i kosovari, e non kurdi, di cui olivier dupuis chiede la liberazione come elemento politicamente importante in vista degli "accordi di pace" per il kosovo, non sono figli di un dio maggiore, si tratta di una situazione completamente diversa, altrettanto drammatica, ma completamente diversa.
da una parte il popolo kosovaro che per decenni ha risposto all'aggressione del regime di belgrado pacificamente e a volte nonviolentemente, dall'altra gli indipendentisti hanno scelto la lotta armata e hanno scelto una lotta armata che aveva obiettivi anche non turchi.
i radicali si sono, sin dall'inizio, occupati dei kosovari dialogando con loro politicamente, consigliandoli, battendosi insieme e facendo della questione della liberta' del kosovo e della democrazia in serbia un punto fondamentale e fondante della azione politica nonviolenta di questi ultimi 10 anni in europa e in sede onu. i kurdi, invece, sono stati "aiutati" dalla sinistra ufficiale italiana, una sinistra che con tutte le alleanze trasversali e i contatti altolocati che ha, si e' fatta "sfuggire" di mano ocalan, lo ha sostanzialmente riconsegnato in mano ai turchi, lavandosene le mani, e non e' mai riuscita, dal profondo del proprio pacifismo, a contaminare gli indipendentisti kurdi con metodi di lotta che fossero altri dal kalashnikov.
last but not least, i comunisti e post-comunisti non si sono mai pronunciati a favore della democrazia in turchia, iran e iraq (per non parlade della serbia, cina, cambogia e via via elencando).
quindi, concludendo, lungi da me il sostenere che che tutte le disgrazie dei kurdi stiano nella "alleanza" con i sinistri italiani, sarebbe mera demagogia, ma credo che si possa dire che l'agire di questi signori non e' politico, ma propagandistico e alla fine dei conti, pure controproducente per la causa che questi signori dicono di voler sostenere. (un altro caso illustre di interesse sinistro potrebbe essere la baraldini...)
non si tratta quindi di paternita' divine, ma di compagni di lotta (e di governo)