11/05/1999 (Agence Europe)
Adottando giovedì scorso una risoluzione presentata dalla maggior parte dei gruppi politici, il PE ha chiesto ancora una volta agli Stati membri dell'UE di ratificare lo statuto del Tribunale penale internazionale che sarà incaricato di giudicare i crimini contro l'umanità. La Conferenza diplomatica di Roma aveva adottato il 18 luglio 1998 questo statuto che, per entrare in vigore, dovrà essere ratificato da almeno 60 paesi e che lo è stato, finora, solo da Senegal, Trinidad y Tobago e San Marino. Il Parlamento, che osserva che finora sono stati fatti progressi sostanziali nel processo di ratifica in Italia, Francia, Belgio e Finlandia, chiede all'UE di prefiggersi come obiettivo politico la ratifica da parte di 60 paesi almeno, entro la fine del 2000, e al Consiglio europeo di Colonia di discutere di questo obiettivo, affinché l'Unione possa svolgere un ruolo attivo e determinante nei comitati di preparazione, che si riuniranno in luglio e in settembre prossimi. Il Parlamento esorta inoltre gli Stati membri
dell'UE a non ricorrere all'Articolo 124 dello statuto, che deve permettere loro di escludere i crimini di guerra dalla competenza del Tribunale per un periodo di sette anni, e chiede all'UE di: - fare della ratifica dello statuto un elemento essenziale del negoziato su futuri accordi con paesi terzi; - fare tutto il possibile perché i paesi che hanno accordi di associazione o di cooperazione con la stessa ratifichino questo statuto.