Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 07 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 25 maggio 1999
Al Procuratore Capo della Repubblica
presso il Tribunale di .................................

Al Procuratore Capo della Repubblica

presso il Tribunale di Campobasso

Al Ministro di Grazia e Giustizia

(per conoscenza)

Loro Sedi

Il/La sottoscritto/a ........................................, nato/a ........................................ il .....................,

residente in ......................................................, presenta il seguente

ESPOSTO

Premesso che:

- a partire dal 1995 sono apparse su vari organi di stampa notizie circostanziate sulle attività politiche ed economiche del signor Giovanni Di Stefano, nato a Petrella Tifernina (Campobasso) il 1· luglio 1955, che risulta attualmente essere in possesso di tre passaporti: quello italiano, quello belga e quello della Repubblica Federale di Jugoslavia, ottenuto "per meriti speciali", nel 1992, con decreto del Presidente Milosevic;

- le attività politiche ed economiche del signor Di Stefano risultano essere strettamente intrecciate con quelle del signor Zeljko Raznatovic, detto "Arkan", cittadino della Repubblica Federale di Jugoslavia, nei cui confronti è stato spiccato un mandato di cattura internazionale da parte del Tribunale internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori della ex-Jugoslavia (TPI);

- a riprova degli stretti e continui rapporti fra il Di Stefano e il suddetto "Arkan", si elencano i seguenti elementi tratti dagli organi di stampa summenzionati (e allegati):

1) nel 1995 il Di Stefano è testimone al matrimonio di Arkan; afferma, altresì, di aver pagato il conto del ricevimento di nozze, ammontante a 300.000 marchi;

2) il 30 giugno 1995, a Termoli, il Di Stefano sposa la signora Mirjana Stanic, segretaria della sua finanziaria serba; sono presenti, fra gli altri, il capo della Corte suprema di Serbia, Jancovic; il presidente del Partito di unità serba, Pelovic; il figlio del Presidente serbo, Marko Milosevic; il servizio d'ordine è composto da agenti della Polizia di Stato, da agenti privati e da uomini dei gruppi paramilitari di Arkan;

3) il 4 agosto 1995, i senatori radicali Stanzani e Scopelliti presentano un'interrogazione (4-05645, allegata) al Ministro degli Esteri in cui si chiede, tra l'altro: "... se il Governo disponga di informazioni che inducano a ritenere che il Di Stefano sostenga finanziariamente le attività criminali di Arkan, di cui così platealmente egli ostenta l'amicizia, e se il Governo abbia comunicato o intenda comunicare ai sensi della legge 14 febbraio 1994, n. 120, tali informazioni al Tribunale internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori dell'ex Jugoslavia...";

4) nel 1996, il Di Stefano lascia la Jugoslavia e torna in Italia, dopo aver ceduto la sua radio "indipendente" belgradese (Radio Tigre) ad Arkan; divenuto presidente del Campobasso Calcio, fonda la "Lega Sud" grazie anche a un finanziamento di un milione di marchi offerto da Arkan, che dichiara: "Non auguro all'Italia quello che è accaduto nella mia terra; il mio aiuto al partito di Di Stefano è un contributo per la pace, l'uguaglianza e l'unità"; a sua volta il Di Stefano dichiara di aiutare Arkan nelle elezioni in Bosnia e di avere pronti 11.000 soldati da contrapporre al leader della Lega Nord, Umberto Bossi;

5) a fine aprile 1999, il Di Stefano presenta al Ministero degli Interni il simbolo del suo nuovo partito "Partito Nazionale Italiano 1861", dichiarando di volersi presentare alle Elezioni Europee; anche in tale occasione afferma di aver ricevuto un miliardo di finanziamento da Arkan;

6) il 9 maggio 1999, Arkan è intervistato su vari giornali a proposito del bombardamento, da parte degli aerei della Nato, dell'Hotel Jugoslavia di Belgrado, che risulterebbe essere il suo quartier generale. In tale occasione, Arkan afferma di detenere il 35% della quota del Casinò dell'Hotel, mentre "il suo amico italiano Giovanni Di Stefano" detiene il restante 65%;

7) il 12 maggio 1999, il Di Stefano è intervistato dal "Corriere della Sera" nel suo quartier generale di Bruxelles sulle voci di arruolamento da parte di Arkan di criminali per operazioni terroristiche al di fuori dei confini dell'ex-Jugoslavia; in tale occasione, afferma: <>.

Tutto ciò premesso e considerato, il/la sottoscritto/a

CHIEDE ALLE S.V.

di accertare l'esistenza di eventuali reati conseguenti dall'intreccio evidente e continuato delle attività politiche ed economiche del signor Giovanni Di Stefano con le attività del signor Zeljko Raznatovic, detto "Arkan"; in particolare, di accertare l'esistenza di eventuali violazione della normativa in materia di finanziamento dei partiti;

di comunicare il risultato della propria attività istruttoria al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, ai sensi dell'art. 6 della legge 14 febbraio 1994, n. 120 (Disposizioni in materia di cooperazione con il Tribunale internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori dell'ex-Jugoslavia, allegata).

Il/la sottoscritto/a chiede, infine, di essere informato/a sull'esito del presente esposto anche in caso di archiviazione.

Dichiara di eleggere il proprio domicilio presso .............................................................................

......................., addì ................... 1999

FIRMA

COMUNICATO STAMPA

ESPOSTO DELL'ESPONENTE RADICALE GIULIO MANFREDI: "LA MAGISTRATURA INDAGHI SULLE ATTIVITA' DEL SIGNOR GIOVANNI DI STEFANO, AMICO DI ARKAN; OCCORRE AGIRE, CON GLI STRUMENTI DEL DIRITTO, CONTRO QUALSIASI FIANCHEGGIATORE DEGLI ESECUTORI DELLA PULIZIA ETNICA".

INTANTO, OLTRE 400 CITTADINI TORINESI HANNO INVIATO UN ESPOSTO PER L'INCRIMINAZIONE DI MILOSEVIC AL TRIBUNALE DELL'AJA....

Giulio Manfredi, esponente torinese del PR, invierà alle Procure della Repubblica di Torino e Campobasso (per competenza) e al Ministro di Grazia e Giustizia (per conoscenza) un esposto sul caso del signor Giovanni Di Stefano, imprenditore italo-jugoslavo venuto in questi anni "all'onore" delle cronache per la sua asserita amicizia col signor Zeljko Raznatovic, detto "Arkan", capo delle formazioni paramilitari impegnate nella pulizia etnica ieri in Croazia e Bosnia e oggi in Kosovo, sul cui capo pende un mandato di cattura internazionale spiccato dal Tribunale dell'Aja.

Giulio Manfredi ha dichiarato:

"Soprattutto in questo frangente, in cui le notizie quotidiane su crimini serbi in Kosovo si accompagnano a segnalazioni autorevoli su attività terroristiche in Italia di matrice serba, è necessario ed urgente che la magistratura faccia chiarezza, finalmente, sulle attività politiche ed economiche del signor Di Stefano, verificando se esse rientrino nell'ambito di una pura e semplice amicizia (riprovevole ma non penalmente rilevante) col signor Arkan e nella periodica ostentazione esibizionistica di "Leghe Sud" del tutto velleitarie, o se nascondano, invece, una costante opera di fiancheggiamento e di collaborazionismo con uno dei principali artefici della pulizia etnica.

Il mio esposto rappresenta il primo caso in Italia di applicazione della legge n. 120 del 1994 in materia di cooperazione delle istituzioni italiane con il Tribunale internazionale dell'Aja, competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori dell'ex-Jugoslavia: dopo cinque anni, è venuto il tempo di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione dei cittadini al fine di affiancare alla "gamba" militare la "gamba" del diritto e della legge; la seconda guerra mondiale terminò veramente con il Processo di Norimberga, che accertò per allora e per il futuro le precise responsabilità penali dei gerarchi nazisti; la guerra in corso in Jugoslavia deve terminare con un Processo dell'Aja che individui, per l'oggi e per il domani, le precise responsabilità penali dei gerarchi serbi, Milosevic per primo; al riguardo, sono di inestimabile valore giuridico e civile le centinaia di esposti per l'incriminazione di Milosevic che, a Torino come a Tirana, il Partito Radicale transnazionale sta raccogl

iendo e sta inviando, quasi in tempo reale, al Tribunale dell'Aja.".

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail