Intervento finale al IV Congresso SPS (Partito socialista serbo)
17 febbraio 2000
Slobodan Milosevic
"Quest'anno si compiono dieci anni dalla fondazione del Partito socialista serbo (SPS). La sua formazione coincide con il decennio in cui i paesi dell'est Europa, una parte dei paesi dell'Europa centrale e la regione euro-asiatica in cui ancora recentemente si trovava l'Unione Sovietica intera, affrontarono una grande crisi. Questa crisi si manifesto' come degradazione di civilizzazione di queste societa' e come disfacimento di tutti i stati multinazionali (l'Unione Sovietica, Cecoslovacchia e Jugoslavia) e con la presenza di alcuni fonti di guerra in due di questi tre paesi (Russia e Jugoslavia).
In questo decennio, che fu interamente nel segno della crisi che non finisce, il Partito socialista serbo, dal primo giorno fino ad oggi, ha fatto di tutto per conservare la Serbia in quanto stato. Prima, all'inizio degli anni novanta, nell'ambito della ex Jugoslavia e dopo, nel processo della sua distruzione, di conservarla in quanto comunita' di stati, che sara' (assieme al Montenegro) promotore della sopravvivenza di una terza, piu' piccola, ma possibile Jugoslavia.
Gli sforzi del Partito socialista serbo diedero risultati . La Serbia ha evitato la guerra fratricida, che infurio' in altre parti dell'ex-Jugoslavaia (in Croazia e Bosnia e Erzegovina). Riusci' a conservare l'integrita' del proprio territorio e fece possibile la sopravvivenza dello stato jugoslavo, anche se territorialmente piu' piccola. Su questo territorio non soltanto si conservo' lo stato jugoslavo bensi' anche l'idea jugoslava, che un secolo fa' inizio' a radunare i popoli slavi del sud, che si realizo' nella prima meta' del ventesimo secolo e che, nonostante i conflitti drammatici tra i popoli che fecero parte della ex-Jugoslavia, e forse non si trova nemmeno ora in contraddizione con le ragioni storiche per le quali fu fondata e grazie alle quali duro' per un intero secolo.
Il Partito socialista serbo con buona ragione ritiene nel propiro merito il fatto che durante tutti questi anni di lotta per la sopravvivenza della Serbia, nonostante tutte le pressioni esterne e tutte le ostruzioni interne contro di essa, riusci' a mantenere la stabilita' economica e sociale ad un livello piu' alto di quello di tutti gli altri paesi della regione che hanno evitato il disfacimento dello stato, giganti terremoti demografici, guerre e sanzioni.
Il Partito socialista serbo infine ritiene proprio merito, nella maggior parte, il grande aiuto materiale e morale che la Serbia diede ai serbi in Croazia e Bosnia e Erzegovina durante la guerra civile con i popoli con i quali convivevano.
Non entrando questa volta nella genezi di queste guerre, che ebbero i loro moventi esterni e i loro generatori interni, il Partito socialista serbo giustamente, in quanto partito governativo in Serbia, nel piu' lungo periodo del decennio precedente, direttamente e attraverso le istituzioni del potere che aveva nella Repubblica Serbia, aiuto' il popolo serbo durante la guerra e dopo nella pace stabilita. Nella guerra perche' possa essere meno pesante e piu' breve, nella pace perche' la pace possa essere piu' bella e dignitosa.
Da parte sua, sia il Partito socialista serbo che la stessa Serbia, in questo periodo hanno dato tutto il possibile. Se hanno saputo farne uso quelli a cui il Partito socialista serbo e la Serbia diedero il tutto possibile, e soprattutto se hanno saputo stimarlo, non e' tema del nostro congresso, ma rimane un tema per la nuova storia ed etica serba sui cui principi essa sara' spiegata.
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I serbi arrivati in Serbia nei primi degli anni '90 dalle zone di guerra in Croazia e BeE sono gli unici profughi al mondo trattati come cittadini pari nei diritti nel paese in cui si sono rifugiati. Diventarono spesso cittadini, lo sappiamo tutti, con piu' diritto dei cittadini della Serbia.
Loro iniziarono la loro vita in Serbia con tutti i pregi - rispetto ai posti di lavoro, educazione, soluzione dei problemi di allogio, addirittura rispetto alla partecipazione nella vita sociale e politica in Serbia.( )
Inoltre, in tutta Serbia, gia' per un decennio vengono costruite numerose case assai moderne e confortevoli per i profughi sicche' loro in maggior parte vengono considerati cittadini legittimi di questo stato. Per questo sono pochi quelli che abbandonano la Serbia, anche se sono passati alcuni anni dalla fine della guerra nelle zone che abbandonarono mentre nell'ex territorio della Bosnia e Erzegovina venne formato lo stato serbo.
Espongo questi fatti e faccio queste valutazioni perche' nessun periodo, e quindi nemmeno questo, non e' salvaguardato dalle future falsificazioni a favore dell'interesse e degli avvenimenti quotidiani altrui.
Non e' nostra intenzione privarci di nessuna mossa sbagliata, ma che si sappia, non e' nostra intenzione privarci nemmeno del bilancio impressionante del bene che questo partito ha fatto per lo stato serbo, per tutti i cittadini che ci vivono e per l'intero popolo serbo.
A questo bilancio positivo appartengono, quindi non soltanto la liberta' e l'indipendenza bensi' anche uno rilancio impressionante avvenuto nelle condizioni piu' difficili gia' dall'inizio del 1994. Successivamente, con la soppressione della maggior parte delle sanzioni, diminuizione degli obblighi verso i serbi fuori Serbia con la fine della guerra in BeE, venne diminuito il peso della Serbia sicche' nel 1997 inizio' una crescita edilizia e creativa in generale, inizio' la ricostruzione dei contatti economici e culturali con tutti, addirittura con i titolari delle sanzioni e di tutte le altre pressioni.
Una tale prospettiva di ricupero della Serbia, e della sopravvivenza della nuova Jugoslavia, non poteva incorniciarsi nel quadro del destino di questa parte del mondo. Un tale quadro comprendeva una societa' disfatta, uno stato umiliato, un governo di marionette, gente disorientata, il rasegnamento con il fatto che il mondo viene comandato da un solo governo, la prontezza di servire questo governo e di vivere questa servitu' come una felicita'. La reincarnazione dell'inferiorita' feudale, l'umiliazione e ristrettezza di mente non potevano passare in Serbia, non soltanto perche' la Serbia ha una consuetudine storica di disobbedienza, ma anche perche' nel senso di sviluppo ed emancipazione sembra essere lo stato europeo che si e' distaccato piu' di tutti dalla comprensione feudale medievale.
Il conto per una tale risposta emancipatoria e creativa lo ricevemmo gia' un anno dopo. Urgentemente e' stata inventata la tirannia su oltre un milione di albanesi innocenti da parte dei sciovinisti e terroristi serbi. Il genocidio sugli albanesi fu inventato per poter coprire il genocidio su un popolo europeo disobbediente e altrettanto raramente emancipato.
Il Partito socialista serbo e il potere in Serbia fecero di tutto perche' i rapporti in Kosovo tra i serbi e albanesi e tutti gli altri venissero regolati nel modo tipico della nostra esperienza - e cio' significa essere tolleranti - vivere come si e' vissuto in tutti i secoli precedenti - e cio' vuol dire insieme e senza subordinazione.
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Se durante le varie trattative, da Belgrado fino a Rambouillet, durante il 1998 e 1999 avessimo accettato le proposte della cosidetta comunita' internazionale rispetto ai rapporti tra serbi e albanesi in Kosovo, sarebbe stato come se alla fine degli anni trenta e all'inizio degli anni quaranta, gli ebrei in Germania avessero accettato di aver commesso genocidio sui tedeschi in Germania.
