Colloquio con Konstantin Borovoj, deputato della Duma russa. In studio Paolo Pietrosanti.
PP: Abbiamo il piacere di essere collegati con Mosca, con Konstantin Borovoj. E' un deputato della Duma, del Parlamento russo; recentemente si e' iscritto al Partito Radicale. Nei giorni scorsi ha dato vita ad una iniziativa nonviolenta molto significativa relativa a quanto sta accadendo in Kosovo. Vorrei in rimo luogo chiederle di descrivere agli ascoltatori le ragioni che la hanno indotta ad intraprendere questa iniziativa nonviolenta in Russia.
KB: Intendevo dare vita ad una protesta contro la propaganda in atto in Russia contro l'intervento della Nato, contro l'iniziativa di quella che chiamo la societa' civilizzata. Una o due settimane fa la situazione era terribile, quando la propaganda ci mostrava soltanto una parte di quel che accadeva in Kosovo, in Yugoslavia. Era estremamente pericoloso che la nostra societa' non fosse in condizione di comprendere quale realta' fosse la vera realta' in Kosovo. La gente in Russia non aveva alcuna informazione riguardo ai Kosovari, e non aveva che notizie sui bombardamenti. Nel nostro tempo ogni forma di uso della violenza e' terribile, ma qui siamo di fronte ad una attivita' per fermare il regime criminale di Milosevic. Per fermare questa campagna di propaganda ho iniziato un digiuno.
PP: Dunque, il problema che con questa iniziativa ha deciso di sottolineare e' il denegato diritto dei cittadini russi ad essere informati. Un problema generale di democrazia, anche o in primo luogo...
KB: Credo che noi non abbiamo esperienza di una democrazia "normale". Posso ricordare l'esempio di due anni fa, quando inizio' lo stesso tipo di campagna propagandistica contro l'allargamento della Nato. Anche in quella occasione il punto di vista, l'opinione riferita era soltanto una: la Russia e' contraria all'allargamento della Nato. Questo nonostante coloro che in Russia intenderebbero avere rapporti normali con i paesi Nato siano non un gruppo sparuto, ma sicuramente una percentuale consistente. E' una parte ampia della popolazione russa quella di coloro che vorrebbero avere rapporti normali con Italia, Francia, Germania, Stati Uniti. Loro comprendono quanto importante sia questo, che e' un processo di allargamento della democrazia. Sostenevano l'allargamento della Nato. Anche in quella occasione fu pericoloso iniziare la propaganda contro la Nato, contro gli Stati Uniti, propaganda basata su riflessi mentali e volonta' propri delle strutture di tipo sovietico, cioe' contrarie ad ogni influenza di tipo
occidentale nella nostra societa'. Fu davvero pericoloso; e abbiamo provato a lottare contro questo due anni fa, e un anno fa. E' molto importante in un paese democratico che la gente conosca le differenti opinioni, i diversi punti di vista, che si mostrino i vari modi di intendere i problemi.
PP: La sua iniziativa ha riscontrato, ottenuto successo, e per questo lei ha poi deciso di sospendere il digiuno.
KB: Si'. Poco dopo avere iniziato il digiuno ho riscontrato un forte sostegno da persone diverse, e da diversi media, da giornali, periodici, televisioni, radio. Abbastanza presto hanno deciso di sostenermi, di darmi la possibilita' di comunicare il mio punto di vista. Non posso dire con certezza che il mio digiuno abbia cambiato la situazione dell'informazione in Russia, ma la situazione sta ora cambiando rapidamente. Perche' oggi la gente puo' vedere e sentire diverse opinioni, e immagini relativamente al Kosovo, all'Albania, ai Serbi, da diverse emittenti televisive e diversi giornali. E credo che questo fara' rapidamente cambiare la situazione in Russia.
PP: E' decisamente inusuale e non solo in Russia che un parlamentare decida di intraprendere un digiuno. Quale e' stata la reazione dei suoi colleghi della Duma?
KB: La nostra Duma e' molto strana: in gran parte e' composta da comunisti, e da comunisti radicali. Anche prima del mio digiuno avevo gli stessi tipi di problemi nella Duma, perche'é non era possibile esprime le nostre posizioni nella Duma. Ma adesso mi hanno dato qualche possibilita' di esprimere il mio punto di vista. Adesso la situazione nella Duma e' forse piu' radicale di quanto non lo fosse prima della crisi. Perche'é molti sono stati gli eventi in Russia, e non solo alla Duma, dove abbiamo discusso non soltanto degli eventi nella ex-Yugoslavia, ma anche dei rapporti tra i comunisti e il nostro Presidente: e' iniziata una procedura di impeachment, e vi e' una situazione di grave crisi con il Procuratore Generale. La situazione e' molto difficile, ma penso che cio' derivi dalle posizioni molto stupide, molto sbagliate assunte nel caso della Yugoslavia.
PP: Vorrei che gli ascoltatori sapessero qualcosa di piu' su di lei...
KB: sono il leader del Partito delle Liberta' economiche. Prima della mia attivita' politica sono stato il primo presidente della borsa russa. Ho creato qui in Russia molte banche e compagnie occidentali. Vengo insomma soprattutto dal mondo degli affari; ma l'avere compreso quanto terribile fosse la situazione in Russia mi indusse a iniziare l'attivita' politica, perche'é non abbiamo persone con una visione diciamo "normale", con visioni di tipo occidentale sullo sviluppo politico in Russia.
PP: Credo che agli ascoltatori interessi anche sapere quali siano state le ragioni per cui ha deciso di iscriversi al Partito Radicale.
KB: Non abbiamo oggi in Russia partiti politici normali, di tipo occidentale, o personalita' politiche; se non pochi, soltanto coloro che sono in grado di comprendere la reale situazione nel mondo , in Russia e intorno alla Russia, in Europa. Soltanto pochi partiti politici in Russia sono, per cosi' dire, "normali". Tra questi vi e' il Partito Radicale. Per questo ho deciso di sostenere il Partito Radicale Transnazionale in Russia, ho deciso di sostenere le eccellenti persone che gestiscono questo partito nel nostro paese, e in qualche modo di rappresentare formalmente in parlamento non soltanto il mio partito, il Partito delle liberta' economiche, ma anche il Partito Radicale Transnazionale. E' molto importante non soltanto per me, ma anche per il Partito Radicale, ne sono certo.
PP: Un'altra domanda, Borovoj. E' vero quel che si legge, per cui una parte amplissima della opinione pubblica russa starebbe con Milosevic?
KB: Direi che a causa delle campagne propagandistiche in Russia si e' creata una comprensione errata della situazione in Yugoslavia. La campagna propagandistica li ha spinti a leggere la situazione come un confronto tra Yugoslavi e Russi da una parte e Nato dall'altra. La propaganda qui tende a rappresentare un confronto tra la chiesa ortodossa, la chiesa cattolica, e i Musulmani... Si tratta del solito vecchio trucco propagandistico, per spostare la comprensione reale e realistica del conflitto in una comprensione errata.
PP: Come sarebbe possibile intervenire e cambiare questo tipo di panorama della informazione in Russia? mi interessa anche perche' in Italia per certi versi la situazione che lei ha in breve illustrato per la Russia non e' poi del tutto diversa in termini di liberta' di informazione...
KB: Dobbiamo lavorare, dobbiamo creare molti nuovi mass-media, dobbiamo creare nuove strutture politiche democratiche e "normali" nella nostra societa'. E' un problema di lungo termine e di molto lavoro. Noi in Russia abbiamo soltanto otto anni di esperienza democratica, e dobbiamo fare molte cose, anche con il Partito Radicale Transnazionale, e anche con il sostegno del Partito Radicale Transnazionale. E' molto importante per la Russia usare la esperienza democratica internazionale. Perche' e' molto importante per la Russia avere punti di vista evoluti sui diversi problemi. E' certo questione di tempo. Dobbiamo insegnare alle persone a pensare, a capire, a acquisire difese rispetto alle campagne di propaganda in stile sovietico. Dobbiamo insegnare questo.
PP: Grazie, Borovoj. Sono certo che gli ascoltatori siano stati contenti di ascoltarla, di ascoltare le sue opinioni, e di sapere che lei si e' iscritto al Partito Radicale. Restiamo in contatto.
KB: Grazie.