("Il Corriere della Sera" del 28 maggio 1999)<>: per il presidente del Consiglio italiano Massimo D'Alema l'incriminazione di Milosevic da parte del Tribunale dell'Aja non modifica la necessità di premere sulle autorità jugoslave per una soluzione diplomatica >>.L'accostamento di un'incriminazione formale (vedi il testo in questa conferenza) da parte di un tribunale internazionale all' "avviso di garanzia" nostrano squalificherebbe un oscuro avvocato di provincia; se lo fa un Primo ministro di un Paese che ha , tra l'altro, fornito al TPI il suo primo Presidente (Antonio Cassese), silenzio e ossequio .
Ma forse D'Alema aveva in mente quegli "avvisi di garanzia" che furono considerati "prove certe di colpevolezza" e che servirono a far fuori i politici della Prima Repubblica (tranne D'Alema e compagni); da questo punto di vista, allora, la cantonata di D'Alema è di buon auspicio