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Partito Radicale Roma - 1 luglio 1999
"L'EUROPA DEVE ARMARSI PER I SUOI NUOVI COMPITI"

Dal Corriere della Sera(pag. 14), giovedì 1 luglio 1999

Di A.Bo.

Bruxelles- Fino a che i Paesi dell'Unione non si doteranno di mezzi militari adeguati, l'identità di difesa europea "resterà nel campo delle buone intenzioni". E' duro, l'ammiraglio Guido Venturoni alla sua prima conferenza stampa come nuovo presidente del comitato militare della Nato, l'organismo che riunisce i capi di stato maggiore dei Paesi dell'Alleanza e che ne elabora le strategie militari.

Secondo quanto ha spiegato ieri ai giornalisti, tre sono le principali lezioni che gli strateghi dell'Alleanza possono già trarre dall'esperienza del Kosovo. La prima riguarda appunto l'inadeguatezza delle capacità militari degli alleati europei.

"Gli Usa hanno fornito il sessanta per cento dei mezzi aerei. Senza gli Stati Uniti, la Nato non avrebbe mai potuto condurre la campagna di bombardamenti che ha condotto. Molto semplicemente, gli altri paesi non hanno i mezzi necessari. Occorre che gli alleati europei si mobilitino in questo senso, altrimenti l'identità di difesa europea è destinata a restare nel campo delle buone intenzioni".

Secondo l'ammiraglio, una razionalizzazione delle spese militari degli europei dovrebbe consentire di recuperare almeno in parte il gap di mezzi e di tecnologia che li separa dagli Usa. "Si tratta ovviamente di una decisione politica, ma credo che nel momento in cui si discute di una difesa europea, la creazione di una effettiva capacità in questo settore sia prioritaria rispetto al problema delle istituzioni".

Un'altra lezione che la Nato ha tratto dal Kosovo riguarda la debolezza delle sue strutture di intervento rapido. "La crisi ci ha portato sorprendentemente vicini al limite delle nostre capacità- ha spiegato Venturoni-. Per entrare in Kosovo abbiamo dovuto mobilitare tutte le nostre risorse di pronto intervento.

Che cosa sarebbe successo se in quel momento fosse scoppiata un'altra crisi?". Secondo quanto ha spiegato l'ammiraglio, la debolezza della Nato riguarda soprattutto le strutture di comando e i quartier generali. "A partire da settembre daremo il via a un potenziamento delle nostre risorse in questo settore".

La terza lezione che il comitato militare trae dall'esperienza delle operazioni contro l'ex Jugoslavia riguarda l'intelligence, cioè lo spionaggio. "La Nato in questo campo ha pochi mezzi propri e deve sollecitare uno sforzo supplementare dagli Stati membri", ha spiegato Venturoni, aggiungendo che occorre soprattutto potenziare il sistema della raccolta di informazioni nei settori non strettamente militari.

 
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