Gli Stati membri non hanno indicato finora per la CIG altri temi al di là dei tre problemi lasciati aperti ad Amsterdam - I parlamentari chiedono che la CIG parli di sicurezza e di difesa e suggeriscono un metodo che coinvolga maggiormente il Parlamento - Importanza della fase preliminare
24/09/1999 (Agence Europe)
L'ambasciatore Satuli, presidente del Comitato dei Rappresentanti permanenti, è stato sollecitato mercoledì pomeriggio dai membri della commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo, presieduta da Giorgio Napolitano (Democratici di sinistra), perché faccia tutto il possibile perché la presidenza finlandese del Consiglio dia prova di dinamismo e di immaginazione, e persino di un certo spirito di avventura, affrontando la preparazione e il lancio della prossima Conferenza intergovernativa sulla riforma istituzionale. Temi principali della discussione delle discussioni sono stati la portata e il metodo della nuova: a proposito delle proporzioni della riforma, Satuli ha indicato specialmente che, finora, nessuno Stato membro ha menzionato problemi che, a suo parere, dovrebbero essere posti in occasione della prossima revisione del Trattato, oltre ai problemi lasciati aperti ad Amsterdam, menzionati nelle Conclusioni del vertice di Colonia. Sarebbe difficile per noi considerare vangelo le Concl
usioni di Colonia, "concentrate in modo tanto rigido su tre punti", ha commentato Napolitano. Queste conclusioni indicano tre punti per la riforma istituzionale: la composizione della Commissione europea, la ponderazione dei voti al Consiglio e una "possibile" estensione della maggioranza qualificata. Sul metodo, Satuli, ha detto in particolare che il contributo costruttivo di Elisabeth Guigou e di Elmar Brok (rappresentante del Parlamento europeo nel processo che ha portato al Trattato di Amsterdam) sarà indubbiamente tenuto presente dagli Stati membri e potrebbe influenzare la loro posizione riguardante il coinvolgimento del Parlamento nella nuova riforma istituzionale. Non dobbiamo soltanto chiedere, ha affermato a questo proposito la democristiana olandese Maij-Weggen, osservando che il Parlamento dispone anche di "leve politiche": così, disponendo di un parere vincolante sull'adesione di nuovi membri all'Unione europea, a suo parere, potrà decidere di bloccare i prossimi ampliamenti, se considerasse che
la CIG non ha permesso di raggiungere risultati soddisfacenti.
La commissione per gli affari costituzionali ha designato i suoi co-relatori sulla prossima CIG - l'eletto di Nea Demokratia Giorgios Dimitrakopoulos e il socialdemocratico tedesco Jo Leinen - e intende disporre di un progetto di relazione per la sua sessione dei 13 e 14 ottobre, ha detto Napolitano. Ricordiamo che i co-relatori sulla Carta europea dei diritti fondamentali - di cui vari deputati hanno parlato nel contesto della CIG - sono il verde austriaco Johannes Voggenhuber e il liberal-democratico britannico Andrew Duff.
L'ambasciatore Satuli, a proposito del quale Napolitano ha ricordato che era stato Rappresentante personale del suo ministro durante i negoziati di Amsterdam e che partecipa ogni settimana alle riunioni del gabinetto a Helsinki, ha fatto il punto su:
1) La preparazione della CIG. La relazione sui problemi da risolvere durante la prossima CIG e sulle possibili opzioni, attesa per il vertice di Helsinki nel dicembre prossimo, è di "responsabilità esclusiva" della presidenza, ha detto Satuli, insistendo sulle difficoltà che presenta l'elaborazione di una relazione completa che tenga conto adeguatamente delle posizioni degli Stati membri, della Commissione e del Parlamento e che sia nel contempo "realisticamente ambiziosa". La presidenza, in questa fase, ha piena libertà di azione, ha rilevato Satuli (Napolitano ha ritenuto che questa sia stata una "scelta felice" del vertice di Colonia) ed ha indicato che, assieme ai Rappresentanti permanenti degli altri Stati membri, ha intrapreso una consultazione "tecnica" che sarà seguita, in ottobre e novembre, da una serie di consultazioni politiche bilaterali con gli Stati membri, la Commissione e il Parlamento.
2) La portata della prossima revisione del Trattato. Riconoscendo che alcuni vorrebbero un "calendario sostanziale di riforme", mentre altri Stati membri vorrebbero limitarsi ai tre temi rimasti in sospeso ad Amsterdam, Satuli ha ricordato che le Conclusioni del vertice di Colonia indicano che, oltre che di questi tre temi, la prossima CIG potrebbe trattare di altri, di cui occorrerà discutere perché l'ampliamento si realizzi con successo. Finora, la presidenza non ha sentito alcuno Stato membro indicare altri temi che vorrebbe vedere introdotti nell'ordine del giorno della Conferenza. Durante i colloqui "tecnici" con i colleghi Rappresentanti permanenti, si è discusso, finora, dei seguenti punti, sulla base di un documento informale della presidenza: a) il numero dei commissari, la composizione della Commissione, altri temi attinenti alla struttura interna e al funzionamento di questa e responsabilità individuale dei singoli commissari; b) la ponderazione dei voti al Consiglio, specialmente l'introduzione d
i una doppia maggioranza (degli Stati e in funzione del numero di abitanti) e la soglia da stabilire per raggiungere la maggioranza qualificata; c) il nesso tra il numero dei commissari e la composizione della Commissione e la ponderazione dei voti al Consiglio. Per ora, non stiamo ancora tentando di risolvere questi problemi, "non stiamo negoziando", ha detto Satuli.
