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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Centro Radicale - 20 ottobre 1999
PE/Conferenza dei Presidenti allargata/incontro con il Presidente della Commissione/intervento di Benedetto Della Vedova e risposta del Presidente

CONFERENZA DEI PRESIDENTI APERTA A TUTTI I DEPUTATI

13/10/99

Intervento di Benedetto Della Vedova e risposta del Presidente Prodi

Della Vedova (NI).- Presidente Prodi, io non credo, come lei ha detto, che quello dell'ampliamento sia necessariamente un processo in cui tutti vincono, perché l'ampliamento comporta per le Istituzioni europee un rischio di evaporazione, mentre ci sarebbe bisogno di un rafforzamento, e per gli altri paesi l'illusione che entrare nell'Europa sia la soluzione di tutti i mali. L'Italia ha aree che, pur appartenendo ad un paese nell'Europa fin dall'inizio, non hanno visto progressi sufficienti. Lei ha detto che è necessario che vengano introdotte modifiche istituzionali entro il 2000, quasi come precondizione dell'ampliamento. Mi chiedo quali siano, secondo lei e secondo la Conmússione, queste riforme istituzionali necessarie a consentire l'ampliamento.

In secondo luogo: in una replica lei ha accennato alla questione della PAC. Pensare, per esempio, che la Polonia - che è un paese che, nonostante le ristrutturazioni, conserverà, nelle date di cui stiamo discutendo, un'agricoltura sproporzionata e arretrata rispetto alla media degli altri paesi europei - possa entrare nell'Unione europea con le attuali regole della PAC, credo sia andare incontro a guai grossi.

Prodi, Commissione. - Onorevole Della Vedova, io penso invece, fermamente, che questo sia un processo in cui tutti guadagnano. L'amplíamento, nella sua esperienza passata, ha dimostrato come ì paesi che si sono affacciato all'Europa hanno avuto dei tassi di sviluppo straordinariamente più elevati della media degli altri paesi: la Spagna, il Portogallo, Irlanda, la Grecia hanno avuto, globalmente, dei tassi di sviluppo molto più forti degli altri paesi. lo sono convintissimo che questo processo virtuoso si applichi anche in questo caso.

Naturalmente, è chiaro che questo non ci mette al sicuro quanto alla seconda domanda, che è la sua domanda più grave, più seria e che io sento profondamente, quella cioè che lei ha chiamato l'evaporazione delle Istituzioni. Per questo motivo stamattina abbiamo concluso che la riforma delle Istituzioni dev'esser fatta prima del processo di ampliamento. Abbiamo posto una data per questo cambiamento delle Istituzioni, che è definitiva, cioè operativa - il 2002 - perché riteniamo che le regole che abbiamo, nate per la Comunità a sei, che non si reggono con una Comunità a quindici, sono del tutto impossibili con una Comunità a venti o venticinque. Su questo non transigiamo: noi dobbiamo fare la nostra riforma prima dell'ampliamento. Su questo siamo tutti &accordo. Quale riforma? C'è già un cammino tracciato: Amsterdam e Colonia. Tra i punti fondamentali è proprio il problema, oltre che dell'ampliamento di elementi di coesione nell'ambito europeo, della possibilità di prendere in modo più efficiente le decisioni.

Per quanto concerne il periodo di transizione, l'onorevole parlamentare ha citato l'agricoltura polacca. Per l'agricoltura spagnola, per esempio, è stato concesso un lunghissimo periodo di transizione. Evidentemente, quando parliamo di periodo di transizione, questo è proprio per andare incontro a dei problemi specifici che, altrimenti, scardinerebbero tutta la struttura di una politica europea. Lei, onorevole, ha citato l'agricoltura polacca: evidentemente questo è un problema d'importanza fondamentale, sul quale occorrono una profonda riflessione e un'adeguata strategia nonché, eventualmente, un discorso di transizione per renderla realistica e possibile.

 
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