Da "La Stampa" del 16 maggio, articolo di Barbara Spinelli <>:"... I fauotri della Nato faticano a uscire allo scoperto, hanno un modo di dire quasi cospirativo, appena udibile, messo sistematicamente a tacere dalla voce rauca, rimbombante, dei nazionl-comunsiti e dei sondaggi di opinione. La voce è talmente assordante che il deputato liberale Konstantin Borovoy non è riuscito neppure a finire il suo breve discorso contro la destituzione di Eltsin e in favore dell'intervento Nato, alla Duma... Pocoprima di andare in aula,nel suo ufficio alla Duma, Borovoy mi ha narrato le battaglie della piccola formazione da lui presieduta, il Partito per la Libertà Economica che in Parlamento ha appena due deputati. Battaglia per la privatizzazione delle terre, autentico tabù del pensiero politico in Russia. Battaglia contro il nazional-comunismo e contro la falsa stabilitàche Primakov ha garantito fra il settembre '98 e il maggio '99, facendo concessioni ripetute alle nomenclature contrarie alle riforme. E per finire battaglia in favore dell'azione Nato in Kosovo. Borovoy mi fa vede
re la lettera di sostegno entusiasta, che ha inviato personalmemnte al segretario generale dell'Alleanza Solana. Mi mostra il volantino che ha redatto con quattro esponenti democratici - iltesto è favorevole all'azione Nato, ostile a Milosevic - e che è stato paracadutato in Serbia dagli aerei alleati. Mi parla anche lui del pericolo nazionl-comunista, di Primakov che ha lavorato per mesi contro gli interessi occidentali, e come molti è convinto che gli occidentali stiano conducendo una sorta di guerra parallela: La prima, visibile, si combattte in Serbia. La seconda, invisibile ma decisiva, è quella che Borovoy chiama: la campagna per la democrazia russa...".
(La Spinelli non lo sa o non lo dice: Konstantin BOrovoy è iscritto dal Partito Radicale transnazionale e transpartitico)
Dal "Sole 24ore" di oggi:
"...Zoran Djindjic si trova a Podgorica, capitale del Montenegro, perchè a Belgrado, per lui e per gli altri esponenti dell'oppposizione, l'aria si sta facendo sempre più pesante. Ieri sia la Jul, il partito di Mirjana Markovic Milosevic, che il vicepresidente nazionalista del Governo serbo, Vojslav Seselj,li hanno bollati <>. Nell'elenco è compreso anche il presidente montenegrino Milo Djukanovic. Un'accusa che fa salire la tensione tra Belgrado e Podgorica. Ieri il vicepremier montenegrino Novak Kilibarda ha lanciato un altro sasso nello stagno, affermando che il Montenegro è intenzionato a battere propria moneta e a creeare un suo esercito. <>, ha precissato...".Da "La STampa" di oggi, reportage sulla marcia Perugia-Assisi:
"... i rifondaroli capeggiati da Fausto Bertinotti, il politico più famoso e festeggiato della marcia, che per la verità non ha fatto. E' saggiamente arrivato ad Assisi in auto con la moglie Lella e il fido Alfonso Gianni, si è piazzato un'ora e mezza a mangiare al ristorante San Francesco insieme all'amico regista Citto Maselli e signora; poi, quando arrivava il corteo, ha fatto cinquecento metri fino alla porta della città, ha aspettato prendendo un caffè al bar <>, e nell'ultimo chilometro si è unito ai marciatori...".