3) L'organizzazione della Conferenza intergovernativa. Il vertice di Helsinki dovrà decidere in particolare: - la data di convocazione della CIG; - la procedura formale da seguire per convocarla; - la forma che dovrà assumere il "coinvolgimento" del Parlamento in questo processo. Dobbiamo trovare un metodo di lavoro efficace per coinvolgere il Parlamento, ma durante le nostre discussioni interne non ne abbiamo ancora parlato, ha aggiunto Satuli, precisando che questo problema dovrà essere risolto prima della convocazione della CIG.
Questo Parlamento non è più il Parlamento dell'Atto unico o di Maastricht, ma è "il Parlamento sulla base di Amsterdam", ha affermato Mendez de Vigo (che è stato co-relatore, assieme a Tsatsos, sul Trattato di Amsterdam). La relazione della presidenza finlandese sarà eccezionalmente importante, perché determinerà lo svolgimento e i risultati della CIG, ha ritenuto, esortando il Consiglio a fare "una riforma approfondita", per evitare di dover ricominciare tutto tra quattro o cinque anni. Secondo lui, il negoziato dovrebbe vertere anche sulla politica di sicurezza di difesa: è un tema evidente, ha detto. L'ambasciatore Satuli gli ha risposto ricordando che il vertice di Colonia ha dato al Consiglio il mandato di definire la dimensione europea di sicurezza e di difesa, perché l'UE possa svolgere un ruolo in materia di gestione delle crisi, anche di crisi militari. Abbiamo già intrapreso una "discussione parallela" a questo proposito, ha osservato Satuli, che ha aggiunto, tuttavia, che "qualsiasi siano le concl
usioni istituzionali" di questa discussione, occorrerà probabilmente aspettare la presidenza francese (seconda metà del 2000), anche se potremmo essere in grado di vedere già alcune prime bozze di conclusioni ad Helsinki". Mendez de Vigo ha interrogato peraltro Satuli sul ruolo dei paesi candidati in questo processo e il presidente del Coreper gli ha detto che, nella fase di preparazione, saranno "completamente informati" ed anche "ascoltati".
Osservando che il problema della portata della CIG sembra essere "un po' meno chiuso", il laburista britannico Corbett ha incoraggiato gli Stati membri ad andare più lontano, perché, ha detto, prima del prossimo ampliamento, forse sarà "l'ultima opportunità" prima del prossimo ampliamento di procedere alle riforme necessarie. Non bisogna temere che, ampliando lo scadenzario, si ricerchi un'estensione "massiccia" delle competenze comunitarie, ha aggiunto Richard Corbett, menzionando come esempi di detta estensione la sicurezza e la difesa e le disposizioni sul commercio (ex articolo 113). Anche la Corte di giustizia dice "discretamente" che avrà bisogno di alcune "riforme strutturali", ha osservato Corbett. Quanto al metodo, si è chiesto se non si potrebbero applicare per la riforma del Trattato procedure analoghe a quella proposta per la Carta dei diritti fondamentali e che implica la partecipazione di protagonisti diversi dagli Stati membri. A proposito della riforma istituzionale e dell'ampliamento, Dimitr
akopoulos (PPE, greco), citando una frase di Mao Tse Tung, ha affermato: puliamo prima la cucina e accogliamo gli invitati dopo. "Penso che non bisognerà soltanto pulire la cucina, ma anche "rimettere a posto alcuni mobili" prima di invitarli, ha commentato l'ambasciatore Satuli. "Pulire la cucina" significa "esaminare tutti gli accordi istituzionali", ha detto Dimitrakopoulos, che ha osservato tra l'altro, per quanto riguarda la Commissione europea, che non bisogna limitarsi a discutere della sua composizione, ma, "come ha detto il mio amico Jean-Louis Bourlanges", occorre discutere anche del tema capitale di quello che debba essere "il futuro della Commissione". Osservando che i cittadini sono in un "buio totale" riguardo al cosa significhino le istituzioni europee, l'altro co-relatore sulla convocazione della CIG, il socialdemocratico tedesco Leinen ha parlato della "costituzionalizzazione" del processo in atto (il commissario europeo Michel Barnier ha impiegato questo termine durante le audizioni, ha ric
ordato). Sento che la CIG sarà convocata in marzo, ha detto, sperando che le cose andranno avanti, tra "l'inverno in Finlandia e la primavera in Portogallo" (la prossima presidenza del Consiglio dell'UE).
La verde Monica Frassoni (italiana eletta in Belgio) ha chiesto a Satuli cosa avverrebbe se il Parlamento adottasse una posizione "dura, di scontro", a proposito della CIG, mentre il liberal-democratico Andrew Duff ha insistito sulla necessità di un "approccio nuovo" in occasione della prossima revisione del Trattato. Occorre una "direzione politica", e non un "approccio tecnico", ha detto, chiedendosi: perché non prendere "il Libro bianco della Commissione" (la relazione dei Saggi attesa per il 14 ottobre: Ndr.) come base di una "procedura informale di co-decisione" tra Consiglio, Commissione e Parlamento, e fare di questo "un esercizio pubblico" ? Il contributo della Commissione al processo includerà sicuramente un riferimento alla relazione dei Saggi, ma la discussione sulle modalità della CIG si terrà soltanto dopo il vertice di Helsinki, ha risposto Satuli. A Duff, che si chiedeva perché una riforma tanto importante debba essere "conclusa tanto rapidamente", Satuli ha risposto che l'esperienza di Amster
dam ha evidenziato che l'ultima CIG è stata "troppo lunga", e che una CIG di una durata da sei a nove mesi sarebbe "ragionevole", purché sia ben preparata.
Il Consiglio e il Parlamento dovrebbero lavorare insieme per preparare l'opinione pubblica, ha ritenuto il conservatore britannico Beazley, mentre Dupuis, eletto belga sulla Lista Bonino, ha ironizzato: "Mi congratulo con il Consiglio, ha già vinto la partita; ha riuscito un colpo da maestro, proponendoci, senza alcuna base giuridica, di partecipare alla redazione di una Carta europea dei diritti fondamentali ( ). Continueremo a lottare per vedere e ci accontentiamo di avere sette membri che vi partecipano o quindici, come il Consiglio, per produrre qualcosa senza alcuna base giuridica Il Parlamento sarà molto occupato, mentre il Consiglio continuerà a lavorare sui suoi tre punti della CIG". Olivier Dupuis si è chiesto anche se, per non bloccare possibili progressi sulla politica europea di sicurezza, non bisognerebbe scindere la discussione a questo proposito da quella sulla politica di "difesa". Lo ha fatto anche il socialista spagnolo Carnero Gonzalez, che ha chiesto inoltre se il Consiglio, anche se que
sto non è previsto esplicitamente nei trattati, non potrebbe decidere che il parere del Parlamento sui risultati della riforma sarà "politicamente vincolante".
I cittadini aspettano qualcosa dall'Europa e dobbiamo "trasformare la richiesta dei cittadini in riforme istituzionali", ha detto Carnero. Dal canto suo, Poos, ex ministro degli Esteri (socialista) lussemburghese, ha detto che puo' "mettersi al posto" del presidente del Consiglio che, attualmente, non puo' parlare a nome di tutto il Consiglio. E gli ha fatto un suggerimento: perché non fare quello che costituirebbe "un piccolo passo in più" per il Consiglio, ma "un grande passo per il Parlamento", decidendo che i rappresentanti del Parlamento alla CIG "potranno essere presenti in permanenza alle riunioni ministeriali" ? Jacques Poos ha sottolineato inoltre il ruolo capitale dei Parlamenti nazionali, se si vogliono evitare "cattive sorprese" all'ultimo momento, in occasione delle ratifiche parlamentari dei risultati della CIG. Lord Inglewood, conservatore britannico, ha posto lo stesso problema, ricordando che è di competenza della Camera dei Lord. Satuli ha risposto - precisando che non indica una posizione
del Consiglio, ma una posizione nazionale finlandese - che, a suo parere, il modo migliore di far partecipare i Parlamenti nazionali ai lavori dell'UE, è "la relazione tra governo e Parlamento nazionale". Esprimendosi in francese (prima aveva parlato in inglese), Satuli ha ritenuto che sarebbe "relativamente artificiale tentare di creare consessi" a cui partecipassero rappresentanti dei Parlamenti nazionali. La preparazione della CIG "non sarà tanto intergovernativa" e il mandato che ci ha dato ci permette di consultare anche "altri consessi", ha ritenuto peraltro Satuli, rispondendo ad altri deputati, insistendo sul fatto che la relazione della presidenza non risulterà da un negoziato intergovernativo, bensì da un "metodo che non viene utilizzato tanto spesso".
Vari parlamentari avevano posto il problema della democrazia e della necessità di convincere l'opinione pubblica. Così, il socialdemocratico austriaco Hans-Peter Martin ha interrogato la presidenza sul modo in cui intende "inserire l'opinione pubblica" nel processo, e il Verde austriaco Joannes Voggenhuber, parlando di "crisi democratica" dell'Unione, ha constatato che la Commissione e il Parlamento iniziano a trarre gli insegnamenti da questa crisi, mentre il Consiglio non si muove. Giorgio Napolitano ha concluso il dibattito osservando che, in prospettiva della prossima CIG, occorre operare una distinzione tra le politiche dell'Unione e i loro contenuti, da un lato, e, d'altro lato, i mezzi istituzionali necessari per poterle attuare. E Satuli, per concludere, ha dichiarato: come fa il Consiglio quando non sa più che fare, vi dirò, "la presidenza rifletterà".