonia e Montenegro. Paesi che, date le gravi condizioni economiche, rischiano di essere destabilizzati da questo afflusso massiccio.
Si è parlato della missione che Emma Bonino, commissaria agli aiuti umanitari, intraprenderà domani in Macedonia, Albania, e forse anche Montenegro, nella quale sarà assistita dal vice ministro agli esteri tedeschi, in rappresentanza del Consiglio dell'Unione. La missione, che dovrebbe terminarsi venerdi' sera è affidata alla NATO, ed ha come scopo principale quello di monitorare la situazione per gestire al meglio questa catastrofe umanitaria, insieme all'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, che attualmente coordina le azioni internazionali.
E' stato dichiarato il sostegno e la volontà ad assistere il Tribunale ad hoc per i crimini commessi nella ex-yugoslavia, affinchè possa giudicare i criminali al più presto e condannare i colpevoli dello sterminio che si sta compiendo in queste ore.
E' stato infine annunciato un probabile incontro del Consiglio, cioè dei Ministri degli Esteri dei paesi dell'Unione Europea, per affrontare altre azioni comuni sul Kosovo.
Per quanto riguarda la NATO:
Continua e continuerà con sempre maggiore intensità la campagna aerea che sta conducendo in Serbia ed in Kosovo. Questo è quanto ha sottolineato oggi David Wilby portavoce militare della NATO nel briefing quotidiano con la stampa.
E' stato fatto il punto degli attacchi aerei condotti nelle ultime ventiquattro ore, attacchi che hanno colpito obbiettivi militari principalmente attorno a Belgrado e Pristina, concentrandosi sulle forze dell'esercito e sulle unità della polizia al fine di diminuirne le capacità di distruzione del dittatore yugoslavo Milosevic.
Wilby ha anche fatto il punto sulle distruzioni commesse dall'esercito serbo:
La prima notizia è che nella valle di Brestovac i rifugiati sono stati probabilmente attaccati da carri d'assalto e dall'artiglieria. Dico probabilmente perchè questa notizia data da Wilby non è stata conferemata. Tuttavia apparentemente i serbi hanno cominciato a sparare sui convogli di rifugiati kosovari.
Numerosi villaggi sono stati saccheggiati e dati alle fiamme.
PEC, città di 100.000 abitanti, nella quale, ieri, i kosovari di origine albanese erano stati costretti ad allontanarsi dalla città sotto la minaccia della distruzione, è stata quasi completamente rasa al suolo.
Pristina è incendiata e saccheggiata.
Dobri do è in fiamme.
Brestovac è stata incendiata dalle truppe serbe, come le città di Dakovica e Orahovac.
A Pritzen migliaia di abitanti sono stati costretti a lasciare la città.
Jamie Shea, portavoce civile della NATO, ha detto testualmente che sembra di essere tornati agli anni 70, all'evacuazioe di Phon Penh da parte dei Kmer Rossi. Un paragone che sembra essere appropriato.
La startegia di Milosevic, secondo la Nato è quella di fare terra bruciata. E' una strategia criminale e premeditata. La dimostrazione sta nel fatto che i kosovari sono caricati su pulmann "organizzati" precedentemente dal regime di belgrado, e non sarebbe stato possibile organizzarli e farli giungere nella regione nei sei giorni di bombardamenti.
La strategia è quella di circondare la città con i carri armati e forzare i cittadini sotto la minnaccia di una strage imminente a essere caricati su autobus appositamente giunti che li condurranno alle frontiere più vicine. I villaggi poi vengono dati alle fiamme.
Quello che accade in Kosovo prova che le azioni delle forze serbe seguono un piano premeditato e che è stato reso esecutivo prima ancora che le bombe cominciassero a scoppiare. Milosevic -ha denunciato Shea- ha utilizzato le negoziazioni di Ramboullet e Parigi per nascondere i suoi piani e preparare questo crimine. Quattro giorni prima della campagna della NATO - ha denunciato ancora- migliaia di albanofoni erano in fuga perchè attaccati dai serbi. Non ci sono giustificazioni per la campagna di pulizia etnica in Kosovo.
Qual'è la situazione secondo la NATO dei rifugiati:
570 mila kosovari hanno lasciato il kosovo dal febraio dello scorso anno. Quasi un terzo della popolazione Kosovara
Negli ultimi giorni sono 180 mila circa i fuoriusciti:
100 mila già in Albania del Nord, che già nelle prossime ore potrebbero diventare 150 mila.
42.500 si trovano in Montenegro.
22.500 in Macedonia, dove ieri sera a Gornie Blatce, e probabilmente non solo, hanno chiuso le frontiere.
Le previsioni sono catastrofiche: Echo, l'agenzia umanitaria dell'Unione Europea parla di 400/ 500 mila possibili rifugiati nei prossimi giorni.
Tutto questo rientrerebbe in una strategia politica di Milosevic, che da un lato vorrebbe destabilizzare economicamente i paesi vicini attraverso l'afflusso di profughi, dall'altro lato utilizzerebbe la strategia della terra bruciata in Kosovo, della distruzione delle infrastrutture, per aumentare i costi della ricostruzione, eventualmente finanziata dagli occiedentali, dato che la yugoslavia non potrebbe tollerarne i costi.
Che cosa intende fare la Nato:
Innanzitutto militarmente non interromperà, nemmeno per Pasqua, anzi incrementerà gli attacchi aerei, fino a quando non si arresteranno i combattimenti in Kosovo. Abbiamo di fronte una macchina militare senza pietà, guidata da Milosevic, ha detto Shea. Non ci fermeremo fino a quando Milosevic non fermerà i massacri. Solo allora si potrà tornare alla diplomazia.
Fermare la catastrofe umanitaria è la priorità della NATO oggi.
Il suo impegno non è solo militare, ma anche umanitario; pur non essendo una agenzia umanitaria, cercherà di portare immediatamente una fornitura di coperte, cibo e medicinali, e denaro per limitare I danni di questa catastrofe. Mezzi di comunicazione e logistica saranno gli strumenti che la NATO metterà anche a disposizione per gli aiuti umanitari.
C'è da aggiungere inoltre che i diplomatici degli stati membri dell'organizzazine atlantica non credono nella riuscita della missione diplomatica di Primakov, anche se ovviamente sperano che porti Milosevic a fermare i suoi massacri.
Sul fronte delle esecuzioni sistematiche della classe dirigente e degli intelletuali kosovari, la NATO ha oggi confermato l'uccisione di Fenhi Agami, braccio destro di Rugova, e di altri quattro leader Kosovari. Mentre sembra che Rugova, della cui uccisione stava circolado una voce questa notte, sia vivo, anche se ferito. Ma della sua sorte non si sa ancora nulla. E sono molti i rumori che corrono.
Infine per quello che riguarda l'incriminazione di Milosevic, davanti al Tribunale Int. per i crimini commessi nell'ex yugoslavia, oltre all'assistenza offerta dalla commissione al tribunale stesso, ci sono importanti prese di posizioni britanniche e soprattutto americane.
L'ambasciatore britannico a Belgrado ha dichiarato che ci sono grandi possibilità che presto o tardi finisca a L'Aia, per le sue attività nel Kosovo.
Il portavoce di Clinton, parla invece di "genocidio potenziale", ed ha definito sconvolgenti le voci che parlano di civili usati come scudi umani intorno alle postazioni militari serbe. Mentre il sottosegretario di Stato americano Pickering afferma che Milosevic è un buon candidato ad un processo ed ad una condanna di un tribunale internazionale, per I crimini commessi in Kosovo.
Mentre continua l'assordante silenzio del procuratore generale del tribunale Luis Arbour, denunciato ieri dal Partito Radicale Transnazionale.
Corrispondenza per Radio Radicale da Bruxelles
Di David Carretta