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Partito Radicale Paolo - 2 dicembre 1999
YUGOSLAVIA-DUE RITAGLI
da notizie est.

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NOTIZIE EST #285 - SERBIA/MONTENEGRO

30 novembre 1999

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DISASTRO ECONOMICO E APATIA DEI LAVORATORI NELLA

FEDERAZIONE JUGOSLAVA

[Seguono due brevi pezzi dal quotidiano di

Belgrado "Danas". Il primo analizza i perche'

della recente cessazione delle manifestazioni

dei lavoratori dell'industria bellica a

Kragujevac, il secondo, telegraficamente,

fornisce alcuni dati sulla difficile situazione

economica in Montenegro]

UNA RIVOLTA SENZA ESITO

di Z. Radovanovic - ("Danas", 20-21 novembre

1999)

[Miniglossario: la "Namenska" (abbreviazione di

"Zastava Namenski Proizvodi") e' la parte degli

stabilimenti "Zastava" che produce armamenti,

non colpita dai bombardamenti di questa

primavera; "oruzari" e' il nome che viene dato

ai lavoratori di tali stabilimenti]

KRAGUJEVAC - E' terminata ancora un'altra

protesta organizzata (quest'anno) dai lavoratori

della "Zastava Namenski proizvodi" di Kragujevac

e a ben pochi e' chiaro perche' gli "oruzari" -

tradizionalmente i piu' "ribelli" tra i

lavoratori serbi - abbiano interrotto cosi'

all'improviso la loro rivolta, senza ottenere

quasi nulla dopo quasi due mesi di uscite sulla

strada e di manifestazioni sulla piazza centrale

della citta', "kod Krsta". Ricordiamo che

all'inizio di ottobre, appena prima di scendere

sulle strade, gli "oruzari", insieme ai loro

leader sindacali che fanno parte sia della

gestione della "Namenska" sia degli organi

statali competenti, chiedevano uno stipendio

mensile di 300 marchi (nel rispettivo

controvalore in dinari secondo il corso della

valuta sul mercato nero nel giorno di pagamento

degli stipendi), oltre a un aumento degli

assunti nella fabbrica, la restituzione del

debito in valuta che lo stato ha nei confronti

dello stabilimento per un totale di 70 milioni

di dollari, nonche' il pagamento dei prodotti

forniti nel corso di quest'anno all'Esercito

jugoslavo, per un valore di 60 milioni di

dinari. Nel corso delle proteste, gli "oruzari"

hanno avanzato un'altra richiesta, legata alla

risoluzione dello status della "Namenska"

(separazione dalle fabbriche del Gruppo

"Zastava"), e cioe' la restituzione del capitale

trasferito alla "Zastava" - automobili. Il

Presidente del Sindacato della "Namenska", Zoran

Nedeljkovic, ha comunicato il 16 novembre -

l'ultimo giorno delle proteste degli "oruzari"

nel centro di Kragujevac - che tutti i

lavoratori in permesso non retribuito, e che in

conseguenza dell'appello dell'organizzazione

sindacale sono tornati nella fabbrica,

continueranno a ricevere i loro stipendio,

mentre a tutti i lavoratori verra' pagato il

tempo dedicato alle proteste e contro nessuno di

essi verranno adottate misure disciplinari. Egli

ha aggiunto che "vi sono prospettive per il

pagamento di una parte del vecchio debito in

valuta". Ebbene, se si raffrontano le richieste

avanzate all'inizio delle proteste con quanto

ottenuto al loro termine, non c'e' bisogno di

molta intelligenza per concludere che gli

effetti della rivolta di quest'anno degli

"oruzari" sono piu' che miseri, vale a dire che

i lavoratori della "Namenska" questa volta sono

scesi per le strade di Kragujevac per ben un

mese e mezzo senza ottenere praticamente nulla.

A meno che, tuttavia, non siano scesi nelle

piazze per fare almeno si' che il tempo passato

a protestare nella piazza "kod Krsta" venisse

loro retribuito. Perche', allora, i lavoratori

della "Namenska" sono stati in agitazione? Alla

direzione del sindacato dello stabilimento

affermano di non essere molto soddisfatti del

numero di "oruzari" che si sono riuniti a

manifestare nella piazza centrale di Kragujevac,

aggiungendo che anche le condizioni atmosferiche

non li hanno certo aiutati - pioggia, freddo...

E' un fatto che le proteste di quest'anno degli

"oruzari" abbiano raccolto meno gente che in

passato, ma nel corso dell'ultimo mese e mezzo

in piazza "kod Krsta" c'era ogni giorno una

"massa critica" costituita, oltre agli operai

della "Namenska", anche da lavoratori di altre

fabbriche in bancarotta di Kragujevac. Nemmeno

la spiegazione della pioggia e del freddo come

motivi dell'interruzione delle proteste sembra

stare in piedi, se si pensa che nelle officine

della "Namenska" e dell'intera Zastava non fa

certo molto piu' caldo che all'aperto. Anzi,

forse fa addirittura piu' freddo. Ma se il

motivo per l'interruzione delle rivolte di

quest'anno degli "oruzari" e' davvero la minore

risposta da parte dei lavoratori, non solo di

quelli della "Namenska", vuol dire che la

direzione del Sindacato della "Namneska" ha

valutato male anche la propria credibilita' tra

i lavoratori di Kragujevac, nonche' la

situazione generale della Sumadija e della

Serbia, caratterizzata dall'apatia e dalla

mancanza di ogni speranza. Da un'altra

prospettiva, tuttavia, si puo' dire che proprio

le proteste degli "oruzari" delle ultime

settimane hanno dato coraggio ai lavoratori

dipendenti dei settori della giustizia e

dell'educazione, che hanno fatto capire

chiaramente e ad alta voce al potere di essere

scontenti perche' sono... affamati. Sia come

sia, e' terminata un'altra protesta degli

"oruzari" e il maggiore "utile" questa volta, e

almeno per adesso, lo ha incassato il regime.

SEMPRE PIU' DIFFICILE LA SITUAZIONE DEI

LAVORATORI DIPENDENTI IN MONTENEGRO

PODGORICA - La situazione economica e sociale in

Montenegro viene ulteriormente aggravata dal

fatto che il governo della Repubblica del

Montenegro non ha mantenuto le promesse date, si

afferma in un'analisi delle condizioni dei

lavoratori in Montenegro, preparata per la

riunione della Camera dei Sindacati indipendenti

del Montenegro, prevista per il 23 novembre. Il

governo ritarda con il pagamento degli stipendi

garantiti ai lavoratori. Gli stipendi arrivano a

essere in arretrato addirittura di due anni,

cosi' come non vengono pagati i contributi per

le pensioni e quelli per l'assistenza sanitaria;

non sono state mantenute nemmeno le promesse di

pagare 24 mensilita' ai lavoratori che vengono

licenziati per "eccedenza tecnologica". Una

situazione cosi' insoddisfacente - alla quale i

sindacati guardano come l'ultimo stadio della

pazienza, ma con una certa comprensione - e'

resa ancora piu' grave dalla pesante situazione

economica, contrassegnata da un calo della

produzione industriale nella repubblica pari al

13%, rispetto all'anno scorso, in presenza di

una eccezionalmente alta mancanza di liquidita'

nella quale si trovano ben 6.813 imprese con

20.000 dipendenti, e debiti finanziari non

risolti per circa 287 milioni di dinari. La

direzione sindacale del Montenegro vede

un'uscita da questa pesante e difficile

situazione con lo stimolo della produzione

ovunque vi siano prospettive anche di una minima

competitivita' sul mercato.

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