In che data il Parlamento darà il suo parere sulla convocazione della CIG? Punti da aggiungere all'ordine del giorno21/01/2000 (Agence Europe)
Nel pomeriggio del 19 gennaio l'ufficio della commissione costituzionale, i coordinatori dei gruppi politici, i due relatori sulla prossima CIG (l'eletto di Nea Demokratia Georgios Dimitrakopoulos e il socialdemocratico tedesco Jo Leinen) e i due rappresentanti del PE alla CIG (il democristiano tedesco Elmar Brok e il socialista greco Dimitris Tsatos) hanno esaminato l'atteggiamento del PE per il parere che deve dare (viene richiesto dal Trattato) sulla convocazione della Conferenza intergovernativa sulla riforma istituzionale.
Parlando con alcuni giornalisti Dimitrakopoulos ha detto che egli stesso e Leinen, come relatori, propongono che il voto si abbia il 14 febbraio, all'apertura della prossima plenaria a Strasburgo (cosa che permetterebbe il lancio della Conferenza il 15 febbraio, cfr. la notizia precedente) ma non ha escluso che possa avvenire nella plenaria del 2 e 3 febbraio a Bruxelles,. Il parere comporterà anche una breve risoluzione che indica in particolare i temi che secondo il PE dovrebbero aggiungersi all'agenda della CIG. A riguardo Dimitrakopoulos ha detto che il Parlamento vuole evitare di presentare al Consiglio una "shopping list" ma che i suoi due relatori vorrebbero che nell'agenda vi siano oltre ai residui di Amsterdam, i seguenti temi:
a) la relazione tra gli sviluppi della politica di sicurezza e di difesa europea e la CIG (questa politica deve avere un "assetto istituzionale" adeguato); b) problemi riguardanti le evoluzioni in materia economica e monetaria (in questo contesto, si è parlato specialmente del ruolo del Parlamento europeo in questa materia, lo statuto della BCE e il "governo economico" europeo); c) le "cooperazioni rafforzate"; d) l'inclusione nel Trattato di un "dispositivo per il cittadino" (vogliamo avere la Carta dei diritti fondamentali nel futuro, e vogliamo anche disposizioni che rendano il Trattato più leggibile, ha detto Dimitrakopoulos, ritenendo che molto probabilmente, non si andrà fino al prevedere una divisione del Trattato in due parti, una sui principi fondamentali, l'altra sulle politiche dell'UE).
Il problema della data alla quale sarà reso il parere del Parlamento deve essere discusso anche dai gruppi politici; inoltre, la commissione costituzionale si riunirà il 26 gennaio, dopo la riunione della Conferenza dei presidenti allargata, durante la quale, nel pomeriggio dello stesso giorno, la Commissione europea presenterà la sua relazione dettagliata sulla Conferenza intergovernativa. La commissione costituzionale ha avuto una discussione a questo proposito con il commissario incaricato della riforma istituzionale, Michel Barnier.
In margine alla sessione plenaria di Strasburgo, c'è stata una discussione tra i membri della commissione costituzionale e la presidenza del Consiglio rappresentata da Gama e da Seixas da Costa, che presiederà il gruppo preparatorio.
Dupuis ironizza sulla "battaglia tra titani" attorno al parere del Parlamento
L'eletto della Lista Bonino e segretario del Partito radicale, Olivier Dupuis, ha constatato che è ancora in atto il "braccio di ferro" tra i deputati europei che vorrebbero che il Parlamento esprimesse il suo parere (un parere consultivo, previsto a norma dell'Articolo 48 del Trattato, precisa Dupuis) alla mini sessione dei 2 e 3 febbraio e quelli più "coraggiosi", che vorrebbero rinviare la votazione su questo parere alla sessione che si terrà dal 14 al 18 febbraio a Strasburgo. Questo, "fatto senza precedenti e di rara temerarietà", costringerebbe il Consiglio a rinviare di un giorno l'avvio della CIG, ha ironizzato Dupuis, che denuncia "l'amnesia totale" del Parlamento per quanto riguarda le valutazioni ampiamente negative fatte dalla maggior parte dei gruppi politici" a proposito del mandato della Conferenza, approvato dal vertice di Helsinki. Dupuis critica inoltre la "rimozione totale" della possibilità, per il Parlamento, di esprimere un parere negativo sulla convocazione della CIG, parere negativo c
he, ha detto Dupuis, potrebbe essere corredato di una clausola di revisione nel caso in cui, "come vogliono già alcuni Stati membri, tra cui quello che è alla presidenza", il Consiglio decidesse di estendere l'ordine del giorno della Conferenza, includendovi in particolare il problema, "fondamentale in un'Unione ulteriormente allargata", dei meccanismi di revisione dei Trattati.