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Manfredi Giulio - 24 dicembre 1999
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("La Stampa" del 24/12/99)

"Mosca. Ieri la corte di Mosca ha fatto ripartire l'indagine sull'abuso di potere da parte di Jurij Skuratov. Il procuratore generale, fedele a Eltsin, viene costretto alle dimissioni dopo che la tv trasmette un filmato che lo mostra con due prostitute, a letto, in casa di un oscuro banchiere. Ma il Consiglio Federale, la camera alta del parlamento che deve ratificare il suo licenziamento, a sorpresa si impunta e per tre volte negherà a Eltsin la testa del suo procuratore. Skuratov nega le accuse e afferma che la sua vicenda sia una vendetta del Cremlino. E' stato lui - con la benedizione dell'ex premier Primakov - a tentare di incastrare due uomini di Eltsin: Boris Berezovskij e Pavel Borodin. Skuratov è procuratore generale e ha l'appoggio del senato ma è <> dalle sue funzioni. Così ha deciso di raccontare tutto: oggi pubblichiamo in anteprima brani dal suo libro che uscirà all'inizio del 2000.".

Seguono: intervista di Giulietto Chiesa a Skuratov: <>; stralcio dal libro del procuratore.

Sempre su "La Stampa" di oggi, editoriale di Barbara Spinelli <>. Riporto il finale dell'editoriale:

"... In apparenza Putin vuole l'ordine, si batte contro i banditi e terroristi islamici. Tuttavia il capo provvisorio del governo fantoccio (ceceno filo-russo) è un mafioso, Malik Saidullaev, detto anche <>, ricattabile per il legame di amicizia che intrattiene con un certo Baraev, islamista wahabita che organizzò la presa di ostaggio e la decapitazione di tre inglesi e un australiano che lavoravano per le telecomunicazioni nel Paese caucasico. Nel governo provvisorio Putin ha inoltre nominato Bislan Gantamirov, ex sindaco di Grozny, condannato a sei anni di carcere per aver trafugato i soldi della ricostruzione della Cecenia dopo la guerra del '94-'96. Maskhadov (presidente ceceno) lo aveva consegnato alla giustizia federale, che dopo un anno lo liberò. Tra i ministri prescelti c'è anche Adam Deniev, islamista wahabita, formatosi in Iraq, sospettato di aver commissionato l'assassinio di religiose della Croce Rossa. Il suo dossier fu consegnato da Maskhadov alla Croce Rossa di Ginevra e al

la magistratura russa, ma la polizia non lo arrestò. Un esecutivo composto di semibanditi è destinato a regnare sui detriti di Grozny.

L'Occidente che sta per perdere la Russia, alla fine del millennio, ha di fronte a sé una potenza che sogna ancora una volta di fare paura. La minaccia nucleare pronunciata a Pechino da Eltsin significa appunto questo: abbiamo l'atomica, dunque tutto ci è permesso. Dimenticate le regole della reciproca dissuasione nucleare, non resta che la sfida nichilista del massimo crimine. Sergej Kowaliov, ex dissidente, avversario della prima e della seconda guerra di Grozny, ci ha detto a Mosca: "E' bastato che per un attimo non aveste timore e mostraste un po' di coraggio, in Kosovo, e la forza tanto ostentata da Mosca si è in parte dileguata>>. E' la paura che rischia di allontanarci ancor più dalla grande e malata nazione, e di preparare la rovina sua, e la nostra".

 
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