Proposta di risoluzione in seguito alla dichiarazione del Consiglio
presentata da Olivier Dupuis e Gianfranco Dell'Alba a nome del gruppo ARE
sulla situazione in Kosovo
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sul Kosovo;
A. considerando il persistere della politica di pulizia etnica e degli attacchi contro la popolazione kosovara da parte dell'esercito, della polizia e delle forze paramilitari serbe;
B.considerando che questa politica ha già provocato la morte di decine di migliaia di kosovari, la distruzione di centinaia di villaggi e città del Kosovo, la deportazione e lo sfollamento di oltre un milione di civili, sia all'interno che all'esterno del Kosovo;
C. considerando che da un lato la situazione dei deportati rifugiati all'esterno del Kosovo rimane preoccupante malgrado gli sforzi sostenuti dalle organizzazioni internazionali, dall'UE, dagli Stati membri e dalle ONG e che dall'altro lato diverse centinaia di migliaia di persone deportate rimangono bloccate all'interno del territorio del Kosovo, sotto la costante minaccia degli attacchi dell'esercito o delle milizie serbe e che si trovano in condizioni sanitarie e alimentari estremamente preoccupanti;
D. considerando che quando saranno raggiunte le condizioni per mettere definitivamente un termine alla politica criminale di pulizia etnica condotta dal regime di Slobodan Milosevic, l'Unione dovrà immaginare delle soluzioni appropriate per ristabilire una pace duratura nei Balcani e per mettere in atto una politica di ricostruzione;
E. considerando il ruolo sempre più importante che sono chiamati a giocare i tribunali ad hoc, ed in particolare il tribunale Penale Internazionale per l'ex Iugoslavia, tanto dal punto di vista della giustizia che da quello dell'istituzione e/o del rafforzamento dello Stato di Diritto;
F. considerando che il Tribunale dell'Aia potrà far fronte all'enorme carico di lavoro che rappresentano la raccolta delle prove e l'istruzione delle inchieste contro i responsabili dei crimini di guerra e contro l'umanità in Kosovo solo se la comunità internazionale in generale e l'Unione europea in particolare gli forniranno dei nuovi ed imprtanti mezzi finanziari e logistici;
G. congratulandosi per la decisione dei governi britannico e americano di consegnare al Prucratore Generale del tribunale Penale per l'ex iugoslavia le prove ed i documenti in loro possesso che dimostrano le responsabilità dirette dei più alti rappresentanti del regime di Belgrado nell'organizzazione e nella messa in atto della politica di pulizia etnica, dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi dall'esercito e dalle milizie serbe in Kosovo e salutando la collaborazione offerta dal Procuratore generale d'Albania;
H. ricordando che un rapporto che dimostrava le responsabilità dirette del Presidente Milosevic e del suo regime per i crimini commessi in Kosovo durante il 1998 ed il carattere pianificato ed organizzato dell'operazione di pulizia etnica era già stato presentato a Rambouillet lo scorso mese di febbraio;
I. prendendo atto delle decisioni dell'ultimo Consiglio Affari Generali e delle misure di embargo decretate contro la repubblica Federale di iugoslavia e contro i suoi dirigenti;
1. Ritiene che, in vista di una soluzione della tragedia che opprime il Kosovo, che comporta in particolare il dispiegamento all'interno del Kosovo di una forza internazionale per garantire il ritorno in sicurezza e dignità dei Kosovari, è importate che la presenza delle forze terrestri in Albania e in Macedonia si intensifichi anche al fine di contribuire nell'immediato a scoraggiare qualsiasi attentato alla sicurezza e alla stabilità di questi paesi;
2. invita il Consiglio ed i paesi membri della NATO ad allargare l'azione umanitaria in direzione delle popolazioni kosovare rimaste all'interno del Kosovo creando dei corridoi umanitari protetti militarmente che colleghino l'Albania e la Macedonia al Kosovo, e procedendo, in collaborazione diretta con la NATO, al paracadutaggio di aiuti umanitari alimentari e medicinali;
3. saluta la collaborazione offerta al Tribunale Penale Internazionale dell'Aia in particolare dai governi britonnico e americano, dalprocuratore generale d'Albania, dall'OSCE e da numerose ONG, incoraggia tutti gli sforzi compiuti in questa direzione e reitera il proprio appello pressante ai governi dei Paesi membri che non l'hanno ancora fatto, perché trasmettano il più rapidamente possibile le prove ed i documenti in loro possesso sui crimini commessi in ex Iugoslavia;
4. Ritiene che la deportazione massiccia di centinaia di migliaia di Kosovari costituisce, al di la delle molteplici esazioni commesse, una base sufficiente - conformemente allo Statuto del Tribunale ad hoc per l'ex Iugoslavia e in particolare i suoi articoli 2, 3, 4, 5 e 7 - per l'incriminazione immediata delle più alte autorità politiche e militari di Belgrado, a cominciare da Slobodan Milosevic;
5. si congratula con il governo americano per la decisione di fornire un aiuto finanziario straordinario al tribunale Penale Internazionale dell'Aia e chiede al Consiglio e alla Commissione di decidere l'attribuzione di un contributo finanziario straordinario al Tribunale Penale Internazionale dell'Aia affinché possa condurre a termine il considerevole lavoro d'inchiesta, di raccolta prove e d'istruzione delle inchieste a carico dei responsabili dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Kosovo;
6. rende omaggio agli sforzi di tutti coloro i quali, al fine di garantire la rapidità e l'efficacia dell'azione del Tribunale Penale internazionale per l'ex Iugoslavia, lavorano alla raccolta delle testimonian e delle deposizioni dei Kosovari deportati sui crimini di guerra e contro l'umanità commessi dalle forze militari, di polizia e paramilitari serbe in Kosovo, saluta l'apertura degli uffici del Tribunale Penale Internazionale a Tirana e a Skopje e reitera la propria richiesta al Consiglio, alla Commissione, alla NATO e agli Stati membri perché nessuno sforzo sia risparmiato al fine di assicurare la coordinazione del lavoro di raccolta delle testimoninanze da parte dei Kosovari deportati;
7. Chiede all'Unione di prendere in seria considerazione durante il Consiglio europeo di Colonia una revisione delle prospettive finanziarie della rubbrica 4 , in modo da poter dare, al momento opportuno, un contributo adeguato alla "ricostruzione" della Repubblica Federale di Iugoslavia;
9. Chiede che le misure recentemente adottate dall'Unione europea nei confronti del regime di Belgrado siano rafforzate, includendo anche il congelamento dei beni serbi e iugoslavi all'estero, in modo da accelerare l'indebolimento delle capacità delle forze armate serbe e iugoslave di continuare la politica criminale contro le popolazioni civili;
10. Chiede all'Unione di intergrare con estrema urgenza nella sua strategia di aiuti umanitari un programma di registrazione sistematica dei deportati al fine di contrarstare l'operazione di distruzione dei documenti d'identità metta in opera dal regime di Belgrado;
11. Incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al consiglio, alla Commissione, al Segretario generale e ai governi dei paesi membri della Nato, al governo kosovaro provvisorio e alle autorità serbe e iugoslave.