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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Rinascimento - 3 luglio 1999
Roma, 3 luglio 1999

COMMISSIONE UE: BONINO SU NOMINA MONTI

Quella che segue è la sintesi dell'intervento di Emma Bonino alla conferenza stampa di oggi, sabato 3 luglio, dedicata alla nomina di Mario Monti alla Commissione Europea

1)Innanzi tutto, auguri e felicitazioni sincere e amichevoli a Mario Monti.

2)D'Alema e Berlusconi, seguiti da tutti quanti, o quasi, hanno detto in sintonia ed in inciucio: "questa o quello per me pari sono". Ma Monti è apparso loro più "pari" di me, evidentemente, e hanno confermato lui e cacciata me. Legittimo, sicuramente. Ma, per me, e per noi: D'Alema e Berlusconi davvero pari sono. Esattamente come per la elezione del Presidente della Repubblica, in cui non fui tanto pari, ma piuttosto dispari per entrambi. Ma fecero la stessa scelta: insomma, dispari o pari che io sia, occorre sbarrarmi il passo. O meglio sbarrare il passo a me, a noi, ai referendum, al rispetto delle leggi nelle campagne elettorali e in tutti i santi giorni di tutti gli anni, alla Presidenza della Repubblica, alla Commissione, per una buona, principale ragione: gli italiani, e gli europei, mi fanno fiducia, in base alla mia vita, alla mia attività, alle mie idee, ai miei obiettivi. Insomma, se fossi e fossi stata molto brava, ma senza che nessuno, tranne che pochi intimi o gli addetti al palazzo, se ne acc

orgesse, potevo esser pari davvero. E magari aver diritto, visto che ero pari, al sorteggio alla pari. Invece.

3)Un carissimo amico, Antonio Martino, ispirando come merita molti altri, ha scoperto che essendomi io candidata alle europee, essendo stata eletta, devo e posso fare solo la deputata europea. Non si preoccupino. Ho qualche esperienza parlamentare. E, specie fra i Presidenti, senza alcun dubbio, a Strasburgo o a Roma, qualcuno se ne ricorda ancora. E' stata, infatti, una esperienza - pare anche per loro. Purtroppo perfino Martino può incaponirsi in una banale non-verità. Ho infatti precisato, documentato:

Ho chiesto i voti a 22 milioni di famiglie italiane chiedendo loro "aiuto" perché non mi cacciassero, lor signori, anche da Bruxelles, dopo avermi sbarrato l'ingresso al Quirinale, auspicato da tanta parte degli italiani. E ho informato 22 milioni di famiglie, ma la busta non deve essere stata recapitata a Antonio Martino, che il Parlamento europeo aveva, a gennaio, chiesto con una risoluzione che i Commissari fossero prescelti in prevalenza tra i parlamentari europei, che fossero paritariamente uomini e donne, che avessero esperienze importanti nelle istituzioni. Ne consegue che i miei elettori mi hanno votata per evitare che D'Alema, Berlusconi e Prodi (per quest'ultimo, almeno, io non ero "pari", né poco né punto), mi cacciassero, ma invece mi tenessero. E che i nostri elettori sono stati trattati come trattano in genere lor signori i loro. Passata la festa, gabbato l'elettore. Ahimè, anche quelli degli altri.

4)Leggo la rivendicazione di appartenenza di Mario Monti all'area democristiana, popolare europea, da parte dei molti popolari italiani (Forza Italia, CCD, PPI, CDU, UdeuR, Lista Dini, SVP, ecc). Così capisco meglio il popolare europeo Berlusconi e il suo forte senso di lealtà verso i suoi nuovi, veri amici. E capisco meglio il Presidente del Consiglio D'Alema che, questa volta, ha potuto riparare alla parola tradita data a Marini in un'altra recente occasione, cogliendo anche l'occasione per far contento Prodi nei suoi non facili rapporti con il Gruppo Popolare Europeo.

Insomma, tout se tient

5)Ma veniamo a cose più serie. Il Presidente Prodi ha solennemente dichiarato di aspirare almeno al voto di fiducia dei due grandi gruppi del Parlamento Europeo. E, per meglio fare, ha fatto iscrivere i suoi sei eletti, Costa e Cacciari compresi, al terzo Gruppo, quello Liberale. Guarderò interessata - se accadrà - mentre Berlusconi, per il bene dell'Europa, voterà - per conto dei suoi tre milioni di elettori - assieme ai PPI di Marini, ai DS di D'Alema, e a tutto il centro-sinistra, per la fiducia a Prodi. E il Gruppo Liberale invece pure. A proposito di ex-ammucchiate ed inciuci, che da "bicamerali" diventeranno così "biparlamentari", nel senso di Parlamento italiano ed europeo.

6)Non ho ancora ben capito perché Prodi sia stato così determinato a non confermarmi. Poiché non può che essere per motivi politici, sarò molto attenta, più del solito, se possibile, per capire bene la "politica" che proporrà al Parlamento europeo. Ma colgo l'occasione per ringraziare l'altro leader dell'Asinello, il Senatore Di Pietro, per l'appoggio leale e trasparente, democratico che mi ha dato in questa occasione.

7)Insomma, il consenso straordinario che gli italiani hanno attribuito alla nostra lista esigeva che la questione della mia non-nomina a Commissaria europea non potesse passare inosservata, ma affrontata e risolta il più possibile a viso aperto dai suoi protagonisti, Presidente del Consiglio e presidente "incaricato" della Commissione. Così, almeno in parte, è stato, e ciò era quanto davvero mi interessava.

Le forze sociali ed economiche, dai sindacati alla Fiat, si sono ritenute in dovere di lanciare il loro anatema sulla mia possibile nomina. Hanno temuto, probabilmente, che i nostri voti liberali, liberisti e federalisti europei possano crescere e scardinare vecchi equilibri di potere, vecchie rendite di posizione e vecchi privilegi.

Ciò detto, grazie al patrimonio straordinario di consenso che abbiamo ricevuto il 13 giugno non ci mancano certo né la volontà né gli strumenti per lottare con determinazione per gli obiettivi che ci siamo dati e che abbiamo proposto agli elettori: Stai Uniti d'Europa e Rivoluzione liberale -in Europa ed in Italia. Da non-Commissaria avrò, anche personalmente, più libertà di azione politica.

 
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