Si tratta del diario che la moglie di Milosevic ha scritto per la rivista belgradese "Duga" dal dicembre 1992 al luglio 1994.
La qualità degli scritti è mediocre; la Markovic svolge con zelo la funzione di "sponda di sinistra" del regime del marito, attaccando le opposizioni ma non perdendo occasione di pronunciarsi contro il nazionalismo (e, quindi, contro il "fascista" Seselj e contro Karadzic), contro il maschilismo (polemica contro la festa dell'8 marzo), contro i 102 partitini serbi (mentre com'era bella la Jugoslavia di Tito ...). Può essere paragonata alla funzione di "sponda di sinistra del regime" che Bertinotti svolge in Italia ad un livello, naturalmente, meno tragico e più ridicolo..... Ecco qualche stralcio dal libro:
1) "... gli obblighi materiali che la Serbia ha nei confronti dei serbi fuori dalla Serbia, nelle regioni coinvolte nella guerra, e nei confronti dei profughi che da quelle regioni sono giunti in Serbia... le grandi spese per l'aiuto bellico ai serbi in Croazia e poi anche ai serbi in Bosnia hanno diminuito la forza materiale della Serbia... (pag. 57)";
2) "... Negli ultimi tempi si trasportano continuamente le ossa e le salme da una parte del paese all'altra. Da noi la frase "si rivolta nella tomba" non è affatto una figura retorica. Il trasferimento dei morti un po' più significativi è quasi una regolare attività partitica e politica... (pag. 60);
3) "... Sul NIN è uscita un'intervista con Vuk Draskovic intitolata "Il momento per una mossa virile", da una frase di Draskovic contenuta nel testo dell'intervista. Diciamo anche che sia il momento per una mossa virile. Però Vuk Draskovic non è l'uomo adatto... Si è dimostrato, purtroppo, nel caso concreto particolarmente, che dietro le esibizioni terminologiche si trovano anche le esibizioni politiche...";
4) "(4 maggio 1993) Domenica ad Atene, verso mezzogiorno, finalmente anche la parte serba come si dice nel linguaggio diplomatico attuale, ha firmato il piano Vance-Owen. Ora le chance per sperare nella pace in Bosnia sono reali, o almeno molto più reali che finora. E poi, quella firma fa diminuire la possibilità dell'ulteriore espansione della guerra nella penisola balcanica... tutti i cittadini della Serbia, dall'inizio della guerra fino ad oggi, hanno portato un grande peso, si sono esposti alle enormi rinunce per aiutare i serbi bosniaci. L'incessante aiuto umanitario a tutti i serbi in tutti i territori coinvolti nella guerra, ai combattenti al fronte e ai profughi da questi territori che si trovano in Serbia, ha impegnato tutte le risorse materiali ed economiche esistenti in Serbia, e questo sforzo è di per sè è sufficiente per incrinare la stabilità economica e sociale della società. L'anno scorso, inoltre, con le sanzioni introdotte dalla comunità internazionale come risposta all'appoggio e all'aiuto
(oppure alle modalità di questo appoggio e di questo aiuto) che la Serbia porge ai serbi bosniaci, la stabilità economica e sociale è diventata molto precaria...";
5) " (24 maggio 1993) A Banjaluka sono state distrutte le moschee... Verso la metà degli anni ottanta la Jugoslavia fremeva perchè sul Kosovo le tombe serbe, i monumenti funebri e i monasteri venivano profanati dagli estremisti albanesi. Tutte le persone oneste, non solo i serbi, hanno condannato questi fatti qualificandoli come barbarie. La gran parte dell'opinione pubblica internazionale ha avuto molta comprensione per l'umiliazione che questa barbarie aveva inflitto al popolo serbo. Mi è per lo meno difficile capire che solo alcuni anni dopo una parte di questo stesso popolo serbo compie verso un altro popolo (qualsiasi altro popolo) quelle azioni che considerava barbare e vili quando ne era vittima ...";
6) " (5 settembre 1993) Oggi a Corfù si è tenuta la celebrazione del 75· anniversario dello sfondamento del fronte di Salonicco: è stata inaugurata sull'isola la Casa Serba, come simbolo della lotta comune dei due popoli nella prima guerra mondiale, come segno di solidarietà del popolo greco con l'esercito serbo...";
7) " (10 settembre 1993) La dichiarazione di Biljana Plavsic sull'espulsione di tutti i musulmani dalla Bosnia orientale e sulla propria disponibilità a dare loro almeno una parte dell'ex Bosnia ed Erzegovina pur di non incontrarli più, pur di non avere contatti con loro, è puro nazismo ... A noi "il mondo" rinfaccia la responsabilità della pulizia etnica dei musulmani bosniaci da parte dei serbi. Non neghiamo questa responsabilità. Ma allora perchè abbiamo una reazione così tiepida al sentire la dichiarazione brutale su tale pulizia etnica da parte della vicepresidente del nuovo Stato serbo nell'ex Bosnia ed Erzegovina, la Republika Srpska. Questa dichiarazione nazista merita di avere qui in Serbia una reazione tempestosa, sia della destra che della sinistra, sia da parte del governo che da parte dell'opposizione, semplicemente da tutte le persone. Perchè nazista... Ho l'impressione, però, che molte persone sottovalutino il pericolo che il fascismo possa verificarsi qui, succedere a noi... Del resto, la sto
ria recente forse non rappresenta un grande e terribile monito? Hitler non veniva forse fino all'ultimo momento, fino al suo trionfo elettorale, sottovalutato da persone intelligenti e colte, che lo consideravano uno sciocco che per la verità ne diceva di cotte e di crude, ma quelle parole non sembravano poter avere una risposta dal popolo di Goethe?... Tutti i colori possono stare assieme, eccetto il nero. Gli eventi dimostreranno, il tempo dimostrerà, ma non in un tempo lontano, bensì molto vicino, che sotto questo aspetto avevo ragione...";
8) " (30 settembre 1993) Ieri sera per la prima volta ho visto e ho sentito Vojislav Seselj in televisione... lui non può rappresentare la Serbia, non può parlare asuo nome. Lui non capisce la Serbia e la Serbia non capisce lui ... quella trasmissione ha svelato con semplicità, con chiarezza e con facilità il programma politico di Seselj. Esso è contenuto in quella frase quasi incredibilmente brutale, morbosa: che non avrebbe sgozzato gente perchè non è igienico, che avrebbe praticato esclusivamente l'impiccagione ... Ormai da giorni, Seselj attacca i comunisti e me ... perchè Vojislav Seselj, serbo di Bosnia ed Erzegovina, un uomo sano e relativamente giovane, fisicamente e politicamente molto attivo, resistente e vigoroso, nel bel mezzo della terribile lotta dei serbi bosniaci contro gli ustascia e gli estremisti musulmani, non è assieme al proprio popolo? Se non a capo del proprio popolo, allora almeno tra le sue file? ... E' facile fare la guerra contro di me, è difficile farla contro i mujahedin... Nono
stante tutto è facile vivere a Belgrado ed è davvero difficile a Sarajevo...";
9) " (18 dicembre 1993) ... Kosovo era un pretesto. Tutto deve cominciare con un pretesto. La degradazione che subivano i serbi del Kosovo è servita al popolo serbo come un grande meccanismo per svegliare le loro autocoscienze. E del tutto giustamente ... Il culmine della degradazione del popolo serbo nel Kosovo e la protesta contro quella degradazione agevolavano gli sforzi per la riaffermazione degli interessi del popolo serbo. Così un concorso di circostanze, improvviso e positivo, ha facilitato e accelerato gli sforzi a equiparare la Serbia dal punto di vista legale e politico alle altre repubbliche jugoslave e a liberare il popolo serbo dal complesso di colpa nell'esprimere i propri interessi economici, politici e culturali, a liberarlo dalla paura che, esprimendo i propri bisogni, avrebbe danneggiato gli altri... La battaglia giusta e bella per l'affermazione nazionale di tutti gli interessi del popolo serbo in Jugoslavia, ma senza danno per gli altri popoli jugoslavi, cominciata nel novembre del 1984,
nel corso del 1989 è degenerata diventando un nazionalismo sempre più aggressivo. Questa degenerazione è avvenuta nel momento in cui hanno "issato la bandiera" coloro che in precedenza avevano paura di portarla e persino di trovarsi nelle sue vicinanze mentre la portavano gli altri...".