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Partito Radicale Marina - 4 maggio 2000
Croazia/articolo sul caso belga

QUALI SONO LE POSSIBILITA' CHE VENGA RISOLTO IL MISTERO DELLA CATENA DI PEDOFILIA

IL RE BELGA ALBERTO II VISTO COME CLIENTE

"Vecernji list", quotidiano, Zagabria, 29 aprile 2000

di Lada Stipic-Niseto

RIUSCIRA' L'ANGOSCIANTE INTERVENTO AMMONITORIO DELLA BELGA REGINA LOUF, CHE A NOME DEL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE DEL PARLAMENTO EUROPEO E' INTERVENUTA ALLA COMMISSIONE ONU PER I DIRITTI UMANI, A CONTRIBUIRE AFFINCHE' IL TERRIBILE PROBLEMA NON RIMANGA SOLO UNO SPORCO SEGRETO FAMIGLIARE?

"La violenza sessuale sui bambini e' un'attivita' organizzata in Europa; media, politici e giustizia deridono le dichiarazioni delle vittime di violenza, mentre le nostre parole vengono distorte, sicche' le nostre dichiarazioni diventano ridicole. Si' signori - ha detto la belga Regina Louf, intervenendo a nome del Partito Radicale transnazionale del Parlamento europeo davanti alla Commissione ONU per i diritti dell'uomo, aggiungendo - il nostro unico diritto e' quello di tacere, felici perche' noi, bambini d'Europa, abbiamo il cibo e l'educazione, mentre le violenze e gli abusi, gli abbandoni e i piaceri sessuali sono ben nascosti dietro le mura delle nostre case nei nostri Paesi. Noi vediamo le nostre foto pornografiche scattate dai protagonisti degli abusi davanti a noi, vengono piazzate su Internet in tutto il mondo, senza un sistema adeguato che possa punire tutti quelli che ci hanno messo li', tutto perche' i Governi europei trascurano il problema. Si', il nostro modo di fare e' quello di sorridere e s

embrare normali perche' altrimenti coloro che abusano di noi tortureranno nostra sorella, un nostro amico, persino un animale; se mettiamo in allarme qualcuno - cosi' almeno ci dicono - siamo noi responsabili di tutto il male che accade e anche della pena, e noi ci crediamo perche' abbiamo fatto esperienza della veridicita' delle loro minacce. Secondo i politici e la giustizia la prostituzione infantile e' invisibile ed esiste solo per i filippini; da qui la conclusione che il nostro diritto e' di non aver alcun diritto, perche' abbiamo vissuto le minacce dei nostri torturatori intelligenti e ben sistemati. Se invece troviamo il coraggio di parlare, nessuno ci aiuta a proteggerci dai criminali. Infine, una bambina su otto subisce abusi sessuali, un bambino su dieci subisce abusi sessuali, e io sono una di loro. E perfino quando il mio sfruttatore confesso' alla polizia tutto quello che mi aveva fatto nell'eta' tra i dodici e i sedici anni, un magistrato spiego' ai giornalisti che sarei stata io la colpevole

perche' all'eta' di dodici anni, e con un corpo quasi di donna, avevo creduto di essere innamorata dell'uomo che mi vendeva".

La polizia nel cerchio magico

Questa e' solo una parte dell'intervento angosciante, tremendo e ammonitorio della summenzionata Regina Louf. Il suo gruppo parlamentare e' estremamente attivo nel richiedere un impegno piu' arduo, sincero e serio contro il problema che viene coperto come un piccolo, sporco, segreto famigliare. Gli avvenimenti nel Belgio, con la scoperta della catena di pedofilia e con quasi un milione di persone infuriate per le strade di Bruxelles nella "marcia bianca" che reclamava giustizia e legge, hanno contribuito all'inasprimento pubblico del problema. I principali protagonisti di questa catena sono gia' stati arrestati; sulle tombe delle vittime si trovano sempre fiori freschi; nel frattempo ha funzionato la rete di ricerca dei bambini scomparsi.

Pero' la "rete organizzata delle violenze sui minori e' una realta' in Francia, Regno Unito e Portogallo", avverte il parlamentare europeo Olivier Dupuis che conduce la campagna che - lo vorrebbe Dupuis con il suo gruppo parlamentare - contribuirebbe "alla creazione di un mondo migliore, piu' sicuro per i bambini".

