ALGERIA, TRNA L'ERA DEL CANDIDATO UNICO
José Garçon / libération
La testardaggine del potere algerino, deciso a imporre a ogni costo Abdelaziz Bouteflika, ha appena subìto uno smacco senza precedenti. Il ritiro simultaneo di sei candidati su sette ha messo le autorità in una situazione totalmente inedita svuotando il voto di ogni senso.
Qualunque cosa dica o faccia , Bouteflika faticherà a sbarazzarsi dell'etichetta di presidente illegittimo. E' una catastrofe per un regime che dall'indipendenza, nel 1962, è ossessionato dalla volontà di risolvere il suo problema di legittimità e che già vantava i meriti della "prima elezione di un candidato civile"
Il regime deve questo completo fallimento soprattutto al fatto di avere sottovalutato le numerose resistenze e una reale evoluzione in seno alla società. La determinazione di una parte importante degli alti comandi dell'esercito e dei servizi di sicurezza di iporre il loro candidato ha avuto un effetto devastante sulla classe politica, la società, gli apparati vicino al potere e perfino sull'istituzione militare. Le alte gerarchie dell'esercito, che dovono la loro coesione al fatto di aver sempre raggiunto un consenso attorno alle grandi questioni, non hanno osato correre il rischio di convocare il famoso 2conclave" che tradizionalmente avalla le loro scelte. In realtà sanno che molti quadri superiori pretendono ormai di essere coinvolti nelle decisioni importanti - e quella presidenziale rientra evidentemente tra queste .
Ma non è stata questa l'unica resistenza. Il sostegno a Bouteflika dei dirigenti del Fronte di liberazione nazionale (ex partito unico) , del Raggruppamento nazionale democratico ( ex partito di Zeroual), dell'Unione generale dei lavoratorialgerini (ex centrale sindacale unica), degli islamisti di Ennahda o del Movimento della società per la pace ha provocato scissioni o crisi all'interno di tutte queste formazioni.
Un'altro ostacolo è venuto dallo stesso presidente Liamine Zeroual che non ha smesso di ripetere la sua volontà di andare "fino in fondo per organizzare elezioni regolari e oneste". Le sue prese di posizione hanno permesso agli avversari di Bouteflika di perseguire il proprio tornaconto appellandosi ogni giorno al capo dello stato.
IL GRUPPO DEI SEI
La creazione del "fronte antibrogli", e soprattutto la sua capacità di portare fino alle estreme conseguenze il suo rifiuto di avallare delle elezioni decise in anticipo, costituiscono la peggiore sconfitta del regime, la cui forza gli aveva sempre permesso di impedire, o di interrompere, ogni azione comune dell'opposizione.
Il carattere composito del "gruppo dei sei" non cambia niente al fatto che si stia assistendo a una svolta nella vita politica algerina. Non solo il potere non è riuscito a dividere dei personaggi che pure hanno tanti motivi di disaccordo, ma questo ritiro collettivo segna un successo del più determinato dei suoi oppositori: Hocine Ait-Ahmed, che ha giocato il ruolo di unificatore e motore di questo polo.
Se non si può dire nulla su quale sarà il futuro di questa coalizione , il suo rifiuto di avallare un plebiscito segna l'inizio di una pratica democratica finora poco comune in Algeria . Ma apre allo stesso tempo un periodo di grande incertezza.
IL COMMENTO DI EL WATAN
Ben presto la scrivania di Bouteflika sarà sommersa di richieste. I primi a bussare alla sua porta saranno l'Fln, l'Msp,l'Rnd ed Ennadha, i quattro partiti che hanno usato il sotterfugio " dell'alleanza " per presentarsi come maggioranza presidenziale e mettere Bouteflika davanti al fatto compiuto. Poi sarà la volta degli anziani della nomenklatura degli anni Settanta e Ottanta, che hanno preso il treno Bouteflika per lasciare infine il loro deserto e ritrovare le delizie del potere. E c'è ancora di peggio: i miliardari dell'affarismo versione "import-import ", coloro che hanno "generosamente" messo a disposizione automobili, ville, denaro. nell'attesa che il neoeletto trasformi sempre di più l'economia in un bazar, spalanchi le frontiere commerciali e tenga a freno il fisco.
Esigenze mafiose confortate dall'essenza di qualsiasi progetto economico riformatore chiaro nel programma di Bouteflika. - A.Balil