Dichiarazione di Nikolaj Khramov, Segretario dell'ARA
Mosca, il 23 febbraio 2000
"Oggi tutta la societa' russa festeggia il genocidio. La meta' femminile regala ai loro compagni di vita il rasoio Gilette mentre gli scolari ricevono gli auguri come carne da cannone nelle guerre ancora non dichiarare. Non bisogna raccontargli niente della Giornata del Difensore della Patria e dello scontro che c'e' stato 81 anni fa tra il neonato Esercito Rosso e i tedeschi nei pressi di Pietroburgo. Si festeggiano ben altre cose, si capisce.
Cinquant'anni fa, una notte fredda, tutti i ceceni e gli ingushi furono caricati nei vagoni per il bestiame e spediti pian pianino in Kazakistan. Chi non poteva camminare veniva fucilato alla soglia della sua casa o bruciato vivo nel granaio. Quel olocausto staliniano non sara' mai dimenticato.
Oggi, pero', e' in corso un altro genocidio. Agli occhi del mondo che continua a tossire delicatamente il regime di Putin velocemente e con professionalita' continua a liquidare il popolo ceceno. L'Esercito Russo - soldati, ufficiali, militari di leva e di contratto - bombardano a sangue freddo, fucilano, torturano, fanno esplodere con le granate vecchi, donne e bambini, violentano le ragazze. Non mi dire che anche queste "persone" sono vittime della guerra. Lo sono, ma non piu' di quanto non lo fossero i nazisti.
I criminali nazisti sono stati condannati dal Tribunale di Norimberga. Anche i criminali staliniani - almeno in certi casi, raramente, ad uno ad uno, come Vasilij Kononov a Riga - non riescono a sfuggire alla Giustizia. Ci sono i Tribunali ad hoc per i crimini di guerra commessi nella ex Jugoslavia e in Ruanda. Pero', la Corte Penale Internazionale, istituita nel 1998, non funziona; non sorprende affatto che la Russia non solo non ha firmato e ratificato il suo Statuto, ma non l'ha nemmeno firmato...
Nell'agosto scorso io - mi vergogno di pensarci adesso! - ho quasi provato orgoglio quando i soldati con i tricolore russo hanno difeso il diritto del popolo di Dagestan di vivere secondo le leggi della Federazione Russa e non quelle islamiche.
Oggi provo vergogna per l'esercito del mio paese. Non e' il mio esercito. In generale non e' un esercito.
Oggi provo vergogna per il 70% dei miei concittadini, per "l'elettorato facente funzioni del popolo", - come lo ha definito Vojnovich, - il quale, secondo i dati del VTSIOM, e' a favore della guerra in Cecenia. A che serve parlare dell'ORT e del RTR, che la gente non sa niente. La gente sa tutto. C'e' la radio "Svoboda" - di nuovo, come nei tempi del comunismo, e' l'unica boccata d'aria fresca tra la puzza della propaganda goebbelsiana di Herr Jastrzhembskij e i suoi fedeli giornalisti. C'e' l'Internet. Se la gente non sa niente, vuol dire che non gli va di sapere. Come i tedeschi non ne volevano sapere niente di Auschwitz, come i serbi non ne vogliono sapere niente di Srebrenica. La gente appoggia la politica di Putin. Con gioia e comprensione appoggia la politica del genocidio. Cosa regalare al marito per la festa? Evviva l'Esercito Russo, evviva i difensori della Patria, Heil Putin!"