Il commovente caso di Regina Louf e' uno dei molti. Il sistema che ci si aspetta protegga i bambini e punisca i criminali e' troppo lento e inefficace, il 72 percento dei belgi non crede assolutamente nella giustizia e nel sistema giuridico del proprio Paese! La polizia gira in un cerchio magico mentre il pubblico crea storie e collega le trame di casi irrisolti. E proprio questa inefficacia nel catturare i responsabili per punirli ha acceso il caso, racconta Dupuis.

La 'biancheria sporca' dove hanno sede gli scandali, malvagiamente si chiama "il mal di schiena del Re". "Nel Belgio sono comunque segreti pubblici nel momento in cui vengono scoperti", osservano con sarcasmo i media, collegando nervosamente gli elementi del mosaico. La storia e' sufficientemente eccessiva per sembrare troppo bizzarra in un film, in realta' e' sconvolgente e paurosa.

La slavina dopo il libro sulla famiglia reale

Tutto inizia con il libro pubblicato da un teen-ager, ancora liceale, sulla famiglia reale. Delphine Boel, scultrice d'avanguardia a Londra, e' figlia illegittima del Re, scrive il ragazzo, come in una storia di Andersen. Il segreto pubblico diventa piu' pubblico e Alberto II, nel suo consueto messaggio natalizio, in fiammingo e francese, parla di "una crisi matrimoniale di trent'anni fa". Gli amanti dei pettegolezzi, invece, colpiscono il figlio reale minore, Laurent.

"Mi trattano come un bastardo, ma io non c'ero li' il giorno del mio concepimento, percio' non posso dire, e non l'ho mai detto, di non essere figlio del Re", commenta cosi' Laurent il fatto di non essere stato mai ufficialmente riconosciuto. Successivamente i curiosi si domandano se esiste un collegamento dello scandalo della catena di pedofilia con la Corte.

I testimoni spariscono, in liberta' uno dei principali accusati

Siccome tutti i segreti sono pubblici, pare che il Re fosse stato protagonista di parecchi episodi 'monelleschi', e i suoi compatrioti indiscreti gli tirano fuori la storia di una prostituta a Cannes che gli sequestro' la carta di credito perche' non le erano bastati il pagamento e i gioielli di Cartier. Il Re corse a casa quando in Belgio la polizia, per alcune ore, inseguiva il fuggitivo capo della catena pedofila, Marc Dutroux, che dopo tre ore finiva un'altra volta in carcere, mentre i ministri della giustizia e degli interni presentavano le dimissioni. "Alcune missioni private" nei centri di villeggiatura belgi facevano sempre parte dei pettegolezzi, ma ai belgi non interessano i capricci privati bensi' le loro conseguenze politiche e sociali! A questo, per esempio, si devono gli inviti a interrompere "la legge del silenzio quando viene oltrepassato il confine tra il diritto alla privacy e la minaccia degli interessi piu' alti e ampi dello Stato di diritto".

E mentre persiste ancora il silenzio, le storie imbarazzanti continuano a girare per il Regno. Uno dei testimoni dello scandalo di pedofilia ha riconosciuto lo stesso Alberto tra i clienti, e ha indicato i nomi delle persone che, in quanto ospiti d'onore, presenziarono al matrimonio dell'erede al trono.

C'e' qualcosa di sospetto quando scompaiono i testimoni, quando viene improvvisamente sostituita la squadra d'inchiesta, quando viene liberato uno dei principali accusati, e quando vengono inserite nell'inchiesta persone di fiducia del Re, afferma la stampa. Contemporaneamente l'inchiesta intorno ai crimini sui bambini rimane a un punto fermo. Secondo le speculazioni di "Le Soir" forse "la rete protettiva" vuole proteggere il Re, forse il Re - che secondo la Costituzione non puo' commettere errori e non e' processabile - sta preparando la successione. Perche' il Re e' finito in ospedale "con un mal di schiena di origine nervosa", come racconta ai suoi conoscenti piu' vicini. Perche' proprio nel momento della crisi arriva il matrimonio inaspettato dell'erede al trono, con la sposa "Mathilde che sbuca dal nulla", afferma la stampa.

Le storie vanno avanti. Dopo l'opinione pubblica e il gruppo parlamentare belga, il caso viene ripreso dagli europarlamentari perche' oltrepassa i confini statali. Tra le prime domande c'e' quella del perche' i due poliziotti che collaborarono all'inchiesta della catena di pedofilia furono licenziati.

La matassa, ovviamente, comincia appena a sbrogliarsi.

 
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