IHT/The Washington Post, 20 maggio 2000Le gia' cattive previsioni per la democrazia in Jugoslavia sono ancora peggiorate quando settimana scorsa il presidente Milosevic ha chiuso le due piu' importanti stazioni radio, condotte dall' opposizione, nonche' il famoso giornale Blic. ( )
Le elezioni in Serbia dovrebbero svolgersi quest'anno. Le ultime misure severe portano alla riflessione che non saranno ne' libere ne' oneste. Infatti, il regime forse avrebbe intenzioni di imporre una aperta dittatura invece dell'attuale cosidetto sistema di diritto.( ) I governi occidentali con tanto di ottimismo vogliono suggerire che la repressione di Milosevic giustifichi la loro politica di pressione verso il regime e di sostegno all'opposizione. Il segretario generale della NATO ha definito l'attacco ai media come "attacco del panico".
Forse. O forse Milosevic si e' sentito forte grazie ai recenti eventi internazionali. Prima il Congresso americano, quasi approvando le misure di legge sul ritiro dei soldati americani dalla provincia, aveva mandato un messaggio forte sulla stanchezza americana in Kosovo. ( ) Successivamente, augurando il benvenuto al ministro della difesa jugoslavo, generale Ojdanic, incriminato per crimini di guerra, il neoeletto presidente russo Putin ha dato il sostegno morale e materiale a Belgrado. Putin ha acconsentito di vendere a Belgrado una quantita' di petrolio in valore di 32 miliardi di dollari, nonche' un aiuto alla Jugoslavia di 102 milioni di dollari. Adesso, Milosevic isolato, ha ricevuto quello di qui aveva bisogno di piu': un patrono straniero.
In questo modo Putin ha dimostrato che la sua concezione di una riconquista dello status russo in quanto grande potenza significa anche violare la responsabilita' del diritto del proprio paese nella cattura del richiesto criminale di guerra. Uno schiaffo all'amministrazione di Clinton e una sfida alla NATO. Mentre l'occidente riflette sulla regione balcanica economicamente integrata sotto governo democratico, per Putin una tale soluzione senza Milosevic evidentemente sarebbe minacciosa per la forza russa. Il credito russo alla Jugoslavia e' soprattutto provocante considerando il fatto che la stessa Russia chiede nuovi crediti al Fondo Monetario Internazionale. Se la Russia ha 102 milioni di dollari per dare in prestito al suo tiranno preferito dei Balcani, forse l'aiuto degli Stati Uniti o del FMI potrebbe essere diminuito per la stessa cifra. Se Putin desidera proteggere criminali di guerra, lo faccia con i propri soldi.
L'ex collaboratore di Karadzic alla riunione dell'UE con i media indipendenti serbi.
Bruxelles, 19 maggio (Reuters) - l'ex collaboratore di Radovan Karadzic ha scioccato venerdi' scorso l'Unione Europea e la Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) apparendo alla riunione dei media indipendenti serbi con i rappresentanti UE e IFJ. Jovan Zametica, una volta consigliere principale dell'ex leader dei serbi bosniaci, e' stato individuato alla riunione aperta in cui i rappresentanti dell'UE e IFJ con i giornalisti della RSJ hanno discusso sulla situazione a Belgrado.