Mosca, piazza Teatral'naja
Il 19 febbraio 2000
Vorrei ancora una volta pronunciare questi due nomi: Babitskij e Neverovskij. Vorrei che noi tutti, tornando da questa piazza, ci ricordassimo i nomi dei due ragazzi, divenuti simboli di questa guerra.
Andrej Babitskij. Vedete qui il nostro slogan che dice "Putin, dov'e' Babitskij?". Per noi il Signor Putin in persona e' responsabile della vita di Andrej. Non solo perche' il personaggio che assomiglia al presidente ad interim e' garante del documento che assomiglia alla Costituzione. Ma perche' noi tutti ci rendiamo conto che Andrej sta facendo tutto il possibile per raccontarci la verita' sulla guerra, sulla guerra personale del Signor Putin, la verita' che a noi si cerca di nascondere con tutti i mezzi.
Davanti a me c'e' un altro slogan: "Neverovskij libero!" Chi e' Dmitrij Neverovskij? E' un nostro compagno radicale. E' stato il primo (vorrei rispondere alla domanda di Lidia Grafova intervenuta poco fa) a dire al regime : "Per favore, senza di noi!". Dmitrij ha scelto l'obiezione di coscienza e lo ha fatto per protestare contro la guerra in Cecenia. Per questo il 25 novembre scorso la Corte di Obninsk lo ha condannato a due anni di carcere benche' la Costituzione Russa garantisca ai cittadini il diritto all'obiezione di coscienza e al servizio alternativo civile.
Oggi, abbiamo gia' dodici, venti, cinquanta giovani che seguono l'esempio di Neverovskij e dichiarano apertamente, davanti a tutto il paese, con le stesse parole: "Per favore, senza di noi!". Si tratta dei firmatari del manifesto collettivo sull'obiezione di coscienza per protesta contro la guerra in Cecenia.
Oggi, su questa tribuna, ricordo un'altra manifestazione militare che abbiamo organizzato nell'aprile del 1996 in piazza Pushkin. Allora, al monumento di Pushkin, eravamo in duemila. Quanti siamo oggi? Molto di meno. Siamo pochissimi non solo in questa piazza - siamo pochi nel paese - noi che abbiamo resistito alla propaganda del regime, una vera propaganda nazista, propaganda e censura del Herr Jastrzembskij. Siamo pochi e questo rende ancor piu' importante la nostra missione.
Cosa possiamo fare? Non poco.
Mi rivolgo ai miei concittadini dell'eta' di leva, quelli che oggi o domani riceveranno le cartoline precetto: fate gli obiettori di coscienza, rifiutate di partecipare ai crimini di guerra del regime, dite di no per fermare la guerra in Cecenia!
Mi rivolgo a soldati e ufficiali di riserva che in questo momento sono o potrebbero essere mobilitati: dite di no per manifestare la vostra protesta contro la guerra in Cecenia! E' la cosa migliore che possiate fare per fermare questa guerra.
Un'ultima cosa. Oggi, in questa piazza lanciamo la campagna per la raccolta delle firme per l'appello contro la guerra in Cecenia. Mi rivolgo a ogni cittadino, a ogni cittadina: firmate la nostra petizione, raccogliete le firme degli altri!
Questo lo possiamo fare, e lo possiamo fare insieme. Combattiamo insieme!