Cosi' inizio' il quasi trimestre del bombardamento quotidiano della Serbia. Una guerra vergognosa e feroce che i 19 paesi piu' sviluppati del mondo condussero contro i dieci milioni di abitanti serbi con l'obbiettivo di distruggere tutto - la popolazione, la terra, la vita stessa.
Il mondo intero sa che ci siamo opposti in tutti i modi - con armi, media e moralmente. Ed in tutti i tre modi eravamo superiori. Con armi, perche' nemmeno le armi piu' moderne del ventesimo secolo non riuscirono a vincere la resistenza della piccola Serbia. Con i media, perche' anche con la censura sui media mondiali, la grande parte del mondo riusci' a vedere e rimanere affascinata dalla resistenza eroica del popolo serbo e altrettanto scandalizzarsi difronte all'agressione infame dei piu' potenti paesi del mondo sui civili in Serbia. Sembra che la loro meta in particolare furono gli ospedali, tra loro quelli di maternita'. Per il genocidio sugli albanesi che i serbi non hanno commesso, il conto lo dovevano pagare i bambini appena nati o non ancora nati negli ospedali di maternita' di Belgrado.
Il manuale del fascismo non e' completato. Le pagine piu' convincenti, quelle migliori devono essere scritte con l'esperienza del sterminio dei serbi. ( )
Oggi tocca alla Serbia, ma dopo tocchera' la Spagna, Francia, Italia l'intera Europa, naturalmente, una volta potente, mentre adesso loiale. Proprio perche' loiale. E poi l'Asia. Questo continente stupendo. Ed altri ne seguiranno. Infine - il mondo intero. ( )
Unico ostacolo a una tale impresa puo' essere la ragione. La ragione dell'umanita', perche' questa volta l'umanita' e' l'obbiettivo.
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Il bombardamento della Serbia termino' con l'accordo tra lo stato jugoslavo e i rappresentanti della comunita' internazionale sull'arrivo dei rappresentanti ONU in Kosovo con lo scopo di mantenere la pace, ordine e vita normale per tutti quelli che ci vivono. La Serbia accetto' con fiducia questo accordo e le garanzie dell'ONU. Ma nessuna pace, ancor meno ordine, di una vita normale nessuna traccia. Il terorismo albanese e' legalizzato e controllato da parte dei rappresentanti ONU. I serbi in maggior parte hanno abbandonato il Kosovo mentre una parte minore rimase come monumenti vivi ad ammonire il mondo che con mani congiunte guarda lo sterminio di un popolo, del popolo che in questo momento e' il popolo piu' audace del mondo. ( )
Altro non puo' assere.
Percio' questa missione vergognosa della comunita' internazionale in Kosovo, che in tutti i sensi rappresenta un fiasco, bisogna che finisse al piu' presto possibile e che le autorita' del nostro paese riprendano le piene ingerenze in questa parte sovrana del nostro territorio.
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Per cio' che riguarda il nostro paese bisogna far si' che lo stesso viva su vari fronti paralleli e competenti. Deve lottare per la propria liberta' ed indipendenza. Deve ristrutturarsi e svilupparsi in un modo veloce, organizzato, moderno e umano. Per il concetto di un tale sviluppo noi disponiamo di cognizioni. Per la sua realizzazione disponiamo dell'unita' del popolo, dell'energia creativa di persone giovani, colte e diligenti del nostro paese e di un grande desiderio di vivere in un paese libero, pacifico e progressivo, rispettando tutti i popoli. Rispettando anche se stessi. Nel passato, nel presente e nel futuro.
Auguro la pace al nostro paese.
Auguro il sucesso al nostro partito in ogni bene che fara' per il paese e i suoi cittadini.
Auguro un sucesso al nostro partito negli sforzi che il medesimo fara' per rafforzare l'alleanza della sinistra
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