("La Stampa", 29/01/00) "BELGRADO. Un nuovo attentato eccellente ha sconvolto ieri la capitale jug oslava Belgrado, dopo la strage in cui era rimasto vittima il 15 gennaio Zeljko »Arkan Raznatovic, comandante di una delle più feroci milizie paramilitari dei Balcani. Petar Panic, capo delle guardie del corpo del leader ultranazionalista Vojislav Seselj (Partito radicale serbo, nella coalizione al potere in Serbia) è stato ferito da sei colpi di pistola ed è ora ricoverato in ospedale in gravi condizioni. La sparatoria è avvenuta a Surcin, un sobborgo malfamato di Belgrado, e Seselj non era presente. Il leader ultranazionalista è andato subito in ospedale per accertarsi delle condizioni del suo addetto alla sicurezza, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni.".
Ricordo che, dopo l'omicidio di Arkan, molti commentatori avevano indicato, come successivo obiettivo dei killer, proprio Seselj, un'altra persona che sa troppe cose sugli intrecci criminali del regime di Milosevic