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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 2 novembre 1999
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("Sole 24ore" - sabato 30/10/99)

"Podgorica - Il Montenegro è pronto allo "strappo" definitivo con Belgrado, che molto probabilmente avverrà lunedì con l'assunzione del controllo monetario e l'adozione temporanea del marco tedesco quale valuta convertibile. Lo aveva annunciato giovedì sera il presidente montenegrino Milo Djukanovic, parlando nell'ambito di una conferenza dedicata agli invstimenti stranieri nei Balcani organizzata dagli Stati Uniti: rivolto agli ospiti (per lo più uomini di affari statunitensi) aveva annunciato che il Montenegro ha <>.

La gente a Podgorica è convinta che lo "strappo" si consumerà lunedì. Le banche già da giorni sono pronte, a livello di sistemi informatici, a introdurre la doppia moneta: dinaro jugoslavo e marco tedesco, che sarà cambiato al tasso fissato informalmente da Bonn. Probabilmente il rapporto sarà quello dell'attuale cambio nero, che si aggira attorno ai 20 dinari per un marco, mentre quello ufficiale fissato dalla Banca centrale jugoslava è di un marco per sei dinari.

A Podgorica non sembrano temere una reazione di Belgrado, nonostante l'adozione di una valuta parallela - tappa intermedia dell'introduzione di una moneta nazionale (prevista per la fine dell'anno) denominata <> - sia il primo passo ufficiale verso la secessione del Montenegro dalla Federazione jugoslava. La convinzione che l'esercito jugoslavo non interverrà sembra nascere dal risultato dei colloqui intercorsi nei giorni scorsi tra i rappresentanti del Governo del presidente filo occidentale Milo Djukanovic e quelli di Belgrado. <>, avrebbero detto in sintesi, secondo fonti giornalistiche di Podgorica, i serbi. Ma agli osservatori occidentali appare quanto meno semplicistica l'idea che Belgrado possa rinunciare a cuor leggero all'unico sbocco a mare che le è rimasto dopo la disgragazione della ex Jugoslavia. Tanto più che l'apertura di un nuovo focolaio di tensione potrebbe distrarre l'opinione pubblica serba dalla sconfitta nel Kosovo.

L'annuncio dell'imminente adozione di una politica monetaria propria, che rappresenta uno dei pilastri su cui costruire l'indipendenza statuale della piccola Repubblica, è avvenuta in contemporanea con il voto del Parlamento del Montenegro sulla legge che ha introdotto la nazionalità montenegrina per tutti i suoi cittadini, fino a ieri considerati a tutti gli effetti jugoslavi. Anche questo provvedimento, che ufficialmente è stato adottato per prevenire l'afflusso "pilotato" da Belgrado di residenti serbi nelle liste elettorali delle circoscrizioni del Montenegro in vista di un referendum sulla secessione, rappresenta un passo verso la proclamazione dell'indipendenza.

Le mire autonomiste di Podgorica sino a ieri erano state frenate dagli Stati Uniti, divenuti da alcuni mesi il principale partner politico di Djukanovic dopo il raffreddamento delle relazioni diplomatiche con Roma: l'atteggiamento del Montenegro di fronte alla criminalità legata al contrabbando di sigarette con l'Italia, che trova rifugio nei porti montenegrini, è stato da molti giudicato quanto meno <>. Un "marchio" che da un mese a questa parte il Governo montenegrino sembra deciso a cancellare, come dimostra la cattura di una decina di pericolosi latitanti italiani (l'ultima operazione della polizia del Montenegro risale a due giorni fa). Probabilmente a questo punto Washington ha dato il via libera alla secessione "morbida" e Djukanovic cerca di ricucire i rapporti per ottenerne il sostegno con l'Italia, il principale partner europeo del Montenegro.". (Elena Ragusin).

 
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