PRIGIONIERI KOSOVARI IN SERBIA: L'INAZIONE DELL'UNIONE EUROPEA E' VERGOGNOSA.
NESSUN AIUTO UMANITARIO ALLA SERBIA FIN QUANDO L'ULTIMO DETENUTO KOSOVARO NON SARA' STATO RILASCIATO .
DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE E DEPUTATO EUROPEO
Roma, 23 giugno 1999. Si stanno moltiplicando le testimonianze di ex detenuti kosovari scampati al trasferimento in Serbia e le dichiarazioni di rappresentanti delle Nazioni Unite e di organizzazioni non governative secondo le quali sono ancora migliaia i detenuti kosovari in Serbia.
Dichiarazione di Olivier Dupuis, segretario del Partito Radicale e deputato europeo:
"Quanto abbiamo denunciato a più riprese nelle scorse settimane si è dunque compiuto. I nostri pressanti inviti ai negoziatori perché l'Unione includesse fra le condizioni della Nato a Belgrado la liberazione immediata e senza condizioni di tutti i detenuti politici e di guerra kosovari non sono stati accolti. Oggi rischiamo quindi di trovarci di fronte all'ennesimo fatto compiuto e ricatto di Milosevic: trattare con lui la liberazione dei 3.000 detenuti politici e prigionieri di guerra, incarcerati per la loro opposizione al regime di Belgrado o vittime dei rastrellamenti degli ultimi mesi.
A questo punto è dovveroso e urgente che l'Unione europea faccia arrivare al regime di Belgrado e ai cittadini della Serbia un messaggio molto chiaro: anche gli aiuti umanitari saranno bloccati fino a quando l'ultimo detenuto kosovaro non sarà stato liberato e consegnato alle autorità delle Nazioni unite in Kosovo."
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