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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 2 giugno 2000
Assassinato in Montenegro il braccio destro di Djukanovic
Zugic era il capo della sicurezza - Sospetti sui serbi di Milosevic

("Sole 24 ore", 2-06-00)

PODGORICAEnnesimo omicidio eccellente la notte scorsa in Jugoslavia. Ma questa volta si tratta di qualcosa che è ancor più denso di sinistri messaggi trasversali. Goran Zugic, freddato da una raffica di mitraglietta mentre stava rientrando nella sua casa alla periferia della capitale montenegrina, era infatti il consigliere personale per la sicurezza del presidente del Montenegro Milo Djukanovic che da tempo è in rotta di collisione con Slobodan Milosevic. Un segnale della capacità di colpire al cuore il sistema di potere montenegrino oppure una provocazione tesa a suscitare una reazione violenta, dicono molti osservatori a Belgrado e Podgorica, che potrebbe preludere a una resa dei conti nel giro di pochi giorni tra la piccola repubblica che da tempo cova mire secessioniste e il regime serbo. Scenario tanto più inquietante se si pensa che ci si trova a soli dieci giorni dalle elezioni amministrative dell'11 giugno prossimo. Test elettorale di grande rilievo, visto che i partiti montenegrini legati a Belgr

ado (dai socialisti alla Jul della moglie di Milosevic Mirjana Markovic, sino ai radicali di Vojslav Seselj) potrebbero sfruttarlo per cercare di scalzare, magari manu militari, Djukanovic. Che a sua volta in caso di risultato favorevole potrebbe decidere di accelerare i tempi per la proclamazione di un referendum sulla secessione. Scenari che, in entrambi i casi, rischiano di preludere alla guerra civile perchè la popolazione montenegrina sostanzialmente è divisa a metà tra i lealisti a Belgrado e i fautori dell'indipendenza. Il tutto in un quadro in cui la polizia speciale di Djukanovic è ormai strutturata come un vero e proprio esercito che potenzialmente sarebbe in grado di fronteggiare l'Armata federale jugoslava, che da tre giorni è stata messa in stato di massima allerta dal Comando supremo jugoslavo. In queste ore a Podgorica la tensione è altissima. Da un lato i media legati al regime di Djukanovic cercano di minimizzare l'omicidio del consigliere del presidente. Nella redazione della Tv di Stato c

ircola l'ipotesi di un assassinio per motivi passionali, mentre a Belgrado si insinua il dubbio di un regolamento di conti legato a traffici illeciti che sarebbero stati gestiti negli anni scorsi dalla vittima. Ma dall'altro, negli ambienti del potere di Podgorica, si sta scatenando il panico. L'omicidio di Zuzic - dicono chiedendo l'anonimato persone molto vicine a Djukanovic - è solo l'ennesimo segnale di un tentativo di Belgrado di destabilizzare il Montenegro in vista dell'appuntamento elettorale di domenica prossima. Del resto l'assassinio della scorsa notte, nel calderone balcanico serbo-montenegrino, non è un'anteprima. Nel gennaio '97 morì in un incidente stradale dai contorni oscuri l'allora ministro degli Esteri del Montenegro Janko Jeknic. Così come due anni fa uno strettissimo collaboratore del presidente Milo Djukanovic si salvò miracolosamente da un attentato in cui rischiò di morire anche il figlio di pochi mesi. E.R.

 
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