L' invio di truppe straniere anche solo in Kossovo sarebbe considerato dai serbi lesione della propria sovranità, invasione da contrastare con le armi. Ci si chiede quindi come il contingente non debba avere le caratteristiche militari della forza d' invasione invece che di "peace keeping", anche se le intenzioni politiche non sono "aggressive".
Anche per questo l' intervento dovrebbe essere della NATO, data l' inettitudine delle altre istituzuioni.
Si sa un invasione, per non diventare una carneficina, deve essere condotta con forze quantitativamente molto superiori a quelle nemiche, qualche militare dice triple.
I motivi sono intuibili: per esempio l' invasore è svantaggiato nella conoscenza del territorio, facilmente è meno motivato del nemico, ha alle spalle un' opinione pubblica non controllata, a differenza di quella serba....
Circa i numeri, si quantificano le milizie e le bande criminali serbe presenti in Kossovo, ma bisogna pure porsi il problema delle ulteriori forze che il Milosevich può farvi affluire da Serbia, Montenegro, Vojvodina. Comprendendo queste ultime, il dittatore ha a disposizione 135000 effettivi e può mobilitare altri 150000 riservisti; i suoi mezzi tecnici sono di tutto rispetto: per esempio ha circa 1000 mezzi corazzati.
Pur non volendo insistere sulla regoletta del "triplo", ci si trova a valutare due ipotesi:
1. corpo di spedizione di centinaia di migliaia di militari, preventivandone il rinforzo in tempi brevi con molte altre truppe, per fronteggiare la successiva mobilitazione di riservisti
2. corpo di spedizione meno consistente, atto a debellare soltanto gli scherani già presenti in Kossovo, e intensificazione dei bombardamenti aeronavali sulla Serbia, rendendoli talmente massicci da impedire al regime lo spostamento di ulteriori forze in Kossovo.
In realtà i bombardamenti aeronavali sono necessari anche scegliendo la prima ipotesi.
A questo proposito, non è superfluo spender qualche parola.
Le azioni aeronavali hanno scopi a termine non immediato; sono infatti efficaci soprattutto contro obiettivi di retrovia, poco mobili e poco dissimulabili, come ponti, depositi, centri logistici o di comando o di telecomunicazione, raffinerie, fabbriche di munizioni, armi, esplosivi, missili ("medicine" secondoil professore serbo di Pinocchio...).
Il loro effetto quindi è di compromettere i rifornimenti alle bande della prima linea, che comunque ne risentono non subito ma una volta finite le scorte personali e di reparto. Dunque indeboliscono le truppe in modo lento ma decisivo, e anche per questo sono indispensabili per PRECEDERE & APPOGGIARE qualunque tipo di intervento di terra.
Il regime serbo sta apparentemente accelerando la già programmata e avviata eliminazione della presenza albanese nel Kossovo, per conseguire l' obiettivo prima che lo sviluppo delle azioni NATO comprometta la capacità del suo apparato di affrontare l' UCK e completare la pulizia etnica.
Verosimilmente, pertanto, l' accelerazione sarebbe stata decisa anche in risposta a preparativi di intervento via terra, che si stima richiedano circa due mesi, contro le poche settimane che si stanno rivelando sufficienti per l' espulsione di gran parte della popolazione albanese....
I pacifisti a vario titolo, più o meno estremisti o pentiti, tentano spesso di far credere che un intervento militare sia meno violento se condotto con meno mezzi. E' vero il contrario: un maggior dispiegamento di forze e mezzi rende le operazioni più mirate ("chirurgiche"), sia per il più completo utilizzo della tecnologia, sia perché i militari si sentono più sicuri, e consente eliminare le resistenze più rapidamente e con minor spargimento di sangue.
D' altronde non è una novità: almeno dagli anni trenta i pacifisti propongono per lo più politiche ben più sanguinarie dei loro "avversari" occidentali...
A questo proposito, interessante fu una pensata della gentil signora Susanna Agnelli, che, ministra degli esteridell' allora governo Dini, si ritrovò nella parte della "nazionalpacifista". In nome della sovranità nazionale, ella si oppose all' uso delle infrastrutture italiane per i bombardamenti contro le bande serbo-bosniache, rendendoli così più rischiosi e meno efficaci, e soprattutto salvando Karadzich, Mladich e tanta parte del loro apparato bellico.
Per chiudere, notiamo come da ambienti verdi, tra gli altri, si sia chiesto e si chieda che il necessario intervento militare contro il regime di Milosevich sia dell' ONU; con l' inettitudine che le Nazioni Unite stanno dimostrando da tanti anni, quella è una richiesta di far niente, cioè di lasciare incontrastata la pulizia etnica.