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Partito Radicale Radical Party - 19 ottobre 1999
ESERCITO PROFESSIONALE/REFERENDUM DELL'UNIONE DELLE FORZE DI DESTRA: "LA MONTAGNA HA PARTORITO UN TOPO" - LA LETTERA APERTA DI NIKOLAJ KHRAMOV A SERGEJ KIRIENKO

Mosca, il 18 ottobre 1999

Stimato Sergej Vladilenovic,

Ho decido di rivolgermi a Lei con una lettera aperta - un modo che non e' proprio delle persone che professano le stesse idee e sono compagni di lotta - visto che il problema in questione e' di grande importanza politica e sociale.

Prima di tutto, mi permetta di esprimerLe la mia gratitudine per l'appoggio che lei aveva dato alla nostra iniziativa "Il terzo millennio senza la pena di morte" nel firmare pubblicamente la petizione del Partito Radicale e dell'ARA per l'immediata abolizione della leva e per l'esercito professionale. Un appoggio sempre piu' prezioso visto che, purtroppo, fino ad oggi questa richiesta non abbia trovato un appoggio univoco e sicuro di nessun partito politico russo, da nessun leader dell'elite politica del paese.

In questo contesto, non poteva essere una sorpresa la notizia, data dai media il 30 settembre scorso, a proposito del lancio dell'iniziativa per la raccolta delle firme per un referendum nazionale (una notizia che non ha colto di sorpresa nessuno o, perlomeno, noi) - l'iniziativa dell'Unione delle Forze di Destra da Lei guidata (fra l'altro, ne fa parte anche l'associazione politica dei radicali russi - "Club Khramov - Unione per le riforme libertarie") - mentre tra le questioni da proporre al referendum, secondo le informazioni, ci sarebbe uno che riguardi "la transizione all'esercito professionale". Noi, radicali antimilitaristi, nel momento della fondazione dell'ARA abbiamo definito come nostro obiettivo strategico l'abolizione della leva e la transizione all'esercito professionale - dunque, gia' allora, quattro anni fa, eravamo pronti a mobilitare tutte le nostre risorse - ahime', non molte - per appoggiare questa iniziativa.

Pero', esaminata la formula da proporre al referendum: "Condivide l'idea che nei conflitti locali dovrebbero partecipare soltanto i militari di contratto?), io e molti dei miei compagni del Partito Radicale e dell'ARA siamo rimasti delusi. "La montagna ha partorito un topo" - questo commento al referendum sull'esercito professionale ci e' venuto in mente per prima cosa.

Per noi, liberali russi, non c'e' e non ci puo' esser alcun dubbio che spetta ai cittadini russi decedere, al referendum nazionale, quale esercito serve alla Russia del duemila: un esercito che, come prima, e' fondato sull'obbligo di leva, oppure un esercito che viene formato in base al sistema contrattuale, alla libera scelta, cosi' com'e' nella maggiorana delle democrazie avanzate (USA, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, fra poco in Francia e, probabilmente, anche l'Italia). Noi e Lei, come la maggioranza dei russi (secondo l'indagine del VTSIOM, il 58 per cento), siamo convinti che nell'esercito devono servire quelli che hanno scelto questo mestiere per la loro libera volonta' e non quelli che sono stati costretti ad andarci con le minacce e la violenza.

Allora, perche' non rivolgere ai nostri concittadini al referendum proprio questa domanda? Non fare un'indagine nazionale per conto dello Stato, con le conseguenze legali per niente chiare, ma, in conformita' alla Legge federale costituzionale sul referendum, proporre per il voto nazionale un disegno della legge federale che limiterebbe, in tempo di pace, l'applicazione della legge federale "Sull'obbligo di leva e sul servizio militare", per quanto riguarda il servizio di leva.

Chi avra' inventato l'attuale formula per il referendum sull'esercito professionale? Quali conseguenze legislative avra' una risposta negativa/positiva data dai cittadini al referendum? Non sonon in grado di trovare risposte a queste domande per niente oziose. Spero tanto che Lei ce li abbia e voglia svelarle. Non a me, ma a decine, centinaia, migliaia di russi che Lei invita a firmare per il referendum e i quali, come me, lo spero tanto, voteranno il 19 dicembre per l'Unione delle Forze di Destra.

Raccogliere due milioni di firme per il referendum entro tre mesi non e' un'impresa facile - chiede la mobilitazione di centinaia (o, forse, migliaia) di militanti, e il finanziamento di circa 200 mila dollari. Pero', il gioco vale la candela, se veramente si tratta di un referendum al quale i russi potranno decidere se lasciare o abolire la schiavitu' della leva nel nostro paese. Se l'Unione delle Forze di Destra, da Lei guidata, possiede tali risorse, se c'e' la volonta' politica per farlo - ancora c'e' tempo per formare un nuovo gruppo di iniziativa con il compito di trovare una nuova formula e di cominciare la raccolta delle firme contemporaneamente con la raccolta delle firme per le quattro domande "originali". Le possiamo garantire l'appoggio non solo da parte nostra, ma anche da parte di altri partiti e organizzazioni democratici (perlomeno, della stragrande maggioranza dei loro iscritti) e dei milioni dei cittadini in tutto il paese.

Ancora c'e' tempo, Sergej Vladilenovic.

Con stima,

Segretario dell'ARA Nikolaj Khramov

 
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