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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Paolo - 24 novembre 1999
MACEDONIA
dalla mailing list notizie est del 23 novembre

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IL DRAMMA DEMOCRATICO DI LJUBCO GEORGIEVSKI

di Saso Ordanoski - ("Kapital", 20-26 novembre

1999)

La smorfia raggelata su volto di Ljubco

Georgievski e il suo trattenuto applauso quando,

a nome della commissione elettorale statale, la

VMRO-DPMNE ha annunciato il nuovo presidente

della Macedonia, sono stati sufficientemente

eloquenti. Georgievski ha compreso cosa e' stato

costretto ad accettare: il suo candidato

presidente Boris Trajkovski e' stato eletto con

i voti apportati da Arben Xhaferri, leader del

Partito Democratico degli Albanesi (DPA),

secondo modalita' che mettono in questione la

correttezza e la democraticita' delle elezioni.

L'accordo tra la VMRO-DPMNE e il DPA, raggiunto

tra i due turni delle elezioni, dava a

Georgievski la sicurezza che Xhaferri gli

avrebbe portato circa un centinaio di migliaia

di voti degli albanesi di Macedonia. A quanto

pare, tuttavia, Georgievski non ha capito cosa

intendeva Xhaferri, quando ha promesso che gli

avrebbe portato dei voti - era qualcosa che

doveva avvenire letteralmente con un trasporto

collettivo delle schede nelle urne elettorali?

Xhaferri doveva [...] proprio esagerare fino al

punto che il numero dei voti per Trajkovski

superasse il numero dei voti ottenuti [al primo

turno] dai candidati albanesi Nexhipi e Haliti

messi insieme? Al secondo turno hanno votato per

Boris Trajkovski circa 230.000 cittadini di

etnia albanese, un numero maggiore di quello dei

cittadini di etnia macedone che avevano votato

per lui al primo turno (219.000). Naturalmente,

bisogna specificare che Trajkovski non ha

guadagnato solo i voti degli albanesi. Hanno

votato per lui anche circa 370-380.000 macedoni,

[rom e turchi]. Il numero degli albanesi che

hanno votato per lui rappresenta quasi il 40%

dei suoi elettori, una quota sproporzionatamente

alta, se si pensa che gli albanesi sono circa il

23% del numero complessivo degli abitanti della

Macedonia. Se si conta che per Trajkovski hanno

votato anche piu' di diecimila rom e alcune

decine di migliaia di turchi [grazie ad accordi

preelettorali], ne viene fuori che solo poco

piu' della meta' degli elettori di Trajkovski e'

di etnia macedone. Il loro numero e' di poco

superiore a 300.000, cioe' inferiore di circa

200.000 al numero dei macedoni che hanno votato

per Petkvoski. [...]

Per gli osservatori piu' attenti, il modo in cui

si e' comportato Xhaferri non costituisce

affatto una sorpresa. Era scontato che avrebbe

ulteriormente rafforzato la propria partnership

con la VMRO-DPMNE, anche tramite un voto a

favore di Trajkovski. Non meraviglia neanche il

modo in cui e' stato portato a termine questo

accordo politico - con irregolarita' evidenti

durante il voto nella maggior parte delle

sezioni elettorali delle regioni occidentali [a

maggioranza albanese]. Da una parte, Xhaferri e'

riuscito a fare accettare a Georgievski una

violazione massiccia delle procedure elettorali.

Si tratta di un precedente che d'ora in poi

confermera' Xhaferri come l'unico fattore nelle

are occidentali del paese e rendera' Georgievski

estremamente vulnerabile e dipendente

dall'alleanza con il DPA. Dall'altra, il leader

albanese ha introdotto il "modello democratico"

di Sali Berisha, che e' estremamente pericoloso

per lo stato. In un tale modello tutto sembra

democratico, fino al momento in cui l'intero

sistema crolla e diventa chiaro che sono state

violate le norme piu' elementari di uno stato di

diritto. [...]

Al successo del DPA ha contribuito il

comportamento dei Socialdemocratici (SDSM) nel

corso degli ultimi anni. Il maggiore partito

macedone di opposizione non ha fatto nulla, nel

corso dei lunghi anni in cui era al governo, per

dare vita a una politica per la quale potessero

votare almeno alcune decine di migliaia di

albanesi. Al contrario, alleandosi in queste

elezioni con i socialisti, con il Partito

Democratico dei Serbi e con altri isterici

dichiaratamente antialbanesi, la SDSM ha deciso

di rimanere per lungo tempo su posizioni

antialbanesi. [...] E' chiaro che, anche se si

dovesse ripetere il voto in tutte le sezioni

elettorali riguardo alle quali la Commissione

Elettorale Statale ha ricevuto segnalazioni di

irregolarita', gli albanesi voterebbero ancora

una volta per Boris Trajkovski. A meno che,

naturalmente, Xhaferri non decidesse di

utilizzare una tale eventualita' come asso nella

manica per destabilizzare lo stato e dichiarare

il boicotto di un tale voto ripetuto. Ma si

tratta di una cosa poco probabile, se si tiene

conto delle pressioni internazionali alle quali

attualmente e' esposto. [...]

