Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 07 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Centro Radicale - 26 maggio 1999
UE/EUROPA DEL SUD/EST

La Commissione europea propone degli accordi di stabilizzazione e di associazione - Dialogo politico multilaterale

Bruxelles, 25/05/1999 (Agence Europe) - La Commissione europea, traendo le conclusioni dalla crisi del Kosovo, per la stabilità dell'Europa del sud-est e dell'Europa globalmente, adotterà mercoledì riguardo allo sviluppo futuro delle relazioni tra l'UE e i paesi della regione, una comunicazione il cui scopo principale è lanciare a tali paesi un messaggio politico chiaro che indichi loro che hanno un futuro e delle prospettive reali in Europa. Per concretizzare l'impegno la Commissione propone un "approccio regionale rafforzato per i paesi dell'Europa del sud-est nel quadro della stabilizzazione della regione".

La redazione di tale comunicazione è il frutto di un lungo lavoro preparatorio realizzato sotto l'autorità del commissario europeo van den Broek, lavoro che ha confermato la validità dell'approccio regionale seguito dal 1996 dall'UE nelle sue relazioni con tali paesi, pur sottolineando la necessità sia di una maggior flessibilità nell'applicazione di tale approccio e del ricorso a nuovi strumenti. Un tale strumento sarebbe la conclusione di accordi detti di "stabilità e associazione", restando inteso che questo nuovo strumento regionale per le relazioni contrattuali con la regione sarebbe differenziata per tener conto sia della situazione specifica di ogni paese e dell'acquis attuale con ognuno di loro accordi di cooperazione con Tirana e Skopje e Accordo di trasporto con Skopje, preferenze commerciali autonome con gli altri paesi dell'ex Iugoslavia, vedere oltre). Concretamente mentre la prospettiva di concludere nuovi accordi sarebbe offerta a tutti i paesi in causa, la Commissione dovrebbe:

1) far rapporto nei prossimi giorni al Consiglio (un Consiglio affari generali viene previsto per il 31 maggio) su: - apertura di negoziati in vista di un nuovo accordo con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, conformemente alle conclusioni del Consiglio affari generali del 26 aprile scorso e alla dichiarazione adottata dopo il "dialogo politico" tra la Troika dell'UE e il primo ministro e ministro degli esteri dell'Arym, Georgievski e Dimitrov (EUROPE del 29 aprile pp. 4/5); - la possibilità dell'apertura di tali negoziati con l'Albania, alla luce in particolare del "dialogo politico" tra la Toika e il ministro degli esteri albanese Milo (cfr. EUROPE citato)

2) ricordare che i negoziati in vista del negoziato di accordi con l'UE potrà iniziare con la Bosnia Erzegovina, la Croazia e la Repubblica federale di Iugoslavia solo quando le condizioni richieste saranno soddisfatte. Ma la Commissione potrebbe iniziare a preparare delle relazioni tecniche sulla fattibilità dell'apertura di negoziati con Bosnia e Croazia

3) indicare che tutto questo a uno stadio ulteriore diverràuna parte della strategia futura dell'UE che sottolineerà che ogni paese avrà una prospettiva di avvicinamento maggiore, nella prospettiva di una piena integrazione nelle strutture europee.

Nei lavori preparatori la Commissione ritiene che le relazioni con i paesi balcanici dovrebbero svilupparsi a vari livelli:

1) democratizzazione, società civile e sviluppo delle istituzioni. Si tratterà in particolare di: - contribuire alla stabilità delle strutture politiche dei paesi in causa, cosa che vuol dire il sostengo alle elezioni libere e giuste e all'istruzione degli elettori, lo sviluppo di pratiche parlamentari, la riforma legislativa, l'incoraggiamento ai media indipendenti; - preservare lo Stato di diritto grazie in particolare al sostegno alla giustizia e alla polizia e anche ad iniziative a lungo termine miranti all'educazione civica nelle scuole e all'affermazione di valori multiculturali;

- vegliare all'efficacia della pubblica amministrazione in particolare con programmi di formazione e anti corruzione; - garantire la redditività della società civile stabilendo in particolare una rete regionale di Fondazioni per la democrazia cosa che potrebbe concretizzarsi abbastanza presto partendo da progetti o proposte già esistenti per la Bosnia Erzegovina, il Kosovo, l'Albania e l'Arym).

2) commercio. La Commissione presenterà presto una proposta formale sull'evoluzione del regime commerciale bilaterale con l'Albania verso un regime preferenziale e vuole in futuro proporre preferenze commerciali separate per la Bosnia Erzegovina e la Croazia.

