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Conferenza Partito radicale
Forni Ivo Riccardo - 26 aprile 1999
Emma e Pannella con le tigri di Arkan??

Sto seguendo da un po' una mailing list del Pds romano chiamata "Network". Come ovunque, si sta parlando di guerra in Kossovo in questi giorni. Vi ripropongo un intervento di un utente che cita, secondo me a sproposito, i radicali. Vi copio tutto l'intervento, perche' e' un esempio lucido e terribile del punto di vista "filoserbo".

Per approfondire, il responsabile della lista Network e':

Guido Vetere - gvetere@iol.it

mentre l'utente in questione e':

Sandro Rossi - sdrossi@uni.net

per aderire alla lista:

http://www.network-roma.org

*****

[NetWork-Roma]

L'appoggio a Milosevich è unanime ma una poltica razziale non esiste, esiste un'accettabile conflitto razziale che è cosa grave ma è altra cosa.

Non credo ci siano problemi, nell'opinione publica locale e neanche nel partito socialista serbo, sulla trasformazione del kossovo in rapubblica federata: tutti invece rigettano la secessione o l'annessione all'Albania.

considera che in serbia ci sono tre partiti che contano:

1. il partito socialista serbo (diMilosevich che - per inciso - non si è mai defninito comunista se non in tempi in cui lo facevamo anche tu ed io direi che non conta), è il più moderato dei tre e dispone di una buona maggioranza relativa circa 35 - 40% oltre che di un forte controllo sul sistema statale. di fatto negli ultimi 10 anni ha praticato una politica di privatizzazioni molto spinta e si è dotato di una solida rete di media molto diffusa grazie all'appoggio dell'imprenditoria privata.

La Serbia è a tutti gli effetti un paese capitalista fondato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione.

2. il partito democratico serbo di vuk draskovich, nazionalista referente politico delle bande cetniche che fa parte del governo federale yugoslavo. questo partito è stranamente dotato di ingenti mezzi economici e dispone di molti giornali radio e televisoni. (stimabile tra il 20 ed il 30 percento dei voti a seconda delle circostanze).

3. il partito radicale di seselj, referente politico delle tigri di arkan fa parte del governo locale serbo. questo gruppo credo effettivamente fascista e razzista. negli anni passati fu vezzeggiato a lungo da pannella e dalla bonino credo per la sua forte retorica anticomunista e l'odio espresso nei confronti della ex yugoslavja di tito. la sua forza oscilla tra il 15 ed il 20%. anche questo partito vanta una larga disponibilità di mezzi di comunicazione. responsabile dell'unico grave eccidio effettivamente accertato al di là di ogni ragionevole dubbio in bosnja: srbenica.

Le cose sono stranissime, la pulizia etnica in kossovo è praticata essenzialmente per la parte serba dalle bande cetniche di vuk draskovic che stranamente è considerato da sempre dagli americani il possibile interlocutore post Milosevich. forse è real politik: gli accordi si fanno con i duri militaristi non con i moderati.

Per la parte albanese, spesso altrettanto feroce e sanguinaria dei cetnici, anzi sono stati i primi ad iniziare la pulizia etnica già molti anni fa. è praticata da quello che da non molto si chiama uck, uno strano movimento saltato fuori in funzone antiRugova quando questo questi vinse le elezioni in Kossovo con il 90% dei voti. così composto:

1. frazione legata al partito socialista albanese (oggi maggioritaria).

si tratta di una frazione relativamente moderata anche se in competizione con rugova.

2. frazione marxisista - leninista tradizonale nata anni fa in turchia ed animata da ex fedeli del regime maoista di enver oxha (si legge ogja). stranamente molto ricca.

nota per la sua ferocia antiserba. eredi del famoso faro del socialismo in Europa.

3. frazione fascistoide e razzista legata al partito democratico (sic!) di salj berisha. oggi molto idebolita, quasi liquidata, è anch'essa stranamente molto ricca.

impegnata poco in Kossovo, molto in Albania in attentati contro il partito socilista, protagonista dell'assalto al parlamento albanese di qualche mese fa.

4. frattaglie varie legate al narcotraffico ma contano poco: tenute attivamente sott'occhio dagli americani che diffidano.

In mezzo a questi estremismi più o meno accentuati, si situano le persone coraggiose e perbene, molto minoritarie che credo valga veramente la pena di appoggiare:

1. per gli albanesi rugova un ghandiano amante delle convivenza nultietnica. Gode del consenso del 90% dei kossovari ma non ha armi, quindi non conta. suoi uoimini ono stati sterminati dall'uck lui è vivo grazie alla protezione del'esercito serbo.

2. per i serbi vesna pesnich femminista a capo di un piccolo partito (5 - 6%) molto simile alla sinistra italiana ed ultima erede dello spirito multetnico della Yugoslava di Tito. l'unica che non si è imbarcata al governo.

nessuno dei due conta assolutamente niente.

stranissima la situazione a belgrado città : qui convivono circa 700.000 serbi e 100.000 albanesi. non è volato neanche uno schiaffo da nessuna delle due parti e le moschee albanesi sono piene zeppe e protette, per prudenza, dall'esercito che tiene alla larga i cetnici di Draskovich mentre il gran muftì albanese di belgrado si incontra quasi ogni giorno con milosevich.

A testimonianza del fatto che non c'è nessuna politica razziale ma un tragico ed inescusabile conflitto tra nazionalismi nessuno dei quali ha attenuanti ma nessuno dei quali può essere confuso con il nazismo e lo sterminio sistematico degli ebrei in quanto ebrei o degli zingari in quanto zingari.

tu ce lo vedi hitler che si incontra amichevolmente e quotidianamente con il gran rabbino mentre la warmacht difende armi in mano le sinagoghe dagli eccessi delle sa?

sia pure solo fosse per propaganda?

Perciò resto all'antico detto : nomina sunt substantia rerum.

o per stare a kant: noi conosciamo le cose nell'istante in cui le diamo un nome (mi dica Mauro se la traduzione è corretta o se si deve tradurre nel momento in cui).

se sbagliamo nome non siamo più in grado di comprendere la realtà.

Perciò proporrei di abbandonare neoligismi brillanti ma non pertinenti come nazicomunista per cercare di districarci con fatica in un modo complesso e non riducibile ad una dimensione unica e maledettamente popolato di parole difficili e poco ad effetto.

Sandro Rossi

Monterotondo(Roma)

 
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