L'atmosfera politica in Macedonia e' difficile e

tesa. Perfino la comunita' internazionale, a

quanto sembra, e' incerta nelle sue valutazioni

del voto alle presidenziali. I motivi sono le

evidenti irregolarita' e i dubbi sulla

legittimita' delle elezioni. Si puo' dire che il

vero vincitore delle elezioni presidenziali

ancora non c'e'. La vittoria di Trajkovski e'

una vittoria di Pirro. Il modo in cui la SDSM ha

perso, ha fatto comunque tornare quest'ultima al

centro dell'interesse pubblico solo una decina

di mesi dopo la grande sconfitta subita alle

elezioni presidenziali. Per questo non e'

irrilevante la domanda se Ljubco Georgievski

comprende o meno tutti gli aspetti e i dettagli

della sua coalizione con Arben Xhaferri. Perche'

sia le elezioni locali che quelle parlamentari

arriveranno piu' presto di quanto egli non pensi.

L'EPILOGO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN

MACEDONIA

di Dragan Nikolic - ("Danas" - 20-21 novembre

1999)

[...] Nelle valutazioni [in merito alla

regolarita' delle elezioni] si sono espressi in

maniera molto diversa il rappresentante della

missione di osservazione OSCE , Marc Stevens, e

quello del Comitato Helsinki britannico, Marc

Arlond. Stevens ha in una certa misura

ammorbidito la posizione presa precedentemente

in occasione della pubblicazione dei dati

preliminari, affermando che in quel momento non

disponeva di tutte le informazioni su quanto era

accaduto nelle aree occidentali del paese, ma ha

continuato ad aderire alla posizione secondo cui

e' necessario analizzare con precisione le

irregolarita', senza che tuttavia queste ultime

mettano in questione il processo elettorale nel

suo complesso, che e' stato regolare nella

stragrande maggioranza del paese, soprattutto

nelle zone a maggioranza macedone.

Differentemente da lui, Marc Arlond mette in

dubbio la regolarita' del secondo turno delle

elezioni e critica il capo della missione OSCE

per le sue "timide critiche a questo secondo

turno delle elezioni". Arlond, inoltre, rivela

che gli ambasciatori occidentali a Skopje

accettano la posizione dell'OSCE secondo cui ci

sono state delle irregolarita', ma esse non

hanno influito sul risultato finale del voto.

Arlond ha dichiarato che "nessun paese ha mai

ottenuto una prosperita' democratica facendo

quello che gli impongono altri paesi" e che la

stabilita' di uno stato diventa problematica "se

la maggior parte del popolo e' convinto che la

regolarita' delle elezioni sia stata violata non

da una minoranza che ha votato come intendeva,

ma dai leader politici di una minoranza" e se

esiste "l'accusa non pronunciata secondo cui

l'elezione del presidente e' stata manipolata

dai potenti e dai grandi". [...] L'occidente, e'

evidente, riconoscera' le elezioni,

accontentandosi semplicemente della ripetizione

del voto in alcune sezioni, magari anche in

alcune province nel loro complesso, ma senza che

cio' incida sul risultato finale. D'altronde, il

Dipartimento di Stato degli USA ha gia' salutato

l'elezione di Trajkovski come presidente, motivo

per il quale alcuni commentatori macedoni

ritengono che la questione sia ormai chiusa.

Probabilmente ne e' conscia anche la sconfitta

SDSM, che ha accusato il Dipartimento di Stato

di immischiarsi negli affari interni della

Macedonia dichiarando Trajkovski vincitore prima

che la commissione elettorale avesse terminato

il conteggio definitivo dei voti e avesse

comunicato i risultati finali, nonche' prima che

si fosse pronunciata in merito ai circa 294

esposti con i quali si contesta la regolarita'

delle elezioni in 17 distretti elettorali. [...]