3) assistenza economica e finanziaria. L'assistenza finanziaria ai sensi dell'approccio regionale, tenendo conto di tutte le linee di bilancio in causa, supera i 700 milioni di euro per l'anno in corso, ma la Commissione ritiene questo insufficiente. Farà poi proposte per permettere di utilizzare in modo flessibile e non burocratico gli strumenti di aiuti dell'UE e per incoraggiare il finanziamento da parte del settore privato. In particolare nei lavori preparatori la Commissione: - insiste sui programmi destinati a vari paesi e una percentuale dell'aiuto salvo quello umanitario, compresi i prestiti della BEI, potrebbe esser dedicato alla cooperazione multinazionale o transfrontaliero tra Stati della regione con i paesi vicini e con i paesi dell'UE; - ritiene che l'aiuto bilaterale potrebbe comportare un alleggerimento o un annullamento del debito dei paesi che sono stati più duramente colpiti dalla crisi del Kosovo.

4) dialogo politico. Partendo dal dialogo politico bilaterale si tratterà di sviluppare un dialogo a un livello multilaterale e regionale (escludendo per ora Belgrado). Il dialogo potrà: - svolgersi al livello degli alti funzionari o al livello ministeriale; - comportare l'adozione di dichiarazioni politiche; - arrivare alla creazione di meccanismo per discussioni tecniche (come nel caso della Task Force consultiva per la Bosnia)5) giustizia e affari interni. I temi dovrebbero divenire un elemento essenziale della cooperazione tra l'UE e i paesi della regione, cooperazione che dovrebbe coprire in particolare: - la promozione di un sistema giudiziario indipendente e anche di una polizia efficace (l'UEO potrebbe avere un ruolo partendo dalla sua esperienza in Albania); - lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione, alle frodi e al contrabbando; - la partecipazione di tutti i paesi al programma di lotta alla droga per il sud-est dell'Europa; - miglioramento dei controlli alle frontiere; - campagne per l

a prevenzione delle migrazioni nell'UE (anche con accordi bilaterali sulla riammissione di cittadini nazionali).

La situazione di ogni paese in causa

Le prospettive per i vari paesi in causa dovrebbero essere i seguenti:

- la Bosnia Erzegovina dovrebbe continuare a beneficiare delle preferenze commerciali autonome accordate dall'UE e dell'aiuto Phare alla ricostruzione e alla creazione di istituzioni (mentre beneficerà pienamente delle risorse "tradizionali" di Phare solo quando le condizioni saranno soddisfatte). Quanto le condizioni richieste saranno soddisfatte, la Bosnia Erzegovina potrà aprire dei negoziati in vista di un nuovo accordo

- la Croazia dovrebbe continuare a beneficiare delle preferenze commerciali autonome, mentre i progressi fatti fino ad ora non bastano per giustificare la sospensione dell'aiuto ai sensi di Phare. Ma l'UE ha già fornito un aiuto (in particolare umanitario e alla democratizzazione) e continuerà a contribuire in particolare alla riabilitazione delle zone di ricezione dei profughi che tornano a casa. Quanto alla conclusione di un accordo con l'UE i termini sono gli stessi di quelli per la Bosnia

- la Rfy sarà eleggibile a tutti gli strumenti previsti appena avrà adempiuto alle condizioni ma nel frattempo le sanzioni contro la Serbia continueranno ad applicarsi e non è opportuno esaminare l'eleggibilità del paese alle preferenze commerciali autonome e Phare. Quanto al Montenegro l'UE continuerà ad aiutarlo tramite altri strumenti.

- l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia continuerà a beneficiare dell'aiuto dell'UE anche ai sensi di Phare, e un aiuto per la ricezione dei profughi sarà accordato appena si disporrà delle informazioni necessarie. Inoltre l'accordo di cooperazione e l'accordo per i trasporti con l'UE continueranno ad essere applicati mentre se il Consiglio decide in tal modo la Commissione potrà far raccomandazioni per il negoziato di un accordo di nuovo tipo.

- anche l'Albania continuerà ad usufruire dell'aiuto dell'UE, compreso quello di Phare. Inoltre, l'Albania usufruisce di un aiuto di bilancio per l'accoglienza dei profughi, e l'attività della missione di assistenza doganale sarà sviluppata. La cooperazione si svilupperà sulla base dell'accordo dicooperazione economica e commerciale e la Commissione è pronta a fare rapporto, al momento opportuno, sulla possibilità di aprire negoziati in prospettiva di un accordo di tipo nuovo.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail