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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 15 giugno 1999
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("Sole 24ore" del 15 giugno 1999)

"Belgrado - L'ultranazionalista Vojislav Seselj è uscito dal Governo di Belgrado abbandonando il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic. <> ha detto Seselj, contestando Milosevic il cui partito socialista serbo (Sps), assieme a quello della moglie Mira Markovic (Jul, Sinistra unita jugoslava), ora non ha più, anche se per poco, la maggioranza in Parlamento (110 seggi su 250). Ma osservatori a Belgrado sostengono che Seselj, abile amministratore e stratega del proprio futuro politico, intende in realtà speculare sul diffuso scontento popolare e incassare, nelle prossime elezioni politiche, i frutti che il revanscismo delle decine di migliaia di profughi in fuga dal Kosovo gli assicureranno.

Un Seselj sganciato dal potere in crisi è potenzialmente pericoloso per l'attuale regime e per lo stesso futuro percorso della democrazia in Serbia. Sfruttando la delusione dei serbi per le precedenti, sciagurate guerre di Milosevic in Croazia e in Bosnia, Seselj ha oculatamente amministrato il suo capitale elettorale fino ad ottenere 82 deputati al Parlamento di Belgrado. Ora a Milosevic restano due alternative. Il presidente potrebbe infatti richiamare al governo Vuk Draskovic, ambiguo leader del Movimento per il rinnovamento serbo (Spo, 45 deputati). Draskovic stesso avrebbe lanciato un messaggio circa la sua disponibilità a tornare al potere affermando oggi che <>, con una chiara allusione a Seselj. Ma quest'ipotesi è giudicata meno probabile rispetto a quella che prevede la formazione di un governo di minoranza con l'appoggio esterno del Partito radicale serbo (Srs) di Seselj.

Quest'ultimo potrebbe così controllare l'azione del Governo senza venir necessariamente coinvolto nell'adozione di eventuali, impopolari provvedimenti. Milosevic sarebbe inoltre orientato verso questa seconda soluzione non considerando affidabile l'inquieto Draskovic, ex leader dell'opposizione. Seselj, sfruttando il disastro economico del Paese, potrà inoltre riproporre il suo programma populista che prevede un salario uguale per tutti e un posto di lavoro per tutti. Argomenti demagogici ma convincenti, che sono alla base anche del programma del partito della signora Markovic-Milosevic, di estrema sinistra. Slobodan Vuksanovic, vice di Zoran Djindjic del Partito democratico all'opposizione, ha detto di non ritenere probabile una crisi di governo ricordando che Seselj aveva già in passato appoggiato dall'esterno il governo Milosevic.".

 
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