Se e' vero che il lavoro a favore di Trajkovski

e della VMRO-DPMNE e' stato opera di Arben

Xhaferri, si pone la domanda del prezzo che i

primi dovranno pagare. Se si dovra' pagare un

prezzo eccessivamente alto, cio' potrebbe

destabilizzare la Macedonia sul "lato macedone",

se invece il prezzo non verra' pagato, la

Macedonia verra' comunque destabilizzata, questa

volta sul "lato albanese". Il successore di

Gligorov dovra' dare prova di "sufficiente

inventivita'" per giungere a rapporti concordi.

[...] Boris Trajkovski, del quale si ritiene che

sia di orientamento proamericano, pur non

recando con se' macchie dalla sua breve carriera

politica [...], ora giunge al trono

presidenziale in presenza di grandi terremoti

politici, e la soglia del terzo millennio,

attraverso la quale dovra' passare la Macedonia,

potrebbe essere anche la soglia che portera' a

molte prove, prevedibili, ma anche

imprevedibili, per questo paese.

GLI ALTRI

(da "Nova Makedonija" - 17 novembre 1999)

Il quotidiano macedone "Nova Makedonija" ha

pubblicato il 17 novembre una serie di materiali

sulle posizioni degli altri partiti, al di la'

della VMRO-DPMNE e del DPA, sui quali sono

puntati i riflettori di tutti.

Tupurkovski, il leader di Alternativa

Democratica (DA), partito che attualmente fa

parte della coalizione di governo, ha constatato

che "sono state rilevate irregolarita', che

devono essere corrette" e ha affermato che "noi,

come coalizione, abbiamo perso alle elezioni

presidenziali l'occasione di dare ai cittadini

il diritto di decidere liberamente". Egli ha

inoltre dichiarato che il suo partito ha messo a

punto un nuovo patto di governo, e che se tale

patto non verra' accettato dalla VMRO-DPMNE si

potrebbe arrivare a uno scioglimento della

coalizione.

Riguardo alla SDSM, il quotidiano segnala che il

segretario del partito Crvenkovski dovrebbe fra

breve indicare la data del congresso

straordinario di tale forza politica. Secondo

"Nova Makedonija" all'interno della SDSM e'

forte l'insoddisfazione per il modo in cui il

segretario ha impostato la campagna elettorale.

"In particolare, Crvenkovski e' stato

categorico, durante la campagna elettorale,

riguardo al fatto che si dovesse giocare la

carta nazionalistica, per ottenere voti. Bisogna

inoltre ricordare che Crvenkovski, prima delle

elezioni, era fortemente contrario alla

candidatura di Tito Petkovski" e le elezioni

avrebbero dimostrato che non controlla la base

del partito. Da una parte, la sconfitta della

SDSM alle presidenziali mette in causa la

posizione del suo segretario, scrive "Nova

Makedonija", dall'altra tale posizione e' resa

ancora piu' fragile dal fatto che Petkovski

abbia riscosso in fin dei conti un buon

risultato personale, motivo per cui, secondo il

quotidiano di Skopje, la carriera di Crvenkovski

potrebbe essere agli sgoccioli.

Haliti, il leader dell'altro partito degli

albanesi, il PDP, seccamente sconfitto al primo

turno, ha avuto parole molto dure. "[Per me] non

ha alcuna importanza chi sara' il futuro

presidente dalla Macedonia, se sara' Trajkovski

o Petkovski, o qualcun altro, poiche' essi

ignorano e rifiutano le richieste degli albanesi

e all'elettorato albanese e' diventato

assolutamente chiaro che i due candidati hanno

entrambi la medesima e inaccettabile posizione

rispetto alle richieste degli albanesi", ha

detto Haliti, chiedendo la risoluzione,

all'interno della Costituzione del paese, delle

richieste degli albanesi. Riguardo al secondo

turno, egli ha affermato che "[come il primo]

esso si e' svolto con modalita' estranee e in

nessun modo democratiche, che hanno degradato il

diritto dell'elettorato albanese di dare

liberamente il proprio voto" e ha denunciato

coloro che "al secondo turno, in modo euforico,

ovvero plebiscitario, hanno dato il loro

appoggio a una terza opzione, ovvero alla

opzione macedone per una risoluzione delle

richieste degli albanesi in Macedonia". Haliti

ha definito il voto come un "fatto che ha dato

legittimita' a un processo di soffocamento del

diritto degli albanesi di votare liberamente e

che costituisce un precedente fatale",

affermando che in futuro bastera' che 4-5 gruppi

di 10-15 si organizzino al fine di esercitare

violenza sull'elettorato albanese, grazie ai

loro mezzi e ai loro soldi, per vincere le

elezioni e legittimarsi democraticamente.

 
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