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Manfredi Giulio - 20 luglio 1999
I MILITARI SERBI STANNO CON MILOSEVIC?!

L'ennesima semplificazione della stampa... titolo su "La Stampa" del 19 luglio: "I militari: noi stiamo con Milosevic"; leggendo il testo si apprende che sono "DUE" i militari che hanno dichiarato la loro fedeltà a Milosevic: il capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale Dragolljub Ojdanic, e il comandante della Terza Armata (quella utilizzata in Kosovo), generale Nobojsa Pavkovic.

Ojdanic è stato incriminato, assieme a Milosevic e altri tre esponenti del regime serbo, dal Tribunale dell'Aja. Pavkovic è stato il regista dell'Operazione "Ferro di cavallo" (il nome nobile con ci si è cercato di mascherare la "pulizia etnica" in Kosovo). I DUE GENERALI NON POSSONO NON DICHIARARSI "PRO MILOSEVIC"; LA CADUTA DI SLOBO SEGNEREBBE LA LORO FINE!

Dal "Sole 24ore" di oggi:

"... Da Bruxelles, dove erano riuniti i ministri degli Esteri della Ue, è arrivata la decisione sulla sede dell'Agenzia europea per la ricostruzione del Kosovo. In realtà avrà due sedi: una operativa a Pristina e una ufficiale a Salonicco. Sarà a Pristina che si svolgerà <> dell'agenzia, e verranno prese le decisioni in materia di ricostruzione dl Kosovo. I direttori, una quindicina, verranno affiancati a Pristina da personale operativo locale, fino a 300 persone, mentre a Salonicco risiederanno tra 20 e 30 funzionari. Sempre da Bruxelles i ministri degli Esteri dell'Unione europea, alle prese con una strategia per isolare Slobodan Milosevic e per incoraggiare la crescita di forze di opposizione democratiche, hanno preannunciato una eliminazione, in primo luogo, delle sanzioni che colpiscono più direttamente la popolazione jugoslava, come l'embargo sui collegamenti aerei e le misure sulle manifestazioni sportive.

La dichiarazione dei 15 mette in chiaro che le misure restrittive nei confronti della Jugoslavia resteranno in vigore fin quando Belgrado non avrà adempiuto a tutti gli impegni previsti dalla risoluzione 1244 dell'Onu e <>. I capi delle diplomazie dei 15 hanno passato in rassegna gli scenari del "dopo Kosovo": al popolo serbo ed agli oppositori di Milosevic - che secondo Dini <> tale da imporre un cambiamento nel Paese - hanno inviato segnali di sostegno e promesso interventi per alleviare le loro sofferenze...".

Perchè creare un "ufficio di rappresentanza" dell'Agenzia a Salonicco? Una strizzatina d'occhi alla Grecia filo-serba?!

Togliere l'embargo sui collegamenti aerei e sulle manifestazioni sportive allevia i problemi primari dei cittadini serbi?

Dini, ancora una volta, brilla per tempismo: come interpretare la sua presa di posizione? "Gli oppositori non hanno ancora forza" significa che bisogna, giocoforza, trattare con Milosevic?!

I primi metri della strada della ricostruzione sono già lastricati di troppe ipocrisie......

Sempre sul "Sole 24ore" di oggi, articolo più tabella sul "traffico di perfezionamento passivo" (Tpp) con i Paesi balcanici: si esportano temporaneamente merci, semilavorati, materie prime ai fini della loro reimportazione dopo essere stati sottoposti in altri Paesi a processi di trasformazione, usufruendo di una parziale o totale esenzione tariffaria: "Kosovo, effetto-crisi su tutta l'area balcanica - Globalizzazione e tendenza a segmentare e delocalizzare le produzioni amplificano le conseguenze per le imprese